Rinnovabili in Italia, nel 2023 80 miliardi di investimenti nel settore e calo delle bollette

Il nuovo studio di Althesys sull’industria delle rinnovabili evidenzia lo stato di salute del settore tra rischi e opportunità derivanti dal nuovo market design Ue

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

L’industria italiana delle rinnovabili sta vivendo uno dei suoi momenti migliori: gli investimenti in progetti sono quasi raddoppiati, raggiungendo 80 miliardi di euro nel 2023 rispetto ai 41 miliardi dell’anno precedente. Questo aumento significativo riflette l’eccellente stato di salute del settore.

Le buone notizie non finiscono qui. Con l’introduzione del nuovo disegno di mercato elettrico dell’Ue, le bollette elettriche potrebbero beneficiare della riduzione del costo della materia prima, grazie ai contratti per differenza che l’Italia adotterà per le nuove installazioni. Inoltre, l’adeguatezza del sistema elettrico italiano nel medio termine offre un quadro rassicurante, supportato dal capacity market e dallo sviluppo infrastrutturale del gestore di rete.

Tuttavia, su questo scenario positivo incombe l’incertezza causata dal Decreto Legge Agricoltura, attualmente in discussione. Questo decreto ha il potenziale di cancellare gran parte degli investimenti previsti nel settore fotovoltaico, gettando un’ombra sul futuro delle rinnovabili in Italia.

Questa è la sintesi delineata dall’Irex Annual Report 2024, lo studio di Althesys che dal 2008 monitora il settore delle rinnovabili, analizza le strategie e delinea le tendenze future.

Il settore delle rinnovabili in Italia continua a crescere nonostante le sfide

Secondo l’amministratore delegato Alessandro Marangoni, a capo del team di ricerca, l’Irex Annual Report 2024 mostra come il settore italiano delle rinnovabili abbia continuato a crescere nonostante le sfide economiche globali, l’alto costo del denaro, i rincari dei materiali e le complessità nei processi autorizzativi.

Tra gli elementi caratterizzanti del settore, il report evidenzia la riduzione della taglia media delle operazioni, lo sviluppo dell’eolico offshore come tecnologia emergente nel 2023 e il crescente interesse per gli accumuli, con l’ingresso di molti player e progetti nel settore.

Il report è stato presentