Sciopero globale per il clima, il 19 e il 20 aprile le mobilitazioni di Fridays for Future

Oltre ai temi climatici, lo sciopero guarda anche a temi politici e sociali, come la richiesta di un cessate il fuoco in Palestina, la scuola e il G7 in Puglia

Foto di Matteo Paolini

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

I giovani attivisti per il clima si riuniscono nuovamente nelle piazze per sollecitare “resistenza”. Una resistenza che si oppone “all’escalation di eventi climatici estremi”, contrasta “l’ipocrisia delle politiche governative” e, soprattutto, sfida “le influenti lobby dei combustibili fossili”. Un’unica manifestazione si svolge nell’arco di due giorni di protesta per il clima, promossa da Fridays For Future in numerose piazze italiane in data odierna, venerdì 19 aprile, con ulteriori iniziative programmate per il 20. “È imperativo intraprendere nuove battaglie partigiane per realizzare una transizione verso una pianificazione condivisa e per contrastare gli interessi esistenti. Il nostro obiettivo è di iniziare dalle scuole, promuovendo comunità energetiche e migliorando l’efficienza termica!” affermano i giovani, che in questa recente mobilitazione scenderanno in piazza anche in “solidarietà con la Palestina”.

Fridays For Future, in piazza contro ingiustizie e lobby fossili

Scopo della manifestazione è ancora una volta quello di “riprenderci il futuro“, puntualizzano da Fridays For Future, movimento che si batte per la giustizia climatica e contro la discriminazione e le ingiustizie sociali. La mobilitazione di due giorni organizzata da FFF in decine di piazze italiane oggi, venerdì 19 aprile, e con eventi previsti anche il 20, mira a mettere in luce gli ostacoli che minacciano la giustizia climatica e sociale.

Come affermano gli attivisti di Fridays For Future, la manifestazione si pone l’obiettivo di contrastare gli interessi che ostacolano la giustizia climatica e sociale, causando instabilità e conflitti mondiali. Inoltre, verrà richiesto un immediato cessate il fuoco per la Palestina, per evidenziare la necessità di porre fine alle violenze e agli abusi in corso.

“Riprendiamoci il Futuro”, un grido di speranza per il clima

Il titolo “Riprendiamoci il futuro” dello sciopero globale incarna la volontà di rinnovare la speranza e di forgiare una visione positiva nella battaglia contro il cambiamento climatico. Questo slogan esprime l’urgenza di una transizione giusta e inclusiva verso un modello economico veramente sostenibile. La resistenza climatica significa opporsi a un governo inadempiente, affrontare i cambiamenti climatici sempre più severi e, attraverso queste azioni, promuovere consapevolezza e iniziative tangibili che collegano tutti i temi menzionati.

Resistere non solo per opporsi ma anche per proporre soluzioni alternative già esistenti. In questo spirito, ci riprendiamo il futuro che ci appartiene, un futuro che è minacciato da massacri, genocidi, guerre, conflitti e da governi che non agiscono come dovrebbero. Pertanto, scendiamo in piazza, resistiamo e portiamo avanti soluzioni e proposte concrete.

Crisi climatica, il 2023 anno più caldo, servono azioni immediate

Gli organizzatori avvertono: la crisi climatica è sempre più evidente. Il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre, e l’aumento della temperatura media del pianeta rispetto ai livelli preindustriali si avvicina pericolosamente a 1.5 gradi, il limite indicato alla conferenza per il clima di Parigi del 2015. Il riscaldamento globale porta con sé siccità e alluvioni: in Italia nel 2023 si sono verificati 378 eventi meteorologici estremi (+22% rispetto al 2022), causando danni miliardari e 31 morti. Nel mondo, milioni di persone sono costrette ad abbandonare le proprie terre a causa della siccità, delle inondazioni e dell’aumento delle temperature, diventando migranti climatici. Per evitare un’evoluzione incontrollata del clima, è urgente abbandonare al più presto le fonti fossili per ridurre le emissioni di gas climalteranti.

