Truffa del falso rimborso Inps da 715 euro, rischi per il conto corrente e i dati personali

E-mail false dell’Inps promettono rimborsi inesistenti per rubare dati bancari: è una truffa studiata nei minimi dettagli per ingannare gli utenti e svuotare conti correnti

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 18 Febbraio 2025 07:55

Le truffe digitali non smettono mai di reinventarsi e ora puntano dritto al portafoglio con una nuova operazione di phishing mascherata da comunicazione ufficiale dell’Inps. La solita vecchia tattica, ma con un tocco in più di cinismo: email perfettamente confezionate che parlano di rimborsi fiscali inesistenti, pronte a svuotare i conti di chiunque abbocchi. La diffusione è stata rapida, con migliaia di cittadini presi di mira attraverso messaggi studiati per sembrare affidabili e autorevoli.

La truffa Inps con e-mail ingannevoli

Il 2025 è appena iniziato e già il web è infestato da nuove esche digitali. Tra le truffe più spudorate c’è quella che sfrutta il logo dell’Inps per far abboccare gli utenti meno sospettosi. La tecnica è vecchia, dati i tantissimi esempi di phishing e di smishing, ma il packaging è nuovo di zecca: e-mail costruite con precisione chirurgica, tono rassicurante e la promessa di un rimborso fiscale che non arriverà mai.

Le segnalazioni si moltiplicano: caselle di posta invase da comunicazioni fasulle, tutte spedite da un falso indirizzo Inps. Il tranello è sempre lo stesso: un link da cliccare per confermare l’identità o aggiornare i dati bancari. Una finta burocrazia che maschera il vero intento dei truffatori, ovvero svuotare conti correnti con l’abilità di un prestigiatore.

La truffa del falso rimborso da 715 euro

Le e-mail truffaldine riproducono lo stile istituzionale con una fedeltà quasi inquietante. Messaggi ben scritti, nessun errore di battitura, linguaggio impeccabile: tutto studiato per convincere le vittime a fidarsi. Una volta cliccato sul link-trappola, l’utente finisce su un sito falso che replica perfettamente l’originale dell’Inps. Qui viene invitato a inserire dati personali e finanziari, spalancando la porta ai truffatori.

Uno degli esempi più diffusi riguarda un falso avviso sull’Assegno unico. Il testo è subdolo e accattivante: “Gentile cliente, la informiamo che il nostro sistema automatico Inps ci ha indicato che lei soddisfa tutti i requisiti e le condizioni per recuperare l’importo di 715 euro sulle tasse o contributi pagati nell’anno 2022. Tuttavia abbiamo provato a effettuare il pagamento tramite bonifico bancario ma l’operazione non è andata a buon fine perché i suoi dati bancari risultano inesatti”. Segue il classico invito a cliccare su un link fraudolento per “risolvere il problema”.

L’Inps ha già confermato l’ondata di e-mail ingannevoli che girano sfruttando il richiamo dei 715 euro. Una cifra calcolata ad arte per sembrare verosimile e spingere le persone a cliccare senza pensarci due volte. Il trucco è sempre lo stesso: minacciare un pagamento fallito e offrire una soluzione apparentemente semplice. Dietro le quinte, però, si muove la solita rete di criminali digitali pronti a svuotare conti e appropriarsi di identità altrui.

Le conseguenze del phishing

Cadere nella rete dei truffatori digitali non significa solo perdere qualche euro, ma spalancare le porte a un furto d’identità che può trasformarsi in un incubo finanziario. Nome, codice fiscale, indirizzo e-mail e – peggio ancora – coordinate bancarie finiscono nelle mani sbagliate. I criminali possono usare queste informazioni per svuotare conti, attivare prestiti o vendere i dati nel mercato nero del web. A complicare le cose, il sito trappola potrebbe anche nascondere malware pronti a infettare dispositivi personali, rendendo la situazione ancora più grave.

Sul sito Inps ufficiale gli esperti di sicurezza insistono su alcune regole base per non finire nel mirino:

  • cestinare senza esitazioni e-mail sospette che parlano di rimborsi, bonus o altre promesse improbabili;
  • verificare sempre il mittente, perché basta un dettaglio fuori posto nell’indirizzo per smascherare la truffa;
  • non inserire mai informazioni personali o bancarie in siti raggiunti tramite link ricevuti via email;
  • segnalare i tentativi di truffa alla Polizia Postale e all’Inps per evitare che altri cadano nella stessa trappola.

L’Inps ha ribadito più volte che non comunica mai rimborsi via e-mail. Chi riceve messaggi di questo tipo dovrebbe chiudere subito la pagina e non pensarci due volte prima di segnalare il tentativo di frode.