Cos’è la funzione di Hash e a cosa serve

Scopri qual è il significato di hashing, le sue funzionalità e in cosa consiste l'hash rate

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

L’hashing è la pratica di prendere una stringa, creata per memorizzare dati in file e rappresentarla con un valore hash determinato da un algoritmo che crea una stringa diversa rispetto all’originale. In pratica ogni algoritmo è progettato in modo unico e funziona come un generatore casuale di codici.

L’hashing in informatica ha diverse applicazioni, fra le più comuni sicuramente c’è l’hash crittografico, che riveste un ruolo fondamentale nel campo della sicurezza e della protezione dei dati. Un esempio pratico? L’hash rate delle criptovalute: ne riparleremo più sotto, non appena avremo fornito qualche utile nozione introduttiva.

Hashing: cos’è e perché aumenta la sicurezza?

L’hashing è il processo di conversione di una determinata chiave in un altro valore, espresso sotto forma di codice alfanumerico. La funzione hash viene utilizzata per generare un nuovo valore secondo un algoritmo matematico e unidirezionale, ovvero senza possibilità di riconvertire l’hash nella chiave originale.

Se volessimo semplificare al massimo il significato di hashing, potremmo parlare di un ‘concentrato di dati’. Per quanto, infatti, usare il termine compressione dei file non sia esatto, rende però l’idea del processo: la riduzione di un set di dati, anche molto grande, in un formato ottimale per salvaguardare lo spazio di memoria.

Il codice alfanumerico, noto come hash, ha una lunghezza fissa e si utilizza per rappresentare parole, messaggi e dati di qualsiasi lunghezza. Ma è davvero così utile nella pratica? Decisamente sì, specialmente se applicato nei progetti crittografici che utilizzano vari algoritmi di hashing per la sicurezza dei dati.

Esempio protezione dati con hashing

Un hacker accede ad un database e identifica la stringa originale “ID carta di Mario 12345”. A quel punto sarà un gioco da ragazzi raccogliere i dati e sottrarre tutte le informazioni per usarle indebitamente a proprio vantaggio. Se quella medesima stringa è rielaborata con la funzione di hash, però, l’hacker in questione troverà un codice come “7e06f3b91240672e95d88fc1616ce5f6”: un’informazione del tutto inutile a meno che non riesca a trovare la chiave per decifrarla.

Mining e hashing: qual è il nesso?

Se ci si avvicina al mondo delle criptovalute, quasi certamente ci si imbatterà nel termine hashing. Del resto, si tratta del processo alla base dell’estrazione delle monete digitali da parte dei minatori (miners). Molte persone a questo punto sono tentate di alzare bandiera bianca: concetti troppi criptici e termini da addetti ai lavori. Ti suggeriamo di non farlo, perché è sufficiente trovare le risorse di approfondimento giuste per avere chiaro il funzionamento delle criptovalute.

In questo contesto, ci interessa sottolineare come ogni blocco di dati transazionali che viene aggiunto alla blockchain, passi dalla soluzione di complessi problemi matematici da parte dei minatori. La potenza di calcolo delle loro macchine viene messa al servizio di un unico obiettivo: creare un hash che soddisfi determinati requisiti in termini di valore numerico. E poiché ogni hash è del tutto casuale, possono servire milioni di ipotesi (hash), prima che il minatore riesca ad estrarre un nuovo blocco.

Quando ciò accade, il minatore è ricompensato con una quantità precisa di monete digitali ‘fresche di conio’. Questo ‘concorso’ ha regole precise non solo nelle modalità di estrazione, ma anche per quanto concerne il valore dei premi: la quantità di monete regalate (si fa per dire!) al minatore, subisce un dimezzamento programmato per ridurre in modo incrementale l’offerta nel corso del periodo di estrazione delle criptovaluta. Per intendersi per Bitcoin, a partire dal 2021, i minatori ricevono 6,25 monete ogni volta che estraggono un nuovo blocco. Nel 2024 la quota si dimezzerà e i premi delle nuove estrazioni scenderanno a 3,125 Bitcoin per blocco.

Cos’è l’hash rate e perché è importante?

L’hash rate è l’unità di misura che indica la potenza di elaborazione della rete Bitcoin. Ogni minatore per estrarre BTC utilizza una macchina (hardware) con una specifica potenza e velocità di calcolo: maggiore è la potenza, minore è il tempo che serve al miner per inviare il codice corretto ed estrarre Bitcoin.

Non solo, l’hash rate misura anche la sicurezza del network: un hash rate alto significa che molte risorse sono dedicate all’elaborazione delle transazioni sulla blockchain, un fattore che alza la resistenza nei confronti di eventuali attacchi hacker. Come? Rendendo difficile la vita ai malintenzionati che dovrebbero investire enormi somme di denaro per un hashing sufficiente a controllare il 51% della rete.