Big Tech, mazzata dall’Europa: nuova legge contro Facebook e Google

Il Digital Services Act, approvato dalle istituzioni comunitarie su iniziativa di Margrethe Vestager, pone nuovi paletti ai colossi del web in tema di fake news

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

In un periodo storico in cui il peso dei singoli Paesi sembra farsi sempre più debole al cospetto delle grandi multinazionali che da decenni cavalcano la globalizzazione a suon di fatturati record, sono mesi che l’Unione Europea cerca di riappropriarsi di alcune prerogative che in questa logica stanno sfuggendo sempre più al controllo dei governi e delle cancellerie internazionali.

Tra i temi che richiedono in maniera urgente una nuova e generale regolamentazione – frutto di una volontà politica e non di diktat imprenditoriali – c’è quello dell’esposizione informativa e mediatica dei cittadini di tutto il mondo, scaraventati nel giro di pochi anni in un sistema che permette a chiunque di connettersi con ogni angolo del globo in qualsiasi momento, con tutti i vantaggi ma anche i rischi che ne conseguono.

La lotta alla fake news dell’Ue

In questo quadro di estrema sovraesposizione agli stimoli di ogni genere, è sorto in maniera dirompente il problema delle fake news, vale a dire le notizie create ad arte per disinformare l’opinione pubblica. In molti lo ritengono un male sociale pericoloso, che rischia di portare a una degenerazione etica dei comportamenti. Ma c’è anche chi ancora oggi – nonostante le comprovate inchieste che evidenziano i danni causati anche ai singoli – prende questo fenomeno sotto gamba e lo derubrica a un piccolo prezzo da pagare per la rivoluzione tecnologica.

Non è di questo avviso la commissaria europea Margrethe Vestager, titolare della delega alla Concorrenza sin dal 2014, quando ancora non c’era Ursula von der Leyen e la Commissione europea era presieduta dal lussemburghese Jean-Claude Juncker. Da tempo Vestager si batte per contrastare la piaga delle fake news, ponendo nuovi paletti e creando regolamenti sempre più stringenti per chi contribuisce all’informazione mondiale sulle proprie piattaforme.

Cosa prevede il Digital Services Act

A finire nel mirino dell’esponente politico danese, proveniente dall’area della Sinistra radicale, sono state due delle realtà che più hanno contribuito a cambiare il mondo negli ultimi tempi, ossia Facebook e Google. L’Unione Europea infatti obbligherà le due Big Tech a controlli più stringenti sulle pubblicità e i contenuti condivisi sulle piattaforme online. Le nuove regole imposte ai colossi del web sono contenute in quello che è stato rinominato Digital Services Act.

Si tratta di un nuovo atto legislativo europeo, approvato su iniziativa proprio della commissaria, il cui obiettivo è quello di tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti online e che entrerà in vigore a partire dal 2024. Nel testo passato al Parlamento di Strasburgo viene inserito l’obbligo per le multinazionali del web di comunicare le modalità di contrasto delle notizie false.

Inoltre bandisce la manipolazione pubblicitaria e consente ai governi di chiedere la rimozione di materiale illegale. Le istituzioni europee potranno così portare avanti un’azione di contrasto effettiva alla criminalità digitale. La nuova legislazione permette infatti di sanzionare un’azienda con una multa fino al 6% del fatturato globale qualora non dovesse collaborare con le autorità comunitarie. Il Dsa potrebbe avere davanti un percorso tortuoso, date le difficoltà che la sua applicazione potrebbe incontrare a livello internazionale. Di certo c’è che finalmente i legislatori si muovono contro le fake news.