Significato e conseguenze del reato di peculato

Scopri con QuiFinanza le caratteristiche del reato di peculato e quali sono pene previste.

Foto di Silvia Baldassarre

Silvia Baldassarre

Avvocato Civilista

Iscritta all'Ordine degli Avvocati di Milano nel 2011 dopo il conseguimento della laurea in Giurisprudenza a pieni voti, ha maturato esperienza professionale in diversi studi civilistici di Milano.

Il peculato è un reato che rientra tra i delitti contro la Pubblica Amministrazione e viene commesso da un pubblico ufficiale o dall’incaricato di un pubblico servizio: ecco in che cosa consiste precisamente questo reato, quali sono le sue origini storiche e quali sono le conseguenze previste dalla legge per sanzionare chi è stato dichiarato colpevole di questo reato.

Che cos’è il peculato

L’etimologia di peculato deriva dal termine latino pecus che significa “gregge” e si lega al reato che veniva commesso: infatti in epoca romana il de peculato era il reato che si commetteva quando si rubava il bestiame, mentre in un secondo momento ha assunto il significato che ha al momento nel diritto italiano. Il reato di peculato risale alla Lex Iulia, promulgata da Giulio Cesare, che lo ha trasformato nell’appropriazione illecita di denaro pubblico.

Nel codice del 1930, questo reato è previsto e disciplinato dagli articoli 314 e 316 c.p. e si configura quando “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria (…)”. La condotta può avvenire in più modi come l’alienazione del bene, la dissipazione, il rifiuto della restituzione e il furto.

Esempi di reato di peculato

Per entrare nello specifico e capire la fattispecie di reato, ecco qualche esempio di peculato:

  • se un tesoriere comunale, o un altro funzionario che amministra denaro statale, si appropria di somme appartenenti all’ente pubblico, commette un reato di peculato;
  • se un dirigente pubblico obbliga un proprio sottoposto a dedicare le sue ore di lavoro a procurare vantaggi personali al dirigente, sottraendo tempo alle sue mansioni, anche in questo caso compie un reato di peculato.

Quali sono le pene di peculato

Dopo aver analizzato il significato di peculato, è importante capire quali sono le sanzioni che vengono comminate a chi commette questo reato. Secondo l’articolo 314 del Codice Penale, viene disposto che “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di danaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni e sei mesi”. L’applicazione della pena della reclusione dai 6 mesi ai 3 anni avviene quando il colpevole ha agito con lo scopo di fare uso momentaneo della cosa e dopo l’abbia restituita.

L’articolo 316, invece, sancisce che “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, il quale, nell’esercizio delle funzioni o del servizio, giovandosi dell’errore altrui, riceve o ritiene indebitamente, per sé o per un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”. Perché si manifesti questa particolare tipologia di peculato è fondamentale che l’errore del soggetto passivo sia spontaneo e non causato dal raggiro del pubblico ufficiale poiché in questo caso si tratterebbe di una truffa aggravata.

I termini di prescrizione per il reato di peculato

La prescrizione è un istituto che viene previsto sia nel diritto civile che penale. La sua ratio nel diritto penale è la rinuncia dello Stato a far valere la propria pretesa punitiva, in considerazione del tempo trascorso dalla commissione del reato. Il decorso di un più o meno ampio lasso di tempo può infatti comportare, a seconda dei casi, l’estinzione del reato per il quale non sia ancora stata pronunciata una definitiva sentenza di condanna oppure l’estinzione della pena comminata all’esito di un giudizio ormai concluso e tuttavia rimasta ineseguita.

Per il reato di peculato la prescrizione prevista è di 10 anni estendibile ad un massimo di 12 anni e 6 mesi. In ambito penale a differenza che nel civile, non vi è l’interruzione della prescrizione durante il processo quindi un reato come il peculato si prescrive nei termini pari alla pena massima stabilita per il reato, in questo caso 10 anni. In alcuni processi è prevista la possibilità di richiedere l’interruzione dei termini di prescrizione, ma non si potrà comunque superare un aumento del quarto del termine.

Perché è stato istituito il reato di peculato?

Il legislatore, istituendo questo tipo di reato, ha voluto tutelare la legalità, il buon andamento e l’imparzialità della Pubblica Amministrazione, principi che discendono dall’articolo 97 della Costituzione.

Se questo reato non fosse perseguito, i cittadini si troverebbero a sostenere delle spese in favore non dello Stato nella sua generalità e quindi della collettività, ma di un singolo dipendente pubblico nella sua individualità, in spregio alla funzione che ricopre e al servizio che svolge. Si tratta anche di una forma di tutela del patrimonio affidato alla Pubblica Amministrazione che evita sia cagionato un danno patrimoniale.