Inps, come richiedere l’esonero contributivo per la parità di genere

Le imprese con certificazione di parità di genere possono ottenere l'esonero contributivo. L'Inps spiega le procedure e le scadenze

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’Inps ha pubblicato le istruzioni operative per le aziende private che desiderano richiedere l’esonero contributivo previsto per chi possiede la certificazione di parità di genere. Si tratta di un’agevolazione destinata a premiare quelle realtà che hanno scelto di investire nell’uguaglianza sul luogo di lavoro, con un’attenzione particolare alla trasparenza e alla correttezza delle procedure.

Come funziona l’esonero contributivo

Le imprese che hanno ottenuto la certificazione di parità possono beneficiare di una riduzione dell’1% sui contributi previdenziali. C’è però una condizione, cioè questo sconto non può superare i 50.000 euro annui. Per accedere al beneficio, è fondamentale che le aziende presentino una domanda correttamente compilata, indicando la retribuzione media mensile globale. Questo parametro deve rappresentare la media di tutte le retribuzioni mensili corrisposte dall’azienda durante il periodo di validità della certificazione.

Requisiti e procedura di presentazione

Secondo il messaggio n. 2844 del 13 agosto 2024, per poter accedere all’esonero contributivo, le imprese devono rispettare precise condizioni. È fondamentale innanzitutto che la domanda includa la retribuzione media mensile globale, calcolata come la media di tutte le retribuzioni mensili erogate nel periodo di validità della certificazione. Questo dato non deve riferirsi alla retribuzione di un singolo lavoratore, ma deve rappresentare un valore complessivo e omnicomprensivo.

La certificazione di parità di genere, rilasciata secondo la Prassi Uni/PdR 125:2022, deve essere accompagnata dai marchi Uni e dell’ente di accreditamento, elementi essenziali per la validità del documento. L’Inps, tramite la circolare n. 137 del 27 dicembre 2022, ha specificato che la domanda deve essere inoltrata utilizzando il modulo telematico “PAR_GEN” disponibile sul portale dell’Inps.

Estensione automatica per chi ha già ottenuto l’esonero

Le imprese che hanno già ricevuto l’esonero nel 2022 non devono presentare una nuova domanda. L’agevolazione è infatti riconosciuta automaticamente per l’intero periodo di validità della certificazione, che può arrivare fino a 36 mesi. Questa continuità garantisce alle aziende un accesso agevolato al beneficio, senza ulteriori adempimenti burocratici.

Termini per la correzione degli errori

Le aziende che hanno ottenuto la certificazione entro il 31 dicembre 2023 e che hanno commesso errori nella compilazione della domanda, in particolare per quanto riguarda la retribuzione media mensile globale, hanno la possibilità di correggere i dati inseriti. Tuttavia, per farlo, devono rinunciare alla domanda già inoltrata e presentare una nuova richiesta entro il 15 ottobre 2024. Dopo questa data, tutte le domande che risultano in stato “trasmessa” verranno elaborate secondo le indicazioni fornite dall’Inps.

Questo termine e finestra temporale rappresenta un’opportunità per le imprese di rivedere e, se necessario, correggere le loro richieste, assicurandosi di rispettare tutti i criteri stabiliti.

Nel caso in cui il datore di lavoro non rettifichi l’errore entro il termine stabilito, la domanda verrà comunque accolta, ma l’esonero sarà calcolato sulla base della retribuzione media globale stimata erroneamente indicata. L’importo riconosciuto verrà poi comunicato attraverso una nota aggiunta al modulo di istanza online nel “Portale delle Agevolazioni (ex DiResCo)”.

Rettifiche d’ufficio per errori sui periodi di validità

Nel caso in cui nella domanda venga erroneamente indicato un periodo di validità della certificazione inferiore ai 36 mesi, l’Inps procederà d’ufficio alla correzione e al riconoscimento dell’esonero per l’intero periodo legale. Questo intervento semplifica il processo per le imprese, assicurando che possano usufruire appieno dell’agevolazione prevista, in modo tale che vengano premiate quelle aziende che vogliono contribuire a superare i bias di genere nel lavoro.