Click day per 82mila lavoratori: le regole

Oltre la metà di extracomunitari in arrivo in Italia per il lavoro stagionale riguarda il settore agricolo. Troppe domande: il sistema è andato in overbooking

Foto di Maurizio Perriello

Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Il 27 marzo è la data stabilita per il click day dedicato a oltre 82mila lavoratori e regolamentato dal nuovo Dpcm di programmazione transitoria dei flussi (della “nuova linea Ue” in tema immigrazione avevamo parlato qui). Si tratta delle domande di ingresso in Italia da parte di 82.705 cittadini extracomunitari, oltre 13mila in più rispetto alle circa 69mila del 2022.

L’incredibile mole di richieste pervenute ha mandato il sistema in overbooking dopo appena un’ora. Oltre metà dei nuovi ingressi (44mila, contro i 42mila dello scorso anno) rappresentano le quote per il lavoro stagionale nelle aziende agricole e nel settore turistico-alberghiero.

Come e dove saranno impiegati i lavoratori

Per quanto riguarda il solo settore agricolo, la Coldiretti sottolinea che 44mila persone siano “troppo poche” rispetto alle esigenze. “Nelle campagne con l’arrivo della primavera c’è bisogno di almeno 100mila giovani per colmare la mancanza di manodopera, per questo sarà necessario un decreto flussi aggiuntivo“, ha detto il presidente Ettore Prandini.

Delle 44mila domande “agricole”, 1.500 sono riservate alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale: si tratta di ingressi che permetteranno alle imprese nei prossimi anni di non essere vincolate ai termini di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm per ottenere l’autorizzazione. Il meccanismo di scorrimento permetterà dunque alle richieste non accolte di essere esaminate in via prioritaria in relazione ai successivi decreti flussi nel triennio 2023-2025, senza bisogno di ripresentare la domanda.

Chi può fare domanda, come e quando

Possono presentare la domanda pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, Reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno. Al lavoratore in questione saranno garantite le stesse tutele (contrattuali, previdenziali, assistenziali) previste per gli occupati con contratto a tempo determinato (Meloni, Cutro, decreto Flussi: ma da dove arrivano i migranti?).

In vista del click day, il Governo aveva semplificato l’accesso al portale per la presentazione delle domande. Per inviare una o più istanze si deve accedere tramite SPID e selezionare il modello relativo alla tipologia di lavoro. Fino al 22 marzo è stato poi possibile precompilare le domande sul portale. La Pec inserita nella domanda diventerà l’indirizzo principale per ricevere tutte le comunicazioni necessarie.

Per quanto riguarda le tempistiche, il nulla osta del lavoro dovrà essere rilasciato dallo sportello dallo Sportello unico per l’immigrazione entro 30 giorni dalla richiesta. Poi toccherà al visto d’ingresso in Italia che, al netto di problematiche segnalate dalle Questure, dovrà essere rilasciato entro 20 giorni. Sono inclusi i nulla osta in attesa della firma effettiva del contratto di soggiorno.

Secondo il Decreto legge 20/2023, le verifiche relative al rispetto del contratto collettivo e alla congruità delle richieste potranno essere svolte anche da consulenti del lavoro, avvocati, commercialisti e associazioni. In precedenza la mansione era svolta esclusivamente dagli Ispettorati del lavoro, che potranno comunque effettuare controlli a campione. I possibili accertamenti riguarderanno l’equilibrio economico dell’impresa, il numero dei dipendenti e l’attività svolta.

Troppe richieste: ecco da dove

Come ampiamente previsto, e come accaduto l’anno scorso, il click day è finito in overbooking: alle 10 le domande processate sono state 238.335, quasi il triplo del numero di quote previste dal decreto. “In Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi”, evidenzia la Coldiretti.

Sempre secondo l’associazione, anche se non esiste una suddivisione a livello territoriale, le Regioni dove si concentrano le domande sono quelle che richiedono un grande impegno di manodopera. Spiccano il Trentino, soprattutto per la raccolta delle mele, e il Veneto, per la raccolta degli ortaggi e delle fragole, ma anche il Friuli-Venezia Giulia, per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti, le cosiddette barbatelle. Si segnalano anche il Lazio, per gli ortaggi, e la Campania, per la coltivazione del tabacco e la filiera del pomodoro destinato alla trasformazione industriale.