Critiche alle scelte del governo Meloni

Durante la manifestazione, verranno anche espressi forti dubbi e critiche riguardo alle scelte del governo Meloni. Gli attivisti di Fridays For Future denunciano come gli interessi delle lobby fossili continuino a finanziare gli Stati responsabili di guerre, colonialismo e genocidi. In particolare, viene citato il caso del Piano Mattei di Eni, voluto dal governo Meloni, come esempio di un’impronta politica che non favorisce la transizione verso energie più sostenibili.

La partecipazione attiva dei giovani di Fridays For Future e la loro determinazione nel promuovere la giustizia climatica e sociale evidenziano la necessità di adottare politiche e scelte che rispettino l’ambiente e le comunità. La mobilitazione si propone di essere una voce forte per un cambiamento positivo e una transizione verso un futuro sostenibile.

Il sindacato Sisa chiama a mobilitazione il personale scolastico

Il sindacato Sisa ha proclamato uno sciopero di tutta la giornata per il personale docente, dirigente e ATA, sia di ruolo che precario, sia in Italia che all’estero. Lo sciopero si inserisce all’interno delle mobilitazioni globali per la giustizia climatica e sociale, promosse dai Fridays for Future.

“Questo sciopero rappresenta un’importante occasione per il mondo dell’istruzione per unirsi alla lotta per un futuro più sostenibile e giusto – ha dichiarato il sindacato Sisa – Le sfide della crisi climatica e sociale sono urgenti e non possiamo permetterci di rimanere indifferenti. La scuola ha un ruolo fondamentale nel sensibilizzare i giovani su questi temi e nel prepararli ad affrontare le sfide del futuro”.

Un futuro più giusto e sostenibile per tutti

Il movimento climatico ha invitato tutte le realtà impegnate nella lotta per la giustizia climatica e sociale a unirsi, con l’obiettivo di costruire un futuro condiviso e più equo per tutti. Nel loro comunicato, essi affermano: “Abbiamo bisogno di riprenderci il futuro. Di agire per il benessere collettivo, fermando i progetti fossili confermati con il Piano Mattei come il raddoppio del gasdotto Tap, realizzando qui come altrove una transizione a pianificazione democratica”.

Il G7 e la necessità di accelerare la transizione energetica

Al prossimo G7 in Puglia, in programma a giugno, sarà affrontato il tema della transizione energetica e del Piano Mattei. Tuttavia, gli impegni già assunti nelle edizioni precedenti risultano ancora insufficienti e non trovano riscontro nelle politiche italiane. Lo evidenzia Michele Ghidini, attivista di Fridays For Future Brescia, sottolineando l’urgente necessità di un’impegno deciso verso l’uscita dalle fonti fossili.

Per mantenere l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura a +1.5°C, è fondamentale seguire le indicazioni scientifiche già fornite da tempo. Il recente rapporto dell’Ipcc è chiaro: la transizione energetica deve essere accelerata e accompagnata da misure volte alla riduzione delle disuguaglianze, come la cancellazione del debito.

La lotta di Torino e la solidarietà con la Palestina

A Torino, il movimento Fridays For Future si unisce ai lavoratori metalmeccanici, i quali affrontano le sfide poste dal declino del settore automobilistico. Michele Ghidini, rappresentante di Fridays For Future Brescia, ribadisce l’importanza di un cambiamento energico: “Per contenere l’incremento della temperatura globale entro i +1.5°C, dobbiamo aderire alle direttive scientifiche che abbiamo ricevuto.”

Inoltre, la questione della Palestina emerge con forza. Le manifestazioni, in diverse città, vedono la partecipazione attiva delle comunità palestinesi, in particolare dei giovani. “Non c’è giustizia climatica su una terra occupata” è lo slogan promosso da Greta Thunberg, che ha suscitato controversie e accuse di antisemitismo da parte di alcuni media.

Fridays For Future, differenze sulle posizioni riguardo alla Palestina

Le posizioni riguardanti la questione palestinese hanno causato una divisione tra i due più grandi rami nazionali europei di Fridays For Future, quello tedesco e quello italiano. Infatti, Fridays For Future Germania ha deciso autonomamente di adottare una posizione più conciliante sulla questione, suscitando critiche dal resto del movimento ecologista mondiale e auto-sospettandosi dal coordinamento internazionale del movimento. Al contrario, il gruppo italiano ha seguito la linea di Greta Thunberg e di gran parte della sinistra globale.

Insieme ai numerosi cortei principali e alle iniziative collaterali, è previsto uno sciopero del personale scolastico proclamato, come abbiamo detto, dal sindacato Sisa. Le organizzazioni ecologiste storiche (Greenpeace, Legambiente, Wwf) si uniranno alla mobilitazione, mentre anche la Cgil annuncia il suo sostegno. La protesta continuerà anche domani: per il 20 è previsto un corteo nazionale unitario a Milano.

Agenda per il Clima, una priorità politica

Il 25 agosto 2022, l’organizzazione Fridays for Future Italia ha rilasciato un documento ancora attuale, denominato “L’Agenda Climatica”. Questo testo sottolinea l’urgenza di posizionare il cambiamento climatico in cima alle priorità politiche e propone soluzioni immediate su cinque aree chiave per contrastare la crisi climatica e sociale nel paese. Tali proposte non sono definitive, poiché molti altri settori interrelati richiedono attenzione. La crisi climatica è una sfida complessa che interessa ogni aspetto della vita economica e sociale.

  1. Trasporti e mobilità sostenibile: L’Agenda Climatica inizia con il tema dei trasporti e della mobilità. In Italia, il settore dei trasporti è responsabile del 25% delle emissioni di gas serra, un dato del 2019 che evidenzia l’impellente bisogno di ridurre l’impatto ambientale di questo settore.
    Con 40 milioni di veicoli, l’Italia ha il secondo più alto numero di auto pro-capite in Europa, il che accentua la necessità di investire in alternative sostenibili ai mezzi di trasporto convenzionali.
  2. Energia e transizione ecologica: gli esperti affermano che per limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1.5°C, è essenziale convertire l’intero settore energetico alle fonti rinnovabili, riducendo le emissioni di oltre il 10% all’anno. Questo passaggio è cruciale per prevenire danni irreparabili al pianeta e salvaguardare la nostra salute.
  3. Lavoro e partecipazione politica: la partecipazione politica dovrebbe essere un diritto universale, ma spesso rimane un privilegio di pochi. La situazione è grave nei paesi dove il potere negoziale dei lavoratori è stato fortemente limitato, portando a un incremento della disoccupazione e della povertà. Nonostante la crescita economica, i salari stagnano, gli orari di lavoro si allungano e le condizioni lavorative peggiorano. In questo contesto, chi ha un impiego instabile e mal retribuito fatica a trovare il tempo e le risorse per un impegno politico attivo. Mentre la crisi climatica minaccia il futuro del mondo, per molti la sfida immediata è arrivare a fine mese.
  4. Edilizia e lotta alla povertà energetica: in Italia, 9 milioni di persone vivono in povertà relativa e 5 milioni in povertà assoluta, incapaci di permettersi beni fondamentali, inclusi quelli energetici. La povertà energetica affligge molti cittadini. Chi vive questa condizione deve spesso scegliere tra pagare le bollette o acquistare cibo. È quindi essenziale promuovere interventi significativi per l’efficienza energetica.
  5. Acqua e crisi idrica: la crisi idrica degli ultimi anni ha messo in luce ciò che si prevedeva da tempo: i cambiamenti climatici renderanno l’acqua una materia prima sempre più preziosa. Da Nord a Sud, molti comuni e regioni hanno dichiarato lo stato di emergenza, per far fronte alla scarsità d’acqua. Diventa quindi prioritario ridurre i consumi e gli sprechi, ma è assurdo che le prime proposte includano misure ridicole come evitare l’innaffiamento dei parchi.