Studio shock di Unicef: lo smog uccide 90 bambini a settimana

In Europa e Asia centrale, l'inquinamento atmosferico uccide 16 bambini al giorno e, nel 2019 ha causato la morte di più di 5.800 bambini e adolescenti

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Nel corso del 2019, oltre 5.800 bambini e adolescenti residenti in Europa e Asia centrale hanno tragicamente perso la vita a causa dell’inquinamento dell’aria. Questo dato impressionante rivela che l’85% di questi giovani non è nemmeno riuscito a celebrare il loro primo compleanno, corrispondente a una media di 90 bambini ogni settimana. Queste drammatiche statistiche emergono da un recente studio condotto dall’UNICEF e presentate in un Policy Brief odierno.

Regina de Dominicis, Direttore regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale, ha messo in luce l’impatto devastante dell’inquinamento atmosferico sui più giovani. Ha affermato: “I polmoni dei bambini, essendo più fragili, subiscono le conseguenze più gravi dell’inquinamento atmosferico, causando danni alla loro salute e al loro sviluppo, talvolta costando loro la vita. Ridurre l’inquinamento dell’aria e limitare l’esposizione dei bambini a sostanze tossiche è cruciale per la loro salute, ma anche per la società nel suo complesso. Ciò comporta una diminuzione dei costi sanitari, un miglioramento nell’apprendimento, un aumento della produttività e un ambiente più sicuro e pulito per tutti.”

Inquinamento atmosferico: un inizio senza fiato per i bambini

Il report intitolato “Innocence in Peril: The Disturbing Consequences of Air Pollution on Children in Europe and Central Asia” (Innocenza in pericolo: le inquietanti conseguenze dell’inquinamento atmosferico sui bambini in Europa e Asia Centrale) mette in evidenza una realtà preoccupante. I bambini esposti all’inquinamento atmosferico affrontano un rischio significativamente maggiore di gravi problemi di salute, tra cui infezioni respiratorie acute come la polmonite. Questa minaccia è particolarmente grave per i neonati e i bambini più piccoli, mettendo in luce la necessità di affrontare urgentemente il problema dell’inquinamento dell’aria per proteggere il futuro delle giovani generazioni.

I danni provocati ai polmoni dei bambini dall’inalazione di aria inquinata sono permanenti e aumentano il pericolo di sviluppare asma, malattie respiratorie e malattie cardiovascolari croniche, incluso il cancro. Inoltre, secondo il Policy Brief, l’inquinamento atmosferico può causare disturbi neurologici più avanti nell’età adulta a causa dei danni precoci che provoca al cervello dei bambini.

I bambini sono più esposti all’inquinamento atmosferico

Secondo il report, i bambini sono maggiormente esposti all’inquinamento atmosferico rispetto agli adulti a causa di specifiche caratteristiche fisiche e fisiologiche. Inizialmente, viene evidenziato che i bambini respirano a una velocità due volte superiore rispetto agli adulti e tendono a farlo spesso attraverso la bocca, il che comporta una maggiore assunzione di inquinanti. Inoltre, i bambini si trovano generalmente più vicini al suolo, dove gli agenti inquinanti si concentrano. Da un punto di vista fisiologico, i bambini risultano essere particolarmente vulnerabili all’inquinamento atmosferico a causa dell’infiammazione e dei danni che possono subire il cervello, i polmoni e gli altri organi durante un periodo di rapido sviluppo.

Inquinamento atmosferico in Europa e Asia: Italia tra le peggiori Ue

Nelle regioni di Europa e Asia centrale, la contaminazione dell’aria, in particolare derivante dalle particelle PM 2,5 e PM 10, è in gran parte attribuibile alle pratiche residenziali e commerciali. Queste pratiche comprendono l’uso di carbone e altri combustibili fossili per il riscaldamento e la cottura dei cibi.

L’Italia presenta un’aria di scarsa qualità. Cremona si posiziona al 372esimo posto tra le città europee con la più alta concentrazione di particolato sottile nell’aria (Pm2,5), superata solo dalle stazioni di monitoraggio in Polonia e Croazia.

Padova si trova al 367esimo posto, mentre Bergamo, Piacenza, Brescia e Venezia occupano le posizioni dalla 356 alla 359, e Milano è al 349esimo posto. Anche Roma e Napoli si collocano nella parte bassa della classifica, rispettivamente al 257esimo e al 241esimo posto. La prima città italiana con una qualità dell’aria accettabile è Genova, al 158esimo posto, seguita da Livorno (33esima) e Sassari, con i migliori dati d’Italia, al 16esimo posto. Nel panorama europeo, Faro, in Portogallo, e le città svedesi di Umea e Uppsala, sono state considerate le città con l’aria più pulita.

La classica delle città italiane con la peggiore qualità dell’aria

Nel dossier “Mal d’Aria 2023“, Legambiente ha stilato la classifica delle città italiane più inquinate. Secondo il rapporto, nel corso del 2022 ben 29 città hanno superato il limite di 35 giorni di sforamento consentiti per il PM10. Torino si è posizionata in cima alla lista, seguita da Milano, Asti, Modena, Padova e Venezia.

Per quanto concerne i livelli di inquinamento da PM10, le 10 città più colpite nel 2022 sono state:

  1. Torino (riduzione necessaria del  43%)
  2. Milano (riduzione necessaria del 43%)
  3. Cremona (riduzione necessaria del 42%)
  4. Andria (riduzione necessaria del 41%)
  5. Alessandria (riduzione necessaria del 40%)
  6. Modena (riduzione necessaria del 39%)
  7. Asti (riduzione necessaria del 39%)
  8. Monza (riduzione necessaria del 39%)
  9. Verona (riduzione necessaria del 38%)
  10. Lodi (riduzione necessaria del 38%)

Transizione verso l’energia pulita per proteggere i bambini

L’UNICEF lancia un appello pressante ai governi in un documento intitolato “UNICEF’s Urgent Call for Clean Air: A Comprehensive Approach” (L’appello urgente dell’UNICEF per un’aria pulita: un approccio completo), al fine di prevenire un ulteriore deterioramento della qualità dell’aria. Questo appello enfatizza la necessità che i governi intensifichino le politiche e gli investimenti volti a promuovere una transizione verso fonti energetiche e sistemi di trasporto ecologici ed efficienti in tutti i settori.

La transizione raccomandata include il supporto all’efficienza energetica, la promozione dell’accesso a fonti energetiche pulite e la formazione degli operatori sanitari di base per monitorare la salute dei bambini e identificare le malattie legate all’inquinamento atmosferico. Inoltre, il documento sottolinea l’importanza di accelerare e implementare piani nazionali e locali per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

Sistemi di monitoraggio dell’aria per proteggere i bambini

Per proteggere i bambini dall’esposizione all’inquinamento atmosferico, l’UNICEF incoraggia i governi a istituire e mantenere sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria nelle vicinanze di asili e scuole. Questi sistemi dovrebbero fornire informazioni al pubblico, evidenziando i livelli pericolosi di inquinamento atmosferico per i bambini e le donne in gravidanza.

L’UNICEF sta attivamente lavorando nei Paesi dell’Europa e dell’Asia centrale per raccogliere dati sull’entità e sugli impatti dell’inquinamento atmosferico e per contribuire allo sviluppo e all’attuazione di soluzioni mirate a proteggere i bambini da ulteriori esposizioni.