Tra preferenze e voto disgiunto, come si vota in Lazio e Lombardia

Dall’alternanza di genere alla preferenza data ad una lista staccata dal candidato: cosa prevede il meccanismo del voto regionale e quando aprono i seggi

“Il voto regionale in Lazio e in Lombardia sarà il primo vero test per verificare se il governo guidato da Giorgia Meloni goda ancora del consenso dello scorso settembre oppure se qualcosa inizia davvero ad incrinarsi”. Se c’è una cosa su cui sembrano essere concordi sia i partiti di maggioranza che quelli di opposizione è la valenza che la tornata elettorale di questo fine settimana avrà per il cammino dell’esecutivo nei prossimi mesi.

Non lo hanno detto a chiare lettere solo Giuseppe Conte e tutti i 4 candidati alla segreteria nazionale del Partito Democratico, speranzosi di trovare nuova linfa dal voto nelle due regioni. Lo sostengono anche diversi esponenti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, con l’ex premier Silvio Berlusconi che ha parlato di una “sorta di referendum” per la coalizione durante la chiusura della campagna elettorale a Milano.

Elezioni in Lazio e Lombardia, tutti i candidati in corsa

Saranno quasi 16 milioni i cittadini chiamati alle urne tra domenica 12 e lunedì 13 febbraio. La maggior parte sono in Lombardia, dove il corpo elettorale supera quota 10 milioni: qui la scelta è tra il governatore uscente Attilio Fontana, volto noto della Lega sostenuto da tutto il centrodestra, e l’eurodeputato Pierfrancesco Majorino, esponente dell’ala più radicale del PD, già consigliere comunale a Milano e assessore della giunta di Beppe Sala. È sua l’impresa di aver radunato sotto lo stesso ombrello i dem e i grillini, con il Movimento 5 stelle che ha deciso di sostenerlo in virtù delle battaglie ambientaliste del suo programma. Il paradosso è invece quello del Terzo Polo di Carlo Calenda, che ha optato per il sostegno a Letizia Moratti, già assessore regionale della giunta uscente, ex sindaca di Milano con Forza Italia oltre dieci anni fa, oggi convertita al centrismo.

Anche nel Lazio la situazione è più complicata di quello che sembra. Qui il patto tra PD e M5S – che hanno sostenuto insieme Nicola Zingaretti negli ultimi cinque anni – si è rotto per la scelta di Enrico Letta di puntare su Alessio D’Amato, che ha appena concluso il suo mandato da assessore regionale alla Sanità. Su di lui punta anche il Terzo Polo, mentre il partito di Beppe Grillo ha presentato una propria candidata alternativa, la giornalista Donatella Bianchi. A Roma il centrodestra – dato ampiamente in vantaggio da tutti i sondaggi – ha scelto Francesco Rocca, avvocato e presidente nazionale della Croce Rossa.

Elezioni in Lazio e Lombardia, come si vota e quante preferenze si possono esprimere

I seggi saranno aperti nella giornata di domenica dalle ore 7 alle 23, mentre lunedì si potrà votare dalle 7 alle 15. Nelle consultazioni regionali non esiste una legge elettorale uniforme per l’intero territorio nazionale, anche se ci sono alcuni capisaldi che caratterizzano tutti i sistemi di voto. Innanzitutto parliamo di un proporzionale a turno unico, senza ballottaggio e con un premio di maggioranza per la coalizione che arriverà prima. Il nuovo presidente potrà dunque contate su numeri solidi in Consiglio regionale anche se i partiti che lo sostengono non dovessero superare il 50% delle preferenze.

Per gli elettori, le modalità di voto saranno 4:

  • è possibile votare solo un candidato presidente, tracciando una croce sul suo nome;
  • si può votare un candidato presidente e una lista a lui collegata, con due croci distinte;
  • si può effettuare il voto disgiunto, scegliendo un candidato presidente e allo stesso tempo una lista a lui non collegata;
  • è possibile votare solo una lista, anche se in quest’ultimo caso il voto viene attribuito direttamente anche al candidato presidente collegato.

È possibile esprimere due preferenze tra i nomi presenti in una stessa lista, ma devono rispettare l’alternanza di genere, pena l’annullamento della seconda scelta effettuata.