Ferie maturate, come calcolarle e dove si trovano in busta paga

Cosa sono le ferie maturate, godute e residue, come si calcolano e dove si trovano effettivamente in busta paga

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Pubblicato: 4 Gennaio 2025 14:34

L’articolo 36 della Costituzione comunica che tutti i lavoratori hanno diritto alle ferie. Sono obbligatorie indipendentemente dal tipo di contratto, per cui anche se si ha un part time si ha il diritto di riposare. Le ferie sono infatti di fondamentale importanza per il recupero fisico e mentale e permettono al dipendente di staccarsi dal lavoro, ridurre lo stress e riposarsi. Ecco come controllare quelle maturate, godute e residue in busta paga e come si effettua il calcolo.

Che cosa sono le ferie maturate?

Tutti i lavoratori dipendenti sia a tempo pieno che part time, qualunque sia la qualifica, hanno diritto annualmente a un determinato numero di ferie. Il calcolo inzia dal primo giorno di lavoro e prosegue fino alla fine del rapporto lavorativo.

Il decreto legislativo numero 66 dell’8 aprile 2003, inoltre, comunica che ogni lavoratore ha diritto ad almeno 4 settimane di ferie pagate all’anno. La metà (due settimane), poi, deve essere presa in maniera consecutiva. Proprio per rispettare tale requisito, molte aziende decidono di chiudere almeno per due settimane ad agosto in modo tale da permettere ai dipendenti di riposare.

In linea generale, se si ha un contratto distribuito su 12 mensilità, ogni mese si accumulerà 1/12 di giorni di ferie. Il calcolo di queste ultime, però, potrà variare in base al tipo di contratto che viene applicato. Più nel dettaglio, ogni mese, il dipendente maturerà un rateo ovvero un tot di ferie a condizione che abbia lavorato per almeno 15 giorni nell’arco del mese. Se il dipendente verrà assunto, ad esempio, il 19 del mese o licenziato il 7, non maturerà nulla in quel determinato mese.

Il Ccnl ovvero il Contratto collettivo nazionale di lavoro, in ogni caso, potrebbe prevedere delle regole diverse e più vantaggiose. Ad esempio, le ferie potrebbero maturare in base alle giornate o alle ore lavorate e non per forza su base mensile.

Per assenza dal lavoro come funziona?

A chi si chiede se le ferie maturano anche se si è assenti dal lavoro, la risposta è: dipende. Esse, infatti, continuano ad accumularsi durante il periodo di malattia, se c’è infortunio sul lavoro e in caso di congedo matrimoniale. Inoltre per la maternità obbligatoria, se si partecipa ai seggi elettorali e in caso di permesso retribuito.

La maturazione delle ferie, invece, si sospende in caso di malattia dei figli, per permessi e aspettative non retribuite, per congedo parentale e per funzioni pubbliche o cariche sindacali.

È dunque di fondamentale importanza distinguere tra i permessi retribuiti e non in quanto questi ultimi influenzano molto lo stipendio. Quando il lavoratore usufruisce di assenze non pagate, infatti, il salario viene ridotto in modo proporzionale al numero di giorni di assenza non coperti da retribuzione con la conseguenza che la busta paga risulterà più bassa.

Per capire a quanti giorni di ferie il lavoratore ha diritto, è necessario fare riferimento al contratto collettivo che regola il settore dell’azienda. Per quello del commercio, ad esempio, si accumulano 26 giorni di ferie all’anno che vengono calcolati su una settimana lavorativa di 6 giorni. I metalmeccanici, invece, maturano 4 settimane all’anno e il conteggio varia in base alla durata della settimana lavorativa che può essere di 5 o di 6 giorni. Anche il tipo di contratto è importante per stabilire il numero delle ferie.

Come si calcolano le ferie in busta paga

Ma come si effettua il calcolo delle ferie? In primis, come già detto, va consultato il contratto collettivo applicato. In esso sono specificati i giorni di ferie spettanti. Anche il cedolino è un documento chiave per controllare le ferie. Esattamente, nella parte inferiore sotto la voce “retribuzioni” si troveranno tre voci espresse in giorni o ore ovvero “ferie maturate”, “ferie godute” e “ferie residue”.

Ad esempio, a un lavoratore con contratto a tempo pieno (40 ore a settimana e 5 giorni di lavoro a settimana) spetteranno 4 settimane di ferie all’anno, in media 20 giorni. Se si divide 20 per 12 mesi, il risultato sarà di 1,66 giorni di ferie circa al mese. Solitamente nella busta paga le ferie sono espresse in giorni.

È però possibile convertire tale valore in ore moltiplicandolo per 8 che corrisponde al numero standard di ore lavorative giornaliere. Se nella sezione ferie maturate, quindi, compare il valore 1,66 giorni, per ottenere il corrispettivo delle ore si dovrà eseguire il calcolo 1,66×8 che è uguale a 13,28 ore di ferie maturate. Tale metodo di conversione è utile per avere un riferimento preciso in termini di ore, soprattutto per gestire orari flessibili o contratti part-time.

Dove si leggono le ferie maturate in busta paga

Il documento ufficiale nel quale sono riportate tutte le notizie inerenti allo stipendio, alle tasse e ai diritti economici del lavoratore, come le ferie, è la busta paga. Come spiegato, tale voce si trova di solito nella parte inferiore del documento e si divide in tre categorie principali: le ferie maturate, le godute e le residue. Queste ultime sono quelle che non ancora non sono state utilizzate.

In base alle pratiche aziendali, poi, il numero di ferie può essere inserito in due modalità diverse. La prima è che in busta paga si può trovare già nel mese di gennaio il totale annuale di tutte le ferie che spettano per l’intero anno. La seconda è che il numero dei giorni di ferie si può trovare mese per mese in quanto viene sommato il nuovo valore a quello precedente.

Alcune buste paga, inoltre, riportano due diciture specifiche che sono ferie Ap e ferie Ac. Le prime sono quelle relative all’anno precedente, maturate ma non utilizzate. Le altre invece riguardano l’anno corrente ovvero quelle che il dipendente sta accumulando. Grazie a queste importanti informazioni, il lavoratore ha la possibilità di monitorare il numero di giorni o le ore di ferie disponibili, sia quelle accumulate che quelle residue.

Le ferie residue come si calcolano?

Come spiegato, le ferie residue sono quelle non utilizzate nell’anno precedente ma maturate. Esse vanno utilizzate entro un determinato periodo per cui è fondamentale che l’ufficio delle risorse umane aggiorni con regolarità il calcolo delle ferie residue e lo riporti nella busta paga.

Se esse sono espresse in giorni si utilizza la sigla G mentre se sono espresse in ore la sigla O. Per effettuare il calcolo delle ferie residue, quindi, si devono sommare le ferie non utilizzate nell’anno precedente con quelle dell’anno corrente sottraendo quelle godute nel mese attuale. Potrebbe succedere che il saldo sia negativo in quanto il dipendente ha utilizzato più ferie di quelle maturate. In quel caso, le nuove che si matureranno il mese successivo serviranno per ripristinare un saldo positivo.

Entro quando si devono consumare le ferie maturate?

Sono i datori di lavoro a decidere quando i dipendenti potranno usufruire delle ferie retribuite secondo l’articolo 2109 del Codice Civile. Ciò non significa che decideranno unilateralmente quando ogni lavoratore andrà in vacanza. L’azienda, infatti, comunicherà i periodi nei quali si potrà godere delle ferie tenendo conto delle esigenze aziendali. Sarà però essenziale anche considerare le preferenze e le necessità dei lavoratori.

In linea di massima, il dipendente potrà utilizzare almeno 2 della 4 settimane minime di ferie nell’anno in cui si sono accumulate in modo continuativo. Le residue dovranno invece essere consumate entro 18 mesi dalla fine dell’anno in cui sono state maturate. Qualora sia necessario, però, queste ultime potranno essere suddivise anche in periodi. Nel caso in cui esistano degli accordi sindacali grazie ai quali le ferie prevedono un numero maggiore di giorni rispetto a quelli stabiliti dalla legge, poi, le regole per la fruizione potrebbero essere diverse.

In ogni caso, l’obbligo di versare i contributi per le ferie non godute va verificato mensilmente soprattutto se i termini di fruizione sono diversi rispetto a quelli stabiliti dalla legge o dai contratti collettivi.

Qualora il datore di lavoro non rispetti il diritto alla ferie, come detto, può incorrere infatti in sanzioni amministrative che vanno dai 480 ai 1.800 euro se la violazione riguarda 5 o più lavoratori e si è verificata per 2 anni. L’ammenda da pagare va invece da 960 a 5.400 euro se le violazioni riguardano più di 10 lavoratori e si sono verificate in almeno 4 anni. Le medesime sanzioni, poi, si applicano anche nel caso in cui il periodo di ferie venga monetizzato invece di essere goduto.

Se non si utilizzano le ferie maturate che succede?

Nel caso in cui il dipendente non utilizzi tutte le ferie maturate, il datore di lavoro deve anticipare la contribuzione sulla base delle ferie residue. La contrattazione collettiva può estendere a diciotto mesi il termine per il godimento delle ferie ma non può rinviare il periodo di fruizione oltre un limite che potrebbe compromettere il godimento delle stesse. Se il dipendente utilizza le ferie non godute, il datore di lavoro può recuperare i contributi anticipati usando la causale “ferie” all’interno del sistema UniEmens.

Controllare le ferie non godute è quindi importantissimo sia per il dipendente che per il datore di lavoro. Soprattutto quest’ultimo, infatti, può evitare multe e sanzioni e può pianificare le ferie in anticipo evitando che si creino dei problemi.

Gli strumenti più adatti per il monitoraggio delle ferie sono carta e penna o un foglio di lavoro su Microsoft Excel. Il datore di lavoro potrebbe inoltre avvalersi di un software per la gestione del personale che calcolerà in automatico inserendo i dati, le ferie maturate, godute e residue di ogni dipendente.