Spiagge italiane sommerse dalla spazzatura: la top10 dei rifiuti

Indagine Beach Litter 2023, censita una media di 961 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, di cui il 72,5% è composto da plastica, prima tra i materiali trovati

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Nel weekend che si è appena concluso si è svolta l’edizione 33 di Spiagge e Fondali Puliti, la nota iniziativa promossa da Legambiente per il controllo e la pulizia dei rifiuti abbandonati lungo le coste italiane. Centinaia di volontari e cittadini di ogni età hanno preso parte a questa storica campagna. Lo slogan di quest’anno è stato “Chi ama la spiaggia, la tratta con i guanti”, un invito concreto a un’azione con l’obiettivo di trasmettere un messaggio chiaro sull’importanza della tutela dell’ecosistema marino. Un messaggio che sottolinea quanto l’impegno di ciascuno di noi, unito ad uno stile di vita sostenibile, possa effettivamente fare la differenza.

Anche in quest’occasione la campagna è stata sostenuta da vari partner, tra cui la new entry Emporio Armani, che ha svolto il ruolo di partner principale, e le conferme Sammontana e Biotherm, anch’essi partner principali. Un’altra new entry è stata Very Mobile.

Beach Litter 2023, preoccupano i rifiuti sulle spiagge italiane

Il marine litter continua a rappresentare una delle grandi minacce da affrontare, e Legambiente, attraverso l’indagine Beach litter 2023, mantiene alta l’attenzione su questa emergenza dei rifiuti sulle spiagge. In particolare, sono stati monitorati 38 lidi quest’anno, appartenenti a 15 regioni (Liguria, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Marche, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna). Su una superficie totale di 232.800 metri quadrati campionati, sono stati contati 36.543 rifiuti, corrispondenti a una media di 961 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia.

Per dare un’idea, immaginiamo due corsie di una piscina olimpionica completamente piene di rifiuti, di cui il 72,5% è composto da polimeri artificiali/plastica, che costituiscono ancora una volta il materiale più rinvenuto. Tuttavia, quest’anno il quadro peggiora con l’aumento dei rifiuti di vetro/ceramica (9,2% del totale), principalmente costituiti da materiali da costruzione (tegole, mattoni, piastrelle, ecc.) smaltiti illegalmente sulla spiaggia. Seguono il metallo (6,8% dei rifiuti raccolti) e la carta e il cartone (3,9% del totale). Gli altri materiali raccolti includono tessuti, legno trattato, gomma, bioplastica, rifiuti alimentari e sostanze chimiche.

La situazione evidenziata dall’indagine Beach litter 2023 è preoccupante e richiede un intervento deciso per contrastare questa forma di inquinamento diffuso sulle nostre spiagge.

Spiagge e Fondali Puliti per combattere il marine litter

Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, ha sottolineato che “il concetto di citizen science, rete, impegno civico e cittadinanza attiva è al centro della nostra campagna Spiagge e Fondali Puliti, e ha dimostrato di essere la chiave del nostro successo”. Zampetti ha aggiunto che “in questo momento, la sinergia che si crea è in grado di scuotere e sensibilizzare tutti noi riguardo alle nostre abitudini sbagliate e dannose per l’ambiente. Dobbiamo coinvolgere le istituzioni locali e nazionali affinché collaborino nell’applicare politiche per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, così come le aziende e le industrie devono impegnarsi sempre di più nell’adottare pratiche e azioni sostenibili. I dati dell’indagine Beach Litter sono chiari: le spiagge continuano ad essere il principale luogo in cui finiscono in modo indiscriminato le nostre attività. Per questo motivo, invitiamo tutti a partecipare a Spiagge e Fondali Puliti, un’opportunità unica per creare una rete di cittadini in Italia e oltre i nostri confini, al fine di preservare un Mediterraneo più pulito e salubre.”

Le 10 tipologie di rifiuti più presenti sulle spiagge italiane

Circa il 52% dei rifiuti monitorati corrisponde a soli 10 tipi di oggetti, su un totale di 180 categorie. Ci sono due elementi che emergono da questa analisi: in primo luogo, il materiale da costruzione entra direttamente al quarto posto con il 5,8%; in secondo luogo, le stoviglie usa e getta scendono al nono posto della classifica con il 3% del totale.

Riguardo alla classifica, al primo posto si confermano i frammenti di plastica di dimensioni comprese tra 2,5 cm e 50 cm, che rappresentano il 10,9% del totale. Al secondo posto ci sono i tappi e i coperchi, con l’8,6% del totale, seguiti dai mozziconi di sigarette con il 6%. Al quinto posto si trovano i cotton fioc in plastica, che rappresentano il 4% del totale. Al sesto e settimo posto della classifica ci sono i frammenti di polistirolo di dimensioni comprese tra 2,5 cm e 50 cm, e le bottiglie e i contenitori per bevande. Chiudono la classifica, all’ottavo e decimo posto, rispettivamente con il 3,1% e il 3%, altri oggetti di plastica e le bottiglie di vetro (incluse le loro parti frammentate). Quest’ultime, insieme al materiale da costruzione, rappresentano le nuove entrate negative nella top ten dei rifiuti spiaggiati.

L’impatto dei rifiuti di plastica sulle spiagge

Rispetto ai rifiuti di plastica raccolti, il 46% del totale è costituito dai 10+1 oggetti considerati nella SUP (Single Use Plastics), la Direttiva europea che si pone come obiettivo quello di ridurre l’uso delle plastiche monouso, non biodegradabili e non compostabili, e che da gennaio 2022 è applicata in Italia.

Anche quest’anno le bottiglie in plastica, inclusi i tappi e anelli (il 15% del totale e il 39% rispetto ai soli oggetti della SUP) si confermano come la tipologia di rifiuti relativa alla “categoria SUP” più trovata in assoluto sulle spiagge campionate dai volontari di Legambiente – ben 5.487 volte. Seguono i mozziconi di sigaretta e le reti e attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica, entrambe il 15% della “categoria SUP”.

Relativamente all’ambito dei contenitori in plastica per alimenti, che quest’anno rappresentano l’1% del totale rinvenuto (6% degli oggetti SUP), i bicchieri di plastica rappresentano solo lo 0,7% del totale raccolto ed il 3% degli oggetti SUP. Compongono il settore alimentare anche le posate e piatti di plastica che rappresentano l’1% degli oggetti SUP.

Completano la classifica le cannucce e agitatori per cocktail (1% dei rifiuti totali, 3% della SUP), le buste di plastica (2% del totale, 3% della SUP), quest’ultime ancora presenti sulle spiagge italiane nonostante il bando esistente dal 2013 nel nostro Paese che ha comunque permesso una riduzione nell’uso di sacchetti del 55%, ed infine gli assorbenti igienici e palloncini di gomma, per i quali è stata proposta un’etichettatura chiara che indichi il loro impatto sull’ambiente e la presenza di plastica. In questo caso, le quantità rinvenute da Legambiente sono più contenute rispetto ai rifiuti più presenti, ma pur sempre considerevoli: i volontari hanno censito 58 assorbenti igienici e 103 palloncini di gomma.