Fare l’imprenditore e aprirsi un’attività in proprio è una scelta che va presa in maniera ponderata, tenendo conto dei rischi e dei vantaggi a cui si può andare incontro.
Non bastano però capitali da investire e buone idee, per mettere su una nuova impresa è necessaria una strategia di vendita del prodotto che si vuole proporre sul mercato. A quel punto possono sorgere alcuni dubbi, ovvero se è preferibile portare avanti un’idea personale di brand, oppure se scegliere di aprire un negozio in franchising. Si tratta di una affiliazione commerciale che si basa su un accordo stipulato tra il produttore, il franchisor, e il rivenditore indipendente, cioè il franchisee.
Ma quanto conviene una soluzione di questo tipo? Un’inchiesta condotta da Report, ha messo in luce alcuni aspetti sul franchising, di cui non tutti sono a conoscenza. Questo settore, a seguito della crisi del 2008, ha prodotto una crescita dei punti di vendita di oltre il 12%, oltre a un aumento dei fatturati del 5%.
Il franchising, da una parte, ha numerosi vantaggi come quello di poter godere della sicurezza di un brand già affermato, ma come segnalato dall’inchiesta, non è tutto rose e fiori e per molti imprenditori, quello che all’inizio sembrava essere un sogno in fase di realizzazione, si è trasformato ben presto in un incubo, quasi senza via d’uscita. Imprenditori affiliati con Avis o Original Marines ad esempio, si sono ritrovati a dover chiudere i battenti e a pagare debiti molto alti.
Chi oggi desidera aprire un negozio in franchising, può beneficiare di un iter burocratico semplice grazie alla Legge Bersani che la liberalizzato le attività commerciali, sfrondandole da tanti limiti. L’offerta di investimento in contratti franchising può riguardare indistintamente il settore della ristorazione, dell’abbigliamento, ma anche dei servizi online. Quando si sceglie il franchisor bisogna tener conto di diversi fattori quali:
- le aspirazioni personali;
- il guadagno che si vuole ricavare;
- gli obiettivi prefissati.
A definire l’accordo tra le due parti c’è il contratto di franchising, regolato dall’articolo 1 della legge n.129 del 6 maggio 2004 e che permette all’affiliato di avere diverse garanzie, in quanto rappresenta dal punto di vista economico, la parte più debole. Nello specifico la legge prevede che: “il contratto, comunque denominato, fra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti, in base al quale una parte concede la disponibilità all’altra, verso corrispettivo, di un insieme di diritti di proprietà industriale o intellettuale relativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, modelli di utilità, disegni, diritti di autore, know-how, brevetti, assistenza o consulenza tecnica e commerciale, inserendo l’affiliato in un sistema costituito da una pluralità di affiliati distribuiti sul territorio, allo scopo di commercializzare determinati beni o servizi.”
Franchising: quali sono i vantaggi
Quando si decide di aprire un negozio in franchising, il rivenditore potrà usufruire di una serie di vantaggi come ad esempio poter contare sull’assistenza e sulla formazione continua da parte della casa madre, godere della buona reputazione del brand, poter conoscere in anticipo le difficoltà a cui si può andare incontro, riducendo i rischi. Oltre a questi vantaggi, il rivenditore ha anche la possibilità di poter accedere più facilmente a finanziamenti con enti bancari.
Franchising: quali sono gli svantaggi
Se da una parte, aprire un negozio in franchising permette di accedere a tutti questi vantaggi, è anche vero che bisogna prestare attenzione all’altra parte della medaglia. Ad esempio, il rivenditore non ha molta flessibilità nel modello strategico, in quanto deve comunque aspettare l’approvazione dell’affiliante. Inoltre, ci sono norme che vengono imposte con un certo rigore dalla casa madre e che non consentono di gestire l’attività come magari si vorrebbe, senza contare che se si decide di rivendere il franchise, bisognerà attendere il beneplacito della casa madre.
A tutto questo si aggiunge che sarà necessario pagare una tassa iniziale per l’acquisto dei diritti del marchio e di tutto quello che gli riguarda e si dovranno corrispondere alla casa madre anche le royalty, cioè il ricavato dai diritti d’autore e che dipende dalle vendite del punto vendita.