Con il crescente numero dei contagi, sono sempre di più le persone che hanno contratto il Covid in attesa della terza dose. Molti di questi, ottenuto il super green pass per avvenuta guarigione, potranno quindi rimandare il vaccino booster per altri mesi, consapevoli di essere ancora coperti da un certo grado di immunità. Diversi esperti, tuttavia, continuano a promuovere la campagna vaccinale anche nei confronti di chi si è già ammalato, perché ricevere il vaccino è più sicuro e rafforza la memoria immunitaria del paziente. E una recente scoperta potrebbe dare loro ragione.
Vaccino dopo positività al Covid: cosa sappiamo sulla “superimmunità”
Secondo quanto emerso da uno studio condotto dalla Oregon Health and Science University (consultabile per intero qui), chi si è vaccinato dopo essere guarito dal Covid oggi ha sviluppato una sorta di “superimmunità“, descritta dagli scienziati come una “protezione doppia” contro la malattia.
La ricerca è stata condotta durante l’ondata delle infezioni Delta negli Stati Uniti e non fa altro che affermare quanto già sostenuto dai CDC americani, per cui le persone con un vaccino fatto a seguito di una precedente infezione da Covid hanno essenzialmente meno probabilità di contrarre il virus.
Cosa cambia con la variante Omicron
Lo studio USA, come già anticipato sopra, ha analizzato in particolare i pazienti risultati positivi alla variante Delta. Su Omicron, quindi, ci sono ancora pochi dati a disposizione (un recente studio sui nuovi sintomi “spia” del virus, i primi a manifestarsi).
Dall’Australia, però, arriva una nuova ricerca, che deve essere ancora soggetta a revisione e che pare arrivare alle stesse conclusioni della Oregon Health and Science University. Una “superimmunità”, infatti, pare svilupparsi anche nelle persone positive a Omicron e sottoposte alla vaccinazione dopo essere guarite.
Perché è importante vaccinarsi
Da tutte le ricerche che hanno provato a far luce sulla superimmunità, ad oggi, è emerso un dato interessante riguardo l’efficacia dei vaccini, ovvero: pare che la vaccinazione sia in grado di fornire una base per la “superimmunità” ma solo se si viene infettati in seguito alla prima o seconda dose.
La superimmunità, quindi, non funziona senza le basi della vaccinazione in atto, poiché un’infezione naturale da sola non è in grado di produrre nulla oltre agli anticorpi post guarigione (che non sempre si sviluppano). Non a caso, le persone vaccinate che hanno contratto il Covid durante l’ondata Delta hanno prodotto alti livelli anticorpi, che sono arrivati ad essere 1.000% volte più efficaci di quelli generati da chi si era ammalato senza aver prima fatto il vaccino. “Non solo il livello degli anticorpi è alto, ma la capacità di neutralizzare in modo incrociato diverse varianti è notevolmente alta”, ha detto a Insider Fikadu Tafesse, coautore dello studio dell’Oregon.
Il vaccino, quindi, continua ad essere l’arma principale per contrastare la pandemia da Covid, oltre al monitoraggio e alla prevenzione.
E a proposito di monitoraggio, QuiFinanza ha sentito Franco Leoni, che ci ha spiegato il fenomeno dei cd. “falsi positivi”).