Reddito di cittadinanza ha creato lavoro: la difesa dell’Inps

Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, difende la misura del governo contro la povertà. Due percettori su tre vivono nel Sud Italia

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

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Il Reddito di cittadinanza ha creato posti di lavoro. Il presidente dell’Inps Tridico ha difeso la misura del governo con la povertà, una misura che non ha agevolato il lavoro nero e neanche dissuaso i disoccupati a non cercare un nuovo lavoro.

“In tre anni – ha detto Tridico – il tasso di irregolarità dei rapporti di lavoro è sceso dal 14 al 12,5 per cento e l’occupazione è tornata ai livelli del 2019. In più ricordiamoci che il Rdc va a 3,5 milioni di persone e fra queste 400mila, il 20 per cento, ha un lavoro. Fra queste persone anche al Sud, dal 2019 in avanti, si è avuta un’inversione di tendenza con un aumento di salario settimanale, retribuzioni annuali e settimane lavorate. Possiamo dire che il reddito spinga anzi a lavorare di più e cercare nuove opportunità”.

Reddito di cittadinanza, i percettori vivono al Sud

La maggior parte dei percettori del Reddito di cittadinanza, due su tre, vivono nel Sud Italia. Numeri alla mano, il 65 per cento del sussidio è andato al Centro-Sud. Ma, sottolinea Tridico, si tratta del 65 per cento di 7,6 miliardi.

L’Inps lo scorso anno ha speso in totale 365 miliardi di euro, tra pensioni e assistenza.

“Abbiamo speso circa 60 miliardi di euro per prestazioni Covid tra cassa integrazione, bonus per gli autonomi e altro. Continuiamo a dire che il 65% del Reddito di cittadinanza va al Sud ma dimentichiamo di dire che il 70% delle prestazioni Covid sono andate al Nord“, ha dichiarato Tridico durante la presentazione del rapporto annuale dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.

“Anche per un fattore di onestà nei confronti di tanti cittadini del Sud bisogna guardare alla spesa nel suo complesso e non ai 7,6 miliardi che all’anno si spendono per il Reddito di cittadinanza”, ha insistito il presidente dell’Inps.

Reddito di cittadinanza, come cambierà

Uno degli interventi del nuovo governo riguarderà proprio il Reddito di cittadinanza, allo scopo di legarlo di più alle politiche attive. La misura dovrebbe rimanere invariata nella sua veste di lotta alla povertà. Cambierà invece per chi è “occupabile”: tra le ipotesi allo studio una condizionalità più stringente per rimettere in moto la ricerca attiva del lavoro. I comuni dovranno avere un ruolo centrale per indirizzare al meglio la misura.

Il restyling servirà anche a recuperare risorse da destinare ad altri interventi. Costato di fatto quasi 23 miliardi dalla sua nascita e con più di 30 miliardi già messi in conto da qui al 2029, il Reddito di cittadinanza già nel breve periodo dovrebbe vedere ridurre la sua dote di almeno un terzo, se non di più.