Sicurezza, sicurezza e ancora sicurezza. La richiesta di sicurezza sul luogo di lavoro da parte dei lavoratori, soprattutto di quelli più esposti, arriva sempre più perentoria, e irrinunciabile. In Italia la normativa di riferimento in materia di sicurezza sul lavoro è costituita dal D. Lgs. 81/2008 che elenca le misure generali di tutela di sicurezza aziendale, poi integrate dalle misure di sicurezza previste per specifici rischi o settori di attività. Ma, nonostante la legge, lo scenario è tutt’altro che rassicurante.
Considerando il solo 2024, secondo i dati Inail relativi ai primi due mesi dell’anno le denunce di infortunio sul lavoro sono già stati 92.711, +7,2% rispetto a gennaio-febbraio 2023, di cui ben 119 con esito mortale. In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 14.099 (+35,6%). Tutto questo anche con costi per le finanze pubbliche esorbitanti, visti i risarcimenti che spettano e che devono essere erogati per legge.
L’analisi territoriale mostra un aumento significativo delle denunce di infortunio, con la maggiore crescita registrata nel Nord-Ovest (+10,2%), seguito da Centro (+7,5%), Nord-Est (+5,9%), Isole (+4,8%), e Sud (+4,2%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali troviamo la Provincia autonoma di Trento (+19,3%), la Lombardia (+11,6%), l’Umbria (+11,1%), e il Piemonte (+10,4%). Solo Abruzzo e Basilicata registrano un calo delle denunce di infortunio (-2,2% e -1,2% rispettivamente).
“La sicurezza sul posto di lavoro, oggi più che mai, viene considerata una priorità dai professionisti di tutto il mondo” spiega a QuiFinanza Luca Romano, Safety Manager di KONE Italy & Iberica, azienda leader nel settore degli smart elevator, gl ascensori intelligenti. “Come prova ulteriore faccio fede a quanto riportato da alcune fonti di portata internazionale. Secondo “State of Employee Safety Report”, a livello globale, il 97% dei lavoratori considera la sicurezza una priorità“.
Dott. Romano, cosa c’è a suo avviso dietro questa richiesta così pressante da parte dei singoli worker?
Questa esigenza nasce come conseguenza di una serie di incidenti e fatti tragici che ogni anno, stando a quanto indicato dall’International Labour Organization, portano a quasi 3 milioni di morti sul lavoro a causa di infortuni o malattie correlate (+5% rispetto al 2015). Sulla medesima scia, Euronews ha diffuso recentemente un altro approfondimento, secondo cui nel Vecchio Continente la Francia detiene il record negativo con il maggior numero di morti sul posto di lavoro, ovvero circa 2 ogni giorno.
E in Italia?
Da noi il trend si conferma preoccupante, come dimostrano i dati Inail: 119 incidenti mortali solo nei primi due mesi dell’anno corrente: significa +19% rispetto al 2023.
Alla luce di questi numeri, è possibile invertire la rotta e salvaguardare la sicurezza e la salute dei singoli professionisti?
La risposta è assolutamente sì. Il cambiamento può essere innescato dalle aziende globali che, attraverso iniziative mirate, sono in grado di promuovere al loro interno una ‘safety culture‘ forte e distintiva. Noi di KONE ad esempio dal 2012 promuoviamo la ‘Safety Week’, che quest’anno abbiamo celebrato dal 13 al 17 maggio. Durante questa settimana l’intero team viene coinvolto in numerose attività, come corsi di formazione, test per gestire emergenze di varia natura ed eventi per sensibilizzare clienti e utenti. Realizzando soluzioni che hanno il compito di creare la migliore esperienza di people flow, ovvero consentire ai flussi di persone di spostarsi da un piano all’altro all’interno e tra gli edifici in modo sicuro e senza attese, abbiamo l’obbligo di prestare la massima attenzione ad ogni minimo dettaglio.
In pratica questo cosa significa?
In primis, mettere i nostri professionisti nelle migliori condizioni lavorative possibili. Ad esempio, grazie alla partnership con Hilti, azienda specializzata in soluzioni per l’edilizia, abbiamo implementato la piattaforma cordless Nuron per cantieri più sicuri, efficienti, produttivi e tecnologicamente all’avanguardia. Ma non ci limitiamo alla ‘Safety Week’, perché l’obiettivo di zero infortuni è raggiungibile solo se ciascuno di noi riuscirà quotidianamente a dare il proprio contributo, con un forte senso di responsabilità.
Com’è sempre più evidente, nel lavoro gioca e giocherà sempre di più un ruolo determinante la tecnologia. Anche rispetto alla sicurezza del lavoro le frontiere sono estremamente interessanti…
Certo. Spunti interessanti giungono ad esempio da ReadWrite, portale che mette in risalto la realtà virtuale in qualità di ‘danger detector‘. Grazie al virtuale è possibile scansionare vari ambienti a cadenza variabile per individuare pericoli o rischi per i dipendenti e i professionisti e apportare modifiche o ammodernamenti mirati ed efficaci. Ma non è tutto, perché oggi esistono anche robot di ultima generazione che fungono da ‘risks tester’, ossia in grado di provare determinati macchinari o strumenti e verificarne la pericolosità, in modo da tutelare nel migliore dei modi i lavoratori. Non solo: il British Safety Council definisce nel dettaglio i cosiddetti wearable devices, ovvero dispositivi che, una volta posizionati sulle divise dei dipendenti, possono tracciare i loro movimenti, mettere in risalto i potenziali pericoli in base all’attività svolta e, in seguito, inviare dei feedback accurati ai responsabili di reparto, che saranno chiamati a valutare ed eventualmente a modificare i carichi di lavoro oppure l’organizzazione logistica di alcuni processi operativi.
E infine, l’Intelligenza artificiale…
All’interno di questo scenario in grande evoluzione non poteva mancare l’Intelligenza artificiale. Secondo Linkedin, sensori dotati di AI vengono applicati in appositi reparti e uffici per segnalare gli incidenti e identificarne le cause. In questo modo è possibile intervenire, risolvendo il problema e salvaguardando la salute delle persone.