Dal 26 gennaio sono pronti a partire i primi assegni di inclusione, la misura a sostegno delle famiglie in difficoltà economica voluta dal Governo Meloni per sostituire il Reddito di cittadinanza. Si tratta di 635 euro in media destinati al momento a circa 500mila nuclei familiari. Una platea quasi pari alle richieste ricevute al suo debutto nel 2019 per il sussidio bandiera del Movimento Cinque Stelle.
La platea
Se infatti, secondo i dati dell’Inps, il 90 per cento degli aventi diritto all’Assegno di inclusione sono ex percettori del Reddito di cittadinanza, dal calcolo dei potenziali destinatari mancherebbero ancora 200mila richiedenti, stimati dall’Ente di previdenza in un totale di 737mila famiglie (qui avevamo parlato
Molte domande però non sarebbero state inviate, dato che i Caf, i centri di assistenza fiscale che rappresentano uno dei canali attraverso i quali è possibile fare richieste del sussidio, avrebbero cominciato ad offrire il servizio soltanto da questo mese (qui tutte le informazioni su come fare domanda per l’Assegno di inclusione).
“Le esperienze passate – ha spiegato al Messaggero, il direttore generale dell’Inps, Vincenzo Caridi – ci dicono che, trattandosi di una prestazione rivolta a nuclei fragili, molti utilizzeranno patronati e Caf per presentare l’istanza, quindi una prima sostanziale valutazione potremo farla solo a fine gennaio. Nel contempo, va tenuto in considerazione che l’attuale dinamica del mercato offre più opportunità rispetto al passato. Inoltre, la tipologia dei richiedenti dell’assegno di inclusione non può coincidere con quella del reddito di cittadinanza, considerato che le nuove misure sono personalizzate sulle esigenze delle persone e non in maniera indifferenziata come per il vecchio sussidio”.
“Se andiamo a sommare le platee del Supporto per la formazione e il lavoro e dell’Adi credo che siamo in linea con il numero di nuclei di reddito di cittadinanza pagati nel 2023” ha aggiunto il direttore generale dell’Istituto di previdenza.
A differenza del Rdc, il possesso dei requisiti dell’Assegno di inclusione, di cui abbiamo parlato qui, saranno controllati a monte prima di fare partire gli accrediti per ogni richiedente.
Il calendario
Gli accrediti del 26 gennaio riguarderanno le domande per l’Adi presentate dal 18 dicembre al 7 gennaio, ma lo stesso Istituto di previdenza ha pubblicato il calendario con le date degli altri accrediti per i richiedenti che hanno fatto domanda successivamente:
- per le domande presentate dopo il 7 gennaio e comunque entro il 31 gennaio, con PAD sottoscritto entro il 31 gennaio 2024 ed esito positivo dell’istruttoria, il pagamento della mensilità di competenza di gennaio verrà disposto dal giorno 15 febbraio. Dal giorno 27 febbraio verrà pagato l’importo del mese corrente (febbraio); pertanto, il pagamento, sebbene avviato a febbraio, prevederà il riconoscimento anche della mensilità di gennaio;
- per le domande presentate dal mese di febbraio (e analogamente, per le domande presentate nei mesi successivi), il primo pagamento verrà disposto dal giorno 15 del mese successivo a quello di sottoscrizione del patto di attivazione digitale; i successivi pagamenti, verranno disposti il giorno 27 del mese di competenza.
L’Inps ha spiegato, inoltre, che in caso di sottoscrizione tardiva del patto di attivazione digitale del nucleo familiare (Pad) ”il riconoscimento del beneficio decorrerà dal mese successivo a quello di sottoscrizione del pad stesso” (qui la guida sull’Assegno di inclusione).