Legge 104, come utilizzare i permessi nei festivi e di notte

A chi spettano i permessi della Legge 104, cosa sono nel dettaglio e come funzionano di notte e nei giorni festivi

Foto di Alessandra Di Bartolomeo

Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 24 Ottobre 2024 08:27

La Legge 104 è, come si evince dal nome, una legge italiana che tutela l’assistenza, i diritti e l’integrazione sociale delle persone con disabilità. Essa si rivolge soprattutto a queste ultime ma include anche disposizioni per chi vive assieme a loro (come i caregiver). Il sostegno per i lavoratori che hanno una grave disabilità o per quelli che assistono i familiari con invalidità severa arriva sotto forma di permessi retribuiti. La domanda che ci si pone è quindi come funzionano nel dettaglio e se è possibile beneficiarne di notte e nei giorni festivi.

A chi spettano i permessi Legge 104

Come detto, i lavoratori con grave disabilità (Legge 104) o i familiari che li assistono hanno diritto a dei permessi retribuiti. Questi ultimi sono riservati oltre che ai dipendenti, anche ai genitori di figli con grave disabilità o al partner (unione civile), coniuge, convivente o parenti fino al terzo grado di un familiare con grave disabilità. I permessi, invece, non sono disponibili per i lavoratori autonomi, per quelli subordinati, per gli addetti ai lavori domestici e familiari, per i lavoratori agricoli a tempo determinato/giornaliero e per i lavoratori a domicilio.

Come funzionano i permessi con Legge 104

I lavoratori con grave disabilità possono scegliere tra due opzioni di permessi retribuiti: quelli orari e i tre giorni mensili. Nel primo caso, si tratta di 2 ore al giorno se l’orario di orario è più lungo di 6 ore giornaliere o di 1 ora al giorno se è inferiore alle 6 ore. Nel secondo caso, si possono scegliere tre giorni al mese o frazionare tali giorni in ore.

Nel caso un genitore abbia un figlio disabile più piccolo di 3 anni, si ha diritto a 3 giorni di permesso mensile oppure al prolungamento del congedo parentale o ai permessi orari retribuiti le cui regole sono quelle indicate.

Il genitore che ha invece un figlio disabile tra i 3 e i 12 anni, può scegliere tra i 3 giorni di permessi mensili che si possono frazionare anche in ore o il prolungamento del congedo parentale.

Se si hanno invece figli disabili (ovviamente anche in adozione o affidatari) di età superiore ai 12 anni, è possibile chiedere 3 giorni di permesso al mese che possono anche essere frazionati in ore.

Per quanto riguarda il coniuge, il convivente di fatto, il partner di un un’unione civile, i parenti e affini del disabili, anche costoro possono fruire di 3 giorni di permesso al mese frazionabili in ore.

Le avvertenze dell’Inps

L’Istituto nazionale della previdenza sociale comunica che per chi fruisce dei permessi retribuiti con Legge 104, il limite totale di essi è di tre giorni al mese. Tale diritto si può suddividere anche tra più soggetti aventi la medesima facoltà purché se ne faccia richiesta. Per quanto riguarda il congedo parentale prolungato, invece, esso può iniziare dopo quello ordinario indipendentemente dall’utilizzo. I giorni di quello ordinario e di quello prolungato non possono superare i 3 anni in tutto e si possono fruire entro i dodici anni di vita del bambino. Chi adotta o chiede in affidamento un bambino, invece, può richiedere di estendere il congedo parentale fino a tre anni (incluso quello ordinario) nei primi 12 anni dall’ingresso del minore in famiglia e fino al raggiungimento della maggiore età.

Cos’è il lavoro a turni?

L’Inps ha spiegato che per lavoro a turni si intende che l’azienda non si limita a un normale orario di lavoro giornaliero. Essa può infatti funzionare 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Possono quindi essere inclusi i turni notturni e quelli durante i giorni festivi comprese le domeniche.

L’articolo 1 del Dls dell’8 aprile 2023 numero 66 definisce questa tipologia di lavoro come un’organizzazione a squadre. Significa che ai lavoratori possono essere assegnati turni che si alternano nel medesimo posto di lavoro. È definito inoltre come ritmo lavoro che, come detto, può essere continuo ovvero che copre l’intera settimana 24 ore su 24 compresi i giorni festivi. Viene dunque spontaneo chiedersi se si possono utilizzare i permessi in tali giorni.

Si può usufruire dei permessi Legge 104 nei giorni festivi e di notte?

I permessi della Legge 104, come spiega l’Istituto nazionale della previdenza sociale, si possono utilizzare a giornata, indipendentemente dall’orario di lavoro. Ci si chiede, quindi, se è possibile utilizzarli anche durante i turni festivi o di notte.

Ebbene, nella circolare numero 3114 del 2018, l’Ente ha chiarito che i permessi della Legge 104 si possono chiedere per l’intera giornata lavorativa, sia essa diurna, notturna o festiva. Per quanto riguarda i giorni festivi, se il giorno in cui si vuole chiedere un permesso è una domenica o una festività (giorno lavorativo per il dipendente) si può richiedere anche in quel giorno. In merito ai turni notturni ovvero quelli che iniziano la sera e terminano la mattina successiva, il permesso è considerato per un solo giorno di lavoro nonostante il turno copra due giorni solari. Il permesso utilizzato in un turno notturno, quindi, è conteggiato come 1 solo giorno di permesso retribuito. Questa regola vale nel caso si utilizzi il permesso a giornata. Nel caso in cui venga fruito a ore a cavallo tra due giorni, invece, si conteranno due giornate di permesso.

Cosa fare per godere dei permessi della Legge 104

Possono fruire dei permessi della Legge 104 i lavoratori dipendenti anche part-time. La persona per la quale si richiedono i permessi, però, deve essere riconosciuta come disabile grave secondo l’articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992. Per fruire dei permessi, inoltre, la persona che necessita di assistenza non deve essere ricoverata a tempo pieno in una struttura pubblica/privata che offre assistenza continua. Ci sono però delle eccezioni a questa regola che riguardano: l’interruzione del ricovero, lo stato vegetativo/prognosi infausta e la richiesta di presenza. Il primo caso si attua se il disabile ha la necessità di uscire dalla struttura per terapie o visite certificate. Il secondo, invece, se la persona affetta da disabilità è in un grave stato vegetativo persistente o ha una prognosi infausta a breve termine. Infine, l’ultima eccezione riguarda la struttura sanitaria ovvero se essa richiede la presenza del familiare per l’assistenza al disabile grave.