Big Tech, mazzata dall’Europa: nuova legge contro Facebook e Google

Il Digital Service Act, approvato dalle istituzioni comunitarie su iniziativa di Margrethe Vestager, pone nuovi paletti ai colossi del web in tema di fake news

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Redazione

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In un periodo storico in cui il peso degli Stati nazionali sembra farsi sempre più debole al cospetto delle grandi multinazionali che da decenni cavalcano la globalizzazione a suon di fatturati record (raggiunti con metodi più o meno discutibili legati allo sfruttamento umano e delle risorse), sono mesi che l’Unione europea cerca di riappropriarsi di alcune prerogative che in questa logica stanno sfuggendo sempre più al controllo dei governi e delle cancellerie internazionali.

Tra i temi che richiedono in maniera urgente una nuova e generale regolamentazione – frutto di una volontà politica e non dei diktat imprenditoriali – c’è quello dell’esposizione informativa e mediatica dei cittadini di tutto il mondo, scaraventati nel giro di pochi anni in un sistema che permette a chiunque di connettersi con ogni angolo del globo in qualsiasi momento, con tutti i vantaggi ma anche i rischi che ne conseguono.

L’Unione europea e la lotta alle fake news: il nuovo regolamento di Margrethe Vestager contro Facebook, Twitter e Google

In questo quadro di estrema sovraesposizione agli stimoli di ogni genere, è sorto in maniera dirompente il problema delle fake news, ossia delle notizie create ad arte per disinformare l’opinione pubblica. In molti lo ritengono un male sociale pericoloso, che rischia di portare ad una degenerazione etica dei comportamenti. Ma c’è anche chi ancora oggi – nonostante le comprovate inchieste che evidenzino il danno causato alle persone – prende questo fenomeno sottogamba e lo derubrica ad un piccolo prezzo da pagare alla rivoluzione tecnologica.

Non è di questo avviso la commissaria europea Margrethe Vestager, titolare della delega alla Concorrenza sin dal 2014, quando ancora non c’era Ursula von der Leyen e la Commissione europea era presieduta dal lussemburghese Jean-Claude Juncker. La Vestager da tempo si batte per contrastare la piaga delle fake news, ponendo nuovi paletti e creando regolamenti sempre più stringenti per chi contribuisce all’informazione mondiale sulle proprie piattaforme.

Cosa prevede il Digital Service Act, nuovo regolamento europeo che pone nuove limitazioni ai poteri delle Big Tech

In particolare, a finire nel mirino dell’esponente politico danese (proveniente dall’area della Sinistra radicale) sono state due delle realtà che più hanno contribuito a cambiare il mondo negli ultimi tempi, ossia Facebook e Google. L’Unione europea infatti obbligherà le società Big tech a controlli più stringenti sulle pubblicità e i contenuti condivisi sulle piattaforme online. Le nuove regole imposte ai colossi del web sono contenute in quello che è stato rinominato Digital Service Act.

Si tratta di un nuovo atto legislativo europeo (approvato su iniziativa proprio della commissaria europea) che vuole tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti online e che entrerà in vigore a partire dal 2024. Nel testo passato al Parlamento di Strasburgo viene inserito l’obbligo per le multinazionali del web di comunicare le modalità di contrasto delle fake news: inoltre bandisce la manipolazione pubblicitaria e consente ai governi di chiedere la rimozione di materiale illegale. Le istituzioni europee potranno così portare avanti un’azione di contrasto effettiva: la nuova legislazione permette infatti di sanzionare un’azienda con una multa fino al 6 per cento del suo fatturato globale.