Gli Usa vogliono smantellare Alphabet. Il Dipartimento della Giustizia vorrebbe obbligare la società che controlla tutte le attività legate a Google, da Android a YouTube, di vendere il suo browser internet, Chrome. L’accusa è quella di abuso di posizione dominante nell’ambito della ricerca sul web e nella gestione dei dati degli utenti. La richiesta del Dipartimento di Giustizia si basa su una sentenza per una causa antitrust avviata dallo stesso governo degli Usa contro Alphabet. L’accusa aveva definito Google un bullo tecnologico e aveva ottenuto una netta vittoria, anche se sarà necessario aspettare l’appello e probabilmente anche una decisione della Corte Suprema per avere una decisione definitiva.
Gli Usa vogliono che Google venda Chrome
L’agenzia di stampa statunitense Bloomberg ha raccolto prove che dimostrerebbero l’intenzione del Dipartimento di Giustizia degli Usa (Doj) di smantellare parte di Google. In particolare, l’obiettivo sarebbe quello di costringere Alphabet, l’azienda proprietaria di tutti i prodotti legati a Google e dello stesso motore di ricerca, a vendere il suo browser per il web, Chrome.
Negli anni Chrome si è fatto strada in un mercato che in precedenza era molto variegato e vedeva come primo nel settore, nel 2008, Firefox con poco più del 20% degli utenti che lo preferivano a Internet Explorer o Safari. Nel giro di meno di 10 anni Chrome aveva già raggiunto le sue percentuali di quote di mercato attuali: il 65% degli utenti utilizza il browser di Google, più del triplo di quelli che preferiscono Safari, il browser proprietario di Apple, installato sugli iPhone.
Al resto della concorrenza rimangono soltanto percentuali residuali. Edge, il browser ufficiale di Microsoft, si prende il 5% degli utenti, con Firefox, Samsung Internet e Opera che si spartiscono ognuno circa il 2% di chi naviga su internet. Secondo gli Usa questo non sarebbe però il risultato di una sana concorrenza, ma dell’abuso di una posizione dominante da parte di Google prima e di Alphabet poi.
La sentenza che vuole smontare Alphabet
Il Doj è forte di una sentenza di una corte federale americana che all’inizio di agosto ha deciso in suo favore nella prima causa antitrust avviata da un dipartimento del governo federale degli Usa in questo millennio. L’accusa della Casa Bianca era chiara: Alphabet utilizza accordi commerciali con altre aziende per rendere il suo motore di ricerca predefinito su migliaia di dispositivi.
In questo modo attrae gli utenti sulle sue piattaforme, impedendo una sana concorrenza e stabilendo un monopolio di fatto sul mercato delle inserzioni pubblicitarie su internet. Google ha sempre risposto che gli utenti scelgono le sue soluzioni per la maggiore qualità che offre rispetto alla concorrenza.
Anche se si tratta di una sentenza di primo grado, che quindi dovrà superare appello e probabilmente anche l’esame della Corte Suprema, si tratta di una solida base per intervenire sulla posizione dominante di Google e di Alphabet. La vendita obbligata di Chrome potrebbe permettere a un’altra grande azienda di fare concorrenza a Google o portare alla formazione di un colosso della navigazione web totalmente indipendente dalle attuali aziende tecnologiche che controllano il mercato.