La disabilità è un tema cardine delle politiche sociali e del lavoro, in quanto rappresenta una sfida cruciale per garantire inclusione, pari opportunità e diritti a tutti i cittadini. Proprio per questo, novità di rilievo sono attese da qui ai prossimi anni, come ha ricordato Inps nel suo recente messaggio n. 2600. A seguito del varo del d. lgs. 62/2024, che ha ridefinito criteri e modalità di accertamento della condizione di disabilità, l’ente previdenziale (che in materia avrà competenza esclusiva da inizio 2027) ha spiegato che la riforma della disabilità estenderà progressivamente il suo perimetro a livello nazionale. Saranno infatti comprese nuove province nel percorso di sperimentazione delle rinnovate procedure di valutazione.
In particolare, il decreto Milleproroghe ha esteso la sperimentazione ad altre 11 province, portando così il numero complessivo a 20, e ha prolungato il periodo di test da un anno a due anni. Sono aggiornamenti mirati a garantire un periodo adeguato per valutare l’efficacia delle nuove regole, attive poi sull’intero territorio nazionale da gennaio 2027. Vediamo allora le novità in arrivo e cosa cambierà sul tema, la cui tutela riflette il grado di civiltà e giustizia sociale di un intero Paese.
Indice
Quali sono le province della sperimentazione
Attuata sul solco tracciato dalla Missione 5 Inclusione e Coesione del Pnrr, la riforma della disabilità mira a semplificare le procedure di accertamento della disabilità e valutazione della condizione sanitaria, basandola su criteri meglio calibrati sulla persona e sul suo ambiente di vita.
Ebbene, il messaggio Inps 2600/2025 contiene le prime istruzioni operative per la prosecuzione del percorso sperimentale di riforma e ricorda che dal primo gennaio scorso, ai sensi dell’art. 33 del citato decreto, è stata avviata una prima fase sperimentale nelle province di:
- Brescia;
- Catanzaro;
- Firenze;
- Forlì-Cesena;
- Frosinone;
- Perugia;
- Salerno;
- Sassari;
- Trieste.
Gli 11 nuovi territori dal 30 settembre
Come previsto dal Milleproroghe, dal 30 settembre la sperimentazione del procedimento di valutazione di base e della valutazione multidimensionale e del progetto di vita individuale (art. 33, commi 1 e 2, d.lgs. 62/2024), sarà estesa alle province di:
- Alessandria;
- Genova;
- Isernia;
- Lecce;
- Macerata;
- Matera;
- Palermo;
- Teramo;
- Vicenza.
Riguarderanno anche:
- la regione autonoma della Valle d’Aosta
- la provincia autonoma di Trento.
Per i territori della Regione autonoma della Valle d’Aosta e della Provincia autonoma di Trento non sarà previsto l’intervento dell’ente nella gestione del procedimento di accertamento della disabilità. Qui, infatti, la competenza resterà agli uffici regionali e provinciali.
Certificato medico introduttivo e stop alla domanda amministrativa
Inoltre, Inps sottolinea che una delle maggiori novità della riforma in oggetto è data dalla nuova modalità di avvio del procedimento valutativo di base, che prevede l’invio digitale a Inps del nuovo certificato medico introduttivo.
Si tratta di un documento essenziale all’aggiornata procedura per la presentazione dell’istanza, mirata all’accertamento della condizione di disabilità. L’introduzione di un procedimento valutativo di base semplificato vedrà Inps come unico soggetto accertatore.
Al contempo, l’ente ricorda che l’interessato non dovrà più inviare la domanda amministrativa anche tramite i servizi degli istituti di patronato o intermediari autorizzati.
Distinta dal certificato medico introduttivo, quest’ultima è l’istanza formale che la persona presenta all’ente previdenziale per chiedere il riconoscimento dell’invalidità civile, dello stato di handicap o di altre condizioni legate alla disabilità.
Serve oggi ad avviare l’iter di accertamento davanti alla commissione medica e ad accedere a prestazioni economiche e benefici assistenziali.
Il 30 settembre data spartiacque: scadenze, regole e disciplina
Inps comunica anche che tutti i certificati medici introduttivi redatti fino al 29 settembre prossimo con le attuali modalità (pre-riforma), nelle province interessate dalla seconda fase della sperimentazione, devono essere inderogabilmente ultimati con la trasmissione all’Inps della domanda amministrativa entro la data del 29 settembre.
Per velocizzare la procedura, i cittadini possono far riferimento ai servizi professionali offerti dagli istituti di patronato o altri intermediari autorizzati.
Come detto, infatti, a partire dalla data spartiacque del 30 settembre 2025, nelle citate province, l’avvio del procedimento per l’accertamento della condizione di disabilità dovrà aversi soltanto con il nuovo certificato medico introduttivo.
In cosa consiste la sperimentazione sulla disabilità
Ricapitolando, il percorso di attuazione territoriale della riforma della disabilità prevede una sperimentazione biennale, divisa in due fasi, che ci si concluderà il 31 dicembre 2026, con l’estensione a tutti i territori del Paese.
Le principali novità sono tre:
- l’unificazione e standardizzazione del processo di accertamento sanitario, gestito dall’ente previdenziale;
- l’introduzione di una valutazione multidimensionale che considera autonomia e contesto;
- la semplificazione delle procedure di revisione.
La via tracciata dal legislatore faciliterà la verifica dell’effettiva condizione di disabilità e l’intensità dei sostegni necessari (si pensi ad esempio ai cosiddetti accomodamenti ragionevoli).
Ogni persona con disabilità avrà diritto all’elaborazione e attivazione di un progetto di vita individuale e partecipato, in modo da definire con familiari e professionisti un percorso che tenga conto di personali esigenze, aspirazioni e desideri, anche in termini abitativi, scolastici, sociali e lavorativi.
Nelle province al momento non rientranti nella sperimentazione continuerà a valere la procedura di riconoscimento dell’invalidità civile indicata dalla circolare Inps n. 42 di quest’anno, in attesa dell’entrata in vigore della nuova disciplina di accertamento della disabilità in tutta Italia.