Agenzia delle Entrate ancora in tilt, come fare il 730 online

Mentre si avvicina la scadenza del 30 maggio, il sito dell’Agenzia delle Entrate torna offline. Protestano commercialisti e utenti, con il Codacons che chiede un intervento urgente

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 28 Maggio 2025 13:09

Per chi volesse entrare sul sito dell’AgenziadelleEntrate e analizzare la sua dichiarazione dei redditi precompilata, si troverà di fronte un’amara sorpresa. Perchè il sito è al momento irraggiungibile; come home page infatti appare solo il messaggio “Il sistema non è al momento disponibile. Ci scusiamo per il disagio”. Questo dopo che anche nei gironi scorsi c’erano state delle problematiche per entrare sul sito.

I motivi dello stop

Ignote le cause del malfunzionamento e finora non sono state diffuse comunicazioni ufficiali per spiegare le cause né da parte dell’Agenzia delle Entrate né da parte di Sogei, la Società Generale d’Informatica del Ministero dell’Economia e delle Finanze che gestisce anche questo portale. Sembra che la causa possano essere i numerosi accessi alla precompilata 2025, che si aggiungono alle ordinarie attività gestite telematicamente, che stanno mettendo sotto stress il portale del Fisco.

Non è la prima volta che la piattaforma subisce rallentamenti. Il 16 maggio, cioè il giorno dopo che è stata aperta la procedura di modifica del 730 precompilato, sono stati riscontrati altri problemi di accesso, forse per il numero elevato di accessi. I tanti accessi legati alla precompilata 2025, che si aggiungono alle ordinarie attività gestite telematicamente, sembra stiano mettendo sotto stress il portale del Fisco.

Altro spostamento di scadenze in vista?

E questo può essere un problema per moltissimi italiani, date le scadenze fiscali di venerdì 30 maggio. Quando il 16 maggio il sito era andato il tilt, l’Agenzia delle Entrata aveva deciso di spostare le scadenze fissate per quel giorno al 30 dello stesso mese, ma visti i numerosi accessi il problema si è ripresentato.

Per il momento, non è dato sapere se anche in questo caso ci sarà uno spostamento di date per le scadenze. Resta attendere le note dell’Agenzia per saperlo.

Le lamentele dei commercialisti

Si resta in ogni caso in attesa di sviluppi, ma l’ennesimo stop manda su tutte le furie l’Anc, Associazione nazionale commercialisti, definendo lo stallo “intollerabile”:

“Ennesimo blocco del sito dell’Agenzia delle Entrate, che da questa mattina presenta gravi malfunzionamenti che non permettono l’utilizzo dei servizi telematici fondamentali per l’invio delle dichiarazioni fiscali”.

Sui social si moltiplicano le proteste dei professionisti, che mostrano foto del portale in tilt, la stessa apparsa il 16 maggio.

Anche il Codacons contro l’Agenzia delle Entrate

Un disservizio che deve portare il governo a intervenire urgentemente “per garantire a cittadini e commercialisti un accesso costante ed efficiente al sito dell’Agenzia delle Entrate”. Lo afferma il Codacons, commentando i nuovi problemi tecnici che stanno interessando oggi la piattaforma.

“Ancora una volta il sito dell’Agenzia è interessato da problemi che impediscono ai contribuenti di accedere alle dichiarazioni dei redditi precompilate ed inviare documentazione al Fisco, e ai commercialisti di utilizzare i servizi telematici della piattaforma – spiega il Codacons – Un disservizio che fa seguito a quello dello scorso 16 maggio e che costrinse la stessa Agenzia a prorogare al 30 maggio il termine per le scadenze fiscali e contributive”.

La situazione infatti arreca un danno in termini di attese e perdite di tempo ad una vasta platea di soggetti, con quella che ormai è a tutti gli effetti una carenza tecnica del servizio che secondo l’associazione vanno risolte in modo definitivo “perché è intollerabile che il sito di riferimento per le operazioni fiscali in Italia sia oggetto di continui disservizi e malfunzionamenti e non riesca a far fronte alla mole di accessi da parte dei contribuenti”, conclude il Codacons.