Partita IVA agricola: cos’è e quali sono i regimi

Tutto ciò che occorre sapere sulla partita IVA agricola, dai regimi previsti ai costi, fino ai vantaggi previsti

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Redazione

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La partita IVA agricola è una specifica tipologia di posizione fiscale, dedicata solo ad aziende e privati che operano nel mondo agricolo, siano questi coltivatori diretti o imprenditori. Nella normativa italiana, per imprenditore agricolo si intende una persona che possiede una partita IVA e si occupa della coltivazione del terreno, della selvicoltura e/o dell’allevamento di animali.

Operare in tale ambito richiede necessariamente l’iscrizione della propria attività al Registro delle Imprese, presso la Camera di Commercio, con conseguente richiesta di partita IVA (codice Ateco 01).

Come aprire la partita IVA agricola

Per avviare un’attività come libero professionista nel settore agricolo, è fondamentale aprire una partita IVA agricola per poter emettere fatture regolarmente. Nel caso di imprese agricole, nelle quali possono essere presenti più soci, la legge richiede che almeno uno di questi soci abbia il titolo di Imprenditore Agricolo Professionale. In tale situazione, la partita IVA sarà associata alla società e non al singolo lavoratore.

Chiunque fosse interessato potrà fare richiesta alla Coldiretti o all’Agenzia delle Entrate sfruttando il sistema ComUnica per l’invio dei dati necessari in modalità telematica. Sul sito della Coldiretti, si potranno trovare i moduli necessari da presentare insieme a una copia del documento di riconoscimento. Bisognerà però prestare attenzione alla lista dei moduli, poiché essi potrebbero variare in base al tipo di azienda che si intende avviare.

Uno dei requisiti principali per aprire una P.Iva agricola è che il nome della società dovrà includere la dicitura “società agricola”. Inoltre, almeno il 50% del reddito complessivo dovrà derivare dall’attività agricola. Se l’imprenditore lavora su un terreno di sua proprietà, dovrà presentare la visura catastale e il certificato di proprietà del terreno.

A fronte delle agevolazioni fiscali di cui si potrà godere, il costo per l’apertura di una partita IVA agricola non è particolarmente significativo. Al momento dell’apertura si dovranno versare 100 euro per il cosiddetto “diritto camerale”. L’imprenditore dovrà inoltre versare un altro contributo, stavolta riguardante l’INPS, per una cifra intorno ai 1500 euro.

I regimi fiscali della partita IVA agricola

Sono tre i regimi fiscali previsti per chi decide di aprire una partita IVA agricola, eccoli:

  • Regime di esonero: si applica agli imprenditori agricoli che non hanno superato i 7.000 euro di reddito nell’anno precedente, di cui almeno due terzi dovranno derivare da attività agricole. Questo regime offre diverse agevolazioni: non è necessario registrare le fatture emesse e nemmeno i corrispettivi per calcolare l’imposta. In più, non c’è alcun obbligo di presentare la dichiarazione annuale dell’IVA. Tuttavia, ciò non significa che si possa eliminare la documentazione relativa agli acquisti. Essa dovrà comunque essere conservata insieme alle copie delle autofatture emesse ai clienti e alle bollette doganali;
  • Regime speciale: si tratta della soluzione adottata per la detrazione dell’IVA che viene calcolata in modo forfettario. Si sfrutta in questo caso una percentuale di compensazione su quello che è il reddito totale. Con questo regime, il reddito che viene preso in considerazione è unicamente quello frutto della cessione dei prodotti agricoli. Le aliquote sono fissate al 7.5% per gli allevamenti di suini, caprini, ovini, cavalli, piccioni, volatili, asini, muli e bardotti; al 7% per i bovini vivi e al 12.5% per i vini di uva fresca (eccezion fatta per i liquorosi e alcolizzati). Per questo specifico regime, gli imprenditori sono chiamati a tenere un preciso registro dei corrispettivi dove indicare le compravendite effettuate nell’arco dell’anno fiscale. Allo stesso tempo si dovrà tenere un registro IVA degli acquisti e uno delle fatture;
  • Regime ordinario: in questo caso non viene posto alcun limite sia ai guadagni annuali che alle esportazioni. Ogni imprenditore dovrà tenere un preciso registro contabile, versare l’IVA e seguire l’imposizione fiscali ordinaria, assumendo dipendenti.

I vantaggi della partita IVA agricola

Aprire una partita IVA agricola è essenziale per avviare questi tipi di attività imprenditoriale. Nonostante i costi e le normative da seguire, ci sono diversi vantaggi da considerare:

  • imposta catastale fissa all’1% per l’acquisto di terreni;
  • accesso a numerosi finanziamenti;
  • rivalutazione fiscali dei redditi fondiari al 5% invece del 15%;
  • imposta ipotecaria fissa ridotta del 50%.