La Manovra 2023, che mette sul tavolo quasi 24 miliardi di euro, ha predisposto una serie di misure per venire incontro alle mamme lavoratrici: si parte da una decontribuzione che di fatto ha l’effetto di rendere più alto lo stipendio per poi passare ad alcuni grandi classici del sostegno alla natalità come il bonus asilo nido e i congedi parentali.
Decontribuzione madri lavoratrici
La riduzione degli oneri contributivi per le lavoratrici dipendenti madri non ha limite di reddito e si somma alla riduzione applicata alla generalità dei lavoratori dipendenti (che si ferma a un tetto di reddito lordo di 35mila euro). Restano fuori i redditi da lavoro domestico. Viene di fatto abbattuta l’intera quota a carico della dipendente pari al 9,19% che viene compensata dallo Stato e figura in busta paga come retribuzione. Il beneficio va però a pesare meno sui redditi più bassi. Si tratta di un’iniziativa che punta a conciliare il ruolo di madre con quello di lavoratrice.
L’esonero è riconosciuto nel limite massimo annuo di 3mila euro. Hanno diritto alla decontribuzione tutte le mamme lavoratrici che abbiano almeno 2 figli con il più piccolo sotto i 10 anni di età. Per le madri con 3 o più figli il beneficio è riconosciuto fino al 18° anno del figlio più piccolo. La norma troverà applicazione per 3 anni: dal 2024 al 2026.
Bonus asili nido
Il governo stanzia 240 milioni di euro per sostenere il bonus asilo nido per il 2024. Attualmente il bonus asilo viene riconosciuto con tetto a 3mila euro alle famiglie con Isee fino a 25mila euro e con tetto a 2.500 euro per le famiglie con Isee tra i 25mila e i 40mila euro. Il tetto del bonus asilo nido è di 1.500 euro per le famiglie con Isee più alto o che non abbiano presentato l’Isee per l’anno in corso.
La Manovra 2023 va a ritoccare la situazione per le famiglie con Isee entro i 40mila euro annui: in una famiglia in cui c’è già un bambino sotto i 10 anni d’età e a partire dall’1 gennaio 2024 nasce un altro bambino, il bonus asilo nido sale a 3.600 euro.
Congedi parentali facoltativi
La Legge di bilancio si occupa anche dei congedi parentali facoltativi (che vanno a sommarsi a quelli obbligatori già previsti dalla normativa, ovvero 5 mesi per le donne e 10 giorni per gli uomini). I congedi parentali facoltativi possono essere presi terminato il congedo obbligatorio e fino al 6° anno di vita del bambino. Si raddoppia il mese di retribuzione all’80% previsto per il 2023. Dal 2024 il primo mese di retribuzione resta all’80%, mentre il primo mese cala al 60%. I genitori possono suddividersi i giorni del beneficio.
Altre misure per le famiglie
La card spesa Dedicata a te non è una misura strettamente pensata a sostegno della natalità, ma è comunque rivolta alle famiglie in difficoltà. Ricordiamo poi il patto anti-inflazione relativo agli sconti nei supermercati.
A tutto questo si somma infine l’Assegno unico e universale che è stato maggiorato a partire dal gennaio 2023 e che è stato reso strutturale.
La bozza definitiva della Legge di bilancio, verrà prossimamente presentata in Parlamento. Si tratta di una Manovra dai margini piuttosto stretti data la scarsità delle risorse, come ammesso in prima persona dalla premier Meloni.