Covid in miglioramento, ma queste regioni rischiano zona arancione e rossa

Contagi in discesa, e terapie intensive e ricoveri ordinari stabili a livello nazionale. Ma alcune regioni rischiano il cambio colore il 7 febbraio

Pubblicato: 31 Gennaio 2022 15:15

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Contagi in discesa, e terapie intensive e ricoveri ordinari stabili a livello nazionale. Gli ultimi dati relativi alla situazione Covid nel nostro Paese fotografano un lieve miglioramento.

La situazione delle terapie intensive

Secondo i dati elaborati da Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornati alla sera di domenica 30 gennaio, l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, a livello nazionale, da parte di pazienti Covid, è da 2 giorni ferma al 16%, mentre nelle 24 ore aumenta in 5 regioni/province autonome e scende in altrettante 5.

In aumento di 1 punto percentuale nelle 24 ore ci sono Emilia Romagna (che sale così al 17%), Friuli Venezia Giulia (25%), provincia autonoma di Trento (al 28%) e Piemonte (20%), mentre l’Umbria registra un aumento di 4 punti percentuali (salendo così al 13%).

In discesa, sempre di 1 punto percentuale, Basilicata (che si attesta al 5%), Calabria (15%), Liguria (16%), Marche (23) e Provincia autonoma di Bolzano (10%). Tutte le altre regioni restano stabili. Al momento l’occupazione più alta si registra nella Provincia autonoma di Trento al 28%, la più bassa in Basilicata al 5%.

La situazione delle aree non critiche

A livello nazionale, continua a essere stabile anche l’occupazione media da parte di pazienti Covid nei reparti di area non critica degli ospedali, che da quattro giorni è ferma al 30%. Nelle 24 ore si registra un aumento in cinque regioni/province autonome, un calo invece in 4 aree, mentre tutte le altre restano stabili.

Nel dettaglio, l’incremento maggiore si registra in Friuli Venezia Giulia che, con +3 punti percentuali, si attesta al 40%. Più lieve l’aumento nelle altre regioni, che registrano una crescita dell’1%: Liguria (al 39%), Province autonome di Bolzano (22%) e Trento (28%) e Umbria (al 31%). Le regioni che registrano un calo, di 1 punto percentuale, sono la Sicilia (che scende al 38%) e la Toscana (al 26%). Più marcata la diminuzione per il Molise, con -3 punti percentuali (20%), e per la Valle d’Aosta, a -4 punti (al 41%).

La regione con la percentuale più alta di occupazione di posti letto Covid resta la Valle d’Aosta con il 41%, quella più bassa il Molise al 20%.

Incidenza Covid: chi colpisce di più adesso

Guardando ai dati riportati nell’ultimo bollettino Iss, relativi al periodo 17-23 gennaio, si osserva una lieve diminuzione dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 1.661 per 100mila abitanti, contro 1.691 della settimana precedente. L’Istituto Superiore di Sanità però sottolinea che la valutazione degli indicatori, tra cui l’incidenza settimanale, è resa meno affidabile a causa del forte ritardo di notifica di 9 Regioni, quindi i numeri potrebbero non essere precisi.

La fascia di età che registra il più alto tasso di incidenza settimanale per 100mila abitanti è la fascia d’età 0-9 anni, con un’incidenza pari a 3.110, subito seguita dalla fascia d’età 10-19, dove si registra un’incidenza pari a 2.667.

Al momento, l’incidenza più bassa, ma sempre molto elevata, si rileva nelle fasce di età superiori agli 80 anni (603 per la fascia 80-89 e 798 per gli over 90) che presentano anche una maggiore copertura vaccinale sia con ciclo completo che con dose di richiamo.

Nel periodo 5 gennaio-18 gennaio, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,97, in diminuzione rispetto alla settimana precedente e finalmente al di sotto della soglia epidemica. Diverse Regioni hanno però segnalato ritardi nell’inserimento dei dati e, come dicevamo, questi valori potrebbero essere sottostimati.

Guardando ai dati Iss dell’intera settimana, si nota come il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva continui a diminuire, arrivando al 17,5%, rispetto al 17,8% della settimana scorsa. Il numero assoluto di persone ricoverate in terapia intensiva diminuisce leggermente, passando da 1.715 a 1.691, con un decremento relativo dell’1,4%.

Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale, sempre sull’intera settimana, è invece ancora aumentato ed è pari al 30,7%. Il numero di persone ricoverate in queste aree è in aumento da 19.448 a 20.037 (25/01/2022) con un incremento relativo del 3%.

La mappa dei colori all’1 febbraio

Anche se non possiamo assolutamente dirci al sicuro, né tantomeno abbassare la guardia, ciò che risulta evidente è che la variante Omicron si mostra al momento meno aggressiva della Delta e delle precedenti.

4 Regioni sono classificate a rischio alto, 9 Regioni o Province autonome risultano classificate a rischio moderato. Tra queste, 3 sono ad alta probabilità di progressione a rischio. 8 sono classificate a rischio basso.

Nessun cambio di colore per le regioni italiane lunedì 31 gennaio. “Non succedeva da settimane” che non si verificassero passaggi di fascia in Italia, ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza. Ecco quindi i colori delle regioni ad oggi:

  • zona bianca: Basilicata, Molise e Umbria.
  • zona gialla: Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Province autonome di Bolzano e di Trento, Puglia, Sardegna, Toscana e Veneto
  • zona arancione: Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Sicilia e Valle Aosta.

Le regioni a rischio lunedì 7 febbraio

Lunedì 7 febbraio, invece, ecco chi potrebbe cambiare colore:

  • potrebbero passare in rosso: Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, che hanno entrambe il tasso di ricoveri da zona rossa, ma a salvarle potrebbe essere il tasso di occupazione delle rianimazioni
  • potrebbero passare in arancione: Lazio e Marche, che hanno già dati da zona arancione, rischia anche la Provincia autonoma di Trento
  • potrebbero passare in giallo: l’Umbria, che ha già entrambi i dati da zona gialla.

Come abbiamo più volte spiegato, il governo sta comunque valutando il superamento del sistema a colori, in modo da far rimanere solo la zona rossa.

Ricordiamo che una Regione passa in zona rossa in presenza di:

  • un’incidenza pari o superiore a 150 casi per 100mila abitanti e se si verificano entrambe queste condizioni
  • il tasso di occupazione dei posti letto in area medica per pazienti affetti da Covid è superiore al 40%
  • il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva per pazienti Covid è superiore 30%.