Stipendio di marzo più povero con addizionali e Irpef, quanto si perde in busta paga

Le addizionali locali pesano sulla busta paga di marzo 2025, che si assottiglia di qualche euro rispetto a quella di febbraio: la simulazione su quanto si perde sullo stipendio

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 25 Febbraio 2025 12:35

La busta paga di marzo 2025 sarà più sottile per tutti i lavoratori dipendenti, tranne per chi rientra nelle fasce di esenzione stabilite dai Comuni di residenza.

Nel mese di marzo vengono applicate le trattenute per le addizionali comunali e regionali, che si sommano all’Irpef, come più volte specificato negli anni dall’Agenzia delle Entrate. Questo, in concreto, si tradurrà in uno stipendio netto più leggero rispetto a febbraio, con differenze fra città e città.

Perché la busta paga di marzo è più bassa

La differenza risulterà ancora più marcata mettendo a paragone la busta paga di dicembre (mese in cui non vengono applicate le trattenute sulle addizionali). Se a gennaio vengono applicate le trattenute sul saldo dell’anno precedente, da marzo, si caricano le trattenute sull’acconto dell’anno in corso.

Questo è il meccanismo in base al quale ogni mese il datore di lavoro, che ricopre il ruolo di sostituto d’imposta, trattiene Irpef e addizionali locali dalla busta paga del lavoratore dipendente:

  • l’addizionale regionale viene trattenuta in saldo rispetto all’anno precedente sul periodo gennaio-novembre;
  • l’addizionale comunale viene trattenuta in saldo rispetto all’anno precedente nel periodo gennaio-novembre, ma anche in acconto per l’anno in corso sul periodo marzo-novembre.

Il cedolino di marzo mostrerà dunque il saldo del 2024 e le trattenute in acconto per il 2025. Questa doppia imposizione porterà a uno stipendio netto più basso rispetto ai mesi precedenti.

L’aliquota dell’addizionale comunale

Ogni Comune ha la facoltà di stabilire la propria aliquota, che oscilla fra 0,2% e lo 0,8% del reddito imponibile. Ci sono alcune eccezioni, come ad esempio il caso di Roma in cui l’aliquota comunale è applicata allo 0,9%. L’elenco aggiornato dell’addizionale comunale all’Irpef è visionabile, per tutti i comuni d’Italia, sul sito del Dipartimento delle Finanze (Home > Fiscalità regionale e locale > Addizionale comunale all’Irpef > Aliquote applicabili > Regioni). Ma il sito istituzionale di ciascun comune ha una sezione nella quale si riporta il valore dell’addizionale.

La simulazione fra Roma e Milano

Si ipotizzi il caso di un lavoratore dipendente che risiede a Roma. Costui ha uno stipendio annuo pari a 30.000 euro: calcolando lo 0,9% sullo stipendio, si ottiene l’addizionale comunale complessiva che è di 270 euro annui. Tale cifra viene trattenuta come segue:

  • il 30%, pari a circa 10 euro al mese, in acconto sul periodo marzo-novembre;
  • il 70%, pari a circa 16 euro al mese, in saldo sul periodo gennaio-novembre.

A marzo, quindi, oltre alla trattenuta in saldo per il 2024 già presente a gennaio e febbraio, si aggiunge l’acconto per il 2025, per un totale di circa 10 euro in meno rispetto al mese precedente.

Se vivesse a Palermo, dove l’addizionale comunale è pari allo 0,8%, questo lavoratore si vedrebbe trattenere in totale 240 euro annui: il 30% (circa 8 euro al mese) in acconto e il 70% (circa 15 euro al mese) in saldo.

Prendiamo il caso di un lavoratore di Milano con uno stipendio di 50.000 euro lordi annui. La sua situazione con una addizionale comunale dello 0,8% (pari 240 euro) sarebbe la seguente:

  • il 30%, pari a circa 13 euro al mese, in acconto sul periodo marzo-novembre;
  • il 70%, pari a circa 26 euro al mese, in saldo sul periodo gennaio-novembre.

A marzo, per questo lavoratore, la busta paga subirà una riduzione di circa 13 euro rispetto al mese precedente.