Sciopero balneari, quali stabilimenti chiudono e per quante ore: tutti i dettagli

Gli stabilimenti balneari chiuderanno per alcune ore. Lo sciopero, previsto per il 9 agosto, è relativo all'inizio delle gara per le concessioni

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Ad agosto molti stabilimenti balneari in Italia rimarranno chiusi per protesta. Lo “sciopero”, indetto dalla Federazione italiana pubblici esercizi e dalla Federazione sindacale della Confesercenti, è rivolta contro le politiche del governo Meloni sulle concessioni balneari. Vediamo quando e per quanto tempo sarà impossibile frequentare gli stabilimenti.

Sciopero dei balneari: data e orario

La Federazione italiana pubblici esercizi e la Federazione sindacale della Confesercenti, rappresentanti delle imprese del turismo e dei balneari, hanno programmato uno sciopero per venerdì 9 agosto.

Gli stabilimenti e le attività in concessione su spiagge e aree demaniali che parteciperanno alla protesta apriranno due ore più tardi del consueto, non alle 8 del mattino, ma alle 10.

Questo significa che lo sciopero dei balneari del 9 agosto sarà di 2 ore, un tempo ristretto per causare disagi, ma si tratta di un modo per attirare l’attenzione.

Quali stabilimenti chiudono?

Lo sciopero coinvolgerà una vasta gamma di stabilimenti balneari lungo le coste italiane. L’adesione varia da regione a regione e da comune a comune.

In alcune località turistiche di punta, come la Riviera Romagnola, la Costiera Amalfitana e la Versilia, si prevede una partecipazione significativa.

La Federazione italiana pubblici esercizi e la Federazione sindacale della Confesercenti hanno comunicato che la lista degli stabilimenti aderenti sarà disponibile sui loro rispettivi siti web, invitando i turisti a verificare localmente le specifiche adesioni per evitare disagi.

I motivi dello sciopero: scadenza concessioni

Lo sciopero è stato organizzato in risposta alle politiche del governo Meloni sulle concessioni balneari, un tema caldo che affligge il settore da anni. Nonostante il governo si sia sempre dichiarato contrario alle gare per le concessioni balneari, non è riuscito a bloccarle. La scadenza delle concessioni è prevista per la fine del 2024, con le prime gare che dovrebbero tenersi a gennaio 2025. Alcuni enti locali, come quelli della Toscana, hanno già iniziato a organizzare le gare.

I balneari lamentano la mancanza di criteri nazionali uniformi per le gare, cosa che permette a ogni ente locale di stabilire le regole in autonomia, creando disparità di trattamento tra una località e l’altra. Inoltre, le associazioni di categoria richiedono il riconoscimento di un indennizzo economico per i concessionari uscenti.

In Italia infatti le concessioni balneari si tramandano spesso di generazione in generazione, in violazione della direttiva europea “Bolkestein” del 2006, che impone all’Italia di mettere a gara le concessioni per aprire il mercato alla concorrenza. Dal 2006, i vari governi italiani hanno rinviato la scadenza delle concessioni, prorogandole. L’ultima proroga è stata voluta dall’attuale governo di Giorgia Meloni, che nella legge di bilancio del dicembre 2022 ha esteso le concessioni fino alla fine del 2024.

La situazione ha generato insicurezza e preoccupazione tra i concessionari, che vedono in pericolo il loro futuro lavorativo. Lo sciopero del 9 agosto rappresenta quindi non solo un segnale di protesta contro la gestione delle concessioni, ma anche un appello per una riforma del settore che tenga conto delle esigenze e delle richieste dei balneari.