Il Fisco ci spia con Google Maps e Earth? Così i governi scovano gli evasori

Una notizia che ritorna puntuale ogni estate. Vediamo cosa c'è di vero, e come funzionano le strategie adottate dai governi contro l'evasione fiscale

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Avrete forse letto in questi giorni titoloni acchiappaclick, anche da parte di testate autorevoli, in merito al Fisco che ci “spierebbe” attraverso Google Maps. Cerchiamo di fare chiarezza e spiegare bene di cosa si tratta.

Iniziamo col dire che si tratta di una notizia che, più o meno ogni estate da qualche anno a questa parte, viene rilanciata, soprattutto quando si parla di tasse, case vacanze, piscine e proprietà irregolari e/o abusive.

Cosa sono le fonti aperte

Il preambolo d’obbligo per capire di cosa stiamo parlando è che le cosiddette fonti aperte sono una risorsa essenziale per l’Agenzia delle Entrate e per la Guardia di Finanza, perché consentono di individuare elementi utili in caso di indagini e accertamenti sui nostri redditi.

L’evasione fiscale è una vera emergenza per l’Italia, perché toglie risorse importanti, altera la libera concorrenza e distorce le scelte economiche, creando inefficienze nel mercato e situazioni di non equità. Molto banalmente, se solo si riuscisse a dimezzarla, si stima che si potrebbero creare oltre 300mila nuovi posti di lavoro. Il premier Draghi in questo senso ha un piano molto preciso.

Da diversi anni ormai alcuni Paesi hanno ufficializzato l’uso delle fonti aperte come metodo di reperimento di informazioni utili alla definizione del “profilo fiscale” di ciascuno di noi.

L’Agenzia delle Entrate sottolinea la necessità di mantenere e sviluppare in maniera strutturata i rapporti di collaborazione e coordinamento tra l’Agenzia delle entrate e gli altri soggetti istituzionali quali la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’INPS, l’INAIL, la SIAE e gli enti territoriali, per individuare le strategie comuni di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali attraverso un costante scambio di dati e informazioni e per selezionare con sempre maggiore tempestività ed efficacia situazioni potenzialmente a rischio.

Cosa può fare il Fisco per controllarci

Già dal 2016 il Fisco italiano, nell’elencare le azioni per la prevenzione e il contrasto all’evasione fiscale, fa riferimento alle fonti aperte.

L’AE e le Fiamme Gialle possono attingere, ad esempio, ad articoli di giornale, siti web, social network ecc. per reperire o verificare informazioni su di noi. Google Maps, come Google Earth e altri strumenti simili, diventano in questo senso molto strategici.

Se per esempio dichiariamo di avere un reddito molto basso, e questo ci consente di pagare pochissime tasse, o non pagarle proprio, e magari di accedere a forme di sostegno pubblico e poi però abbiamo una villa con piscina visibile grazie al 3D di Google Maps o un’auto costosa parcheggiata in garage, beh allora abbiamo un problema. Enorme.

Al di là naturalmente degli aspetti morali, che qui certo non ci interessano, c’è il fatto che stiamo dichiarando il falso e stiamo frodando lo Stato. E questo ha gravissime conseguenze sia di natura fiscale che legale.

L’ha chiarito la stessa Agenzia delle Entrate con la circolare n.16/E/2016 nel quale viene esplicitato che, dal punto di vista operativo, si utilizzano tutte le informazioni riscontrabili dalle diverse banche dati, ma anche quelle che pervengono da altre fonti, incluse fonti aperte, per cui lo scenario informativo è, scrive l’AE, “ampio e variegato”.

Fanno parte inoltre del patrimonio informativo dell’Agenzia anche i dati che, a vario titolo, pervengono dalle autorità fiscali estere. Si fa particolare riferimento allo scambio automatico e massivo di informazioni su soggetti residenti in Italia con redditi di fonte estera, com’è stato nel caso della cosiddetta “lista Dubai” che l’Italia ha chiesto alla Germania.

Come viene usato Google contro l’evasione

Tornando a Google Maps, Google Earth, Google Street View e simil, attraverso un particolare algoritmo i programmi sono in grado di identificare proprietà di lusso, come ad esempio campi da tennis, piscine e grandi residenze private, consentendo al sistema di confrontare quanto riportato dai proprietari con quanto fotografato dai satelliti.

Il fisco può utilizzare Google per cercare indizi, insomma. I governi sfruttano le immagini satellitari di Google Earth per localizzare ville di campagna, piscine e proprietà. Google Maps e Street View per scovare auto di lusso, lavori costosi ecc.

Fisco e Google Maps in Francia

Questa tecnologia è già sperimentata in diversi Paesi. In Francia, ad esempio, è stata introdotta una speciale misura antievasione nella Legge di Bilancio 2020.

Il Consiglio Costituzionale, dopo aver accertato che la norma è compatibile con i diritti dei cittadini e non viola la loro privacy, ha dato il via libera al controllo dei social network per verificare che non ci siano delle anomalie tra il tenore di vita dei cittadini rispetto a quanto dichiarato al fisco.

A partire dal 1° gennaio 2020 in via sperimentale e per 3 anni, il Fisco francese può quindi utilizzare degli algoritmi per controllare che lo stile di vita dei suoi cittadini sia in linea con quanto dichiarato nelle dichiarazioni dei redditi.

Il progetto è anche promosso dall’Unione Europea, che ha stanziato importanti fondi per lo sviluppo di un sistema informatico basato sull’intelligenza artificiale in grado di contrastare l’evasione fiscale a livello europeo.

Fisco e Google Maps nel Regno Unito

Già nel 2013 qualcosa di molto simile era stato avviato nel Regno Unito. L’evasione fiscale costa al governo del Regno Unito più di 14 milioni di dollari l’anno.

Il governo del Regno Unito aveva iniziato allora a utilizzare Google Earth per controllare le proprietà dei contribuenti per identificare la spesa in eccesso da parte di coloro che sono in debito con il fisco.

L’Her Majesty’s Revenue and Customs (HMRC), il dipartimento del governo britannico incaricato di riscuotere le tasse, si è focalizzato sulle proprietà degli inglesi per la riscossione delle tasse per individuare spese non dichiarate, come ristrutturazioni di case o auto costose. Considerando che Google Earth fornisce solo una vista dall’alto verso il basso, l’HMRC ha anche incorporato Google Street View per vedere meglio.

Fisco e Google Maps in Grecia

Non è la prima volta che Google Earth viene utilizzato per questo scopo e può essere davvero utile per scoprire le frodi fiscali. Nel 2010, non molto tempo dopo aver subito un gravissimo collasso economico, anche la Grecia ha utilizzato Google Earth per trovare proprietà non dichiarate.

È stato particolarmente utile per identificare le piscine che i greci hanno rifiutato di dichiarare nelle tasse, scoprendo più di 16mila persone che non erano stati precedentemente registrate.