Conti svuotati con un sms: la nuova truffa dilaga in Italia

La truffa consiste in sms tramite i quali l’hacker si finge una persona nota alla vittima o comunque un soggetto di cui potersi fidare

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il recente evento accaduto a Milano, nel quale un uomo ottantenne ha subito la perdita di ben 241.000 euro, ha focalizzato l’attenzione sul pericoloso fenomeno denominato Spoofing, una frode architettata da malintenzionati al fine di sottrarre denaro dalle tasche delle vittime ignare. Ma in cosa consiste precisamente lo Spoofing? E quali sono le strategie efficaci per contrastarlo?

La truffa con l’Sms

Il termine Spoofing denota una frode informatica che coinvolge diverse tecniche di falsificazione dell’identità. Nel contesto del “Spoofing telefonico”, in particolare, si tratta di contattare la vittima utilizzando un numero falso, al fine di far credere che la chiamata provenga da qualcun altro, come amici, parenti o rappresentanti di istituti bancari. Le persone, ingannate dal numero visualizzato, tendono a rispondere, finendo così nella trappola.

Questo metodo è stato ideato dai criminali poiché sempre meno persone rispondono a chiamate provenienti da numeri sconosciuti. Tuttavia, vedendo numeri noti come quelli dei familiari o degli impiegati delle banche, le persone sono più inclini a rispondere, e i truffatori lo sfruttano a loro vantaggio. Grazie alle nuove tecnologie, sono in grado di mascherare il loro numero, rendendo più difficile identificarli. Coloro che cadono nel tranello possono finire per fornire informazioni molto sensibili.

I truffatori riescono a compiere questa azione grazie alla tecnologia VoIP, che consente di manipolare la visualizzazione del numero sul display del telefono della vittima. Esistono anche altri programmi che consentono di effettuare lo stesso tipo di frode.

Il caso di Milano

Ecco il caso scioccante di Milano. Un uomo ottantenne è stato vittima di uno Spoofing, perdendo la cifra incredibile di 241.000 euro. Secondo quanto riportato da Il Giorno, tutto è iniziato con un messaggio ricevuto dall’anziano. Il truffatore si è fatto passare per un operatore del servizio clienti della banca della vittima, avvertendolo di un attacco informatico in corso sui suoi conti correnti e suggerendo di cliccare su un link specifico per avviare una procedura di sicurezza.

Credendo di essere in contatto con la propria banca, l’anziano ha seguito le istruzioni alla lettera. Successivamente, ha ricevuto una chiamata da un presunto operatore del servizio antifrode, confermando l’attacco informatico e convincendolo a trasferire tutti i suoi risparmi su conti correnti “sicuri”. Così, è stato derubato di ben 241mila euro.

Dopo la denuncia, sono state avviate indagini da parte del Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica Lombardia, sotto la supervisione della procura della Repubblica di Milano. L’operazione investigativa, nota come “Portorico”, ha durato circa un anno e ha portato all’individuazione di 18 soggetti in Toscana e Campania, tutti coinvolti, in vario modo, in questa truffa aggravata.

Come difendersi

La polizia postale sottolinea l’importanza di prestare grande attenzione alle telefonate alle quali si decide di rispondere e di non divulgare mai informazioni personali sensibili. È essenziale essere consapevoli del fatto che con lo Spoofing i criminali possono non solo simulare i numeri di banche o parenti, ma anche quelli delle autorità, come la polizia postale stessa. Recentemente, sono stati segnalati casi in cui le vittime sono state contattate da falsi operatori della polizia.

Le autorità competenti consigliano quindi di evitare di rispondere a chiamate provenienti da numeri sconosciuti e di non richiamare nel caso in cui si riceva una sola chiamata senza risposta. È importante anche non condividere il proprio numero di telefono online, sui social media o nelle chat, e mai rivelare i propri dati personali a individui sconosciuti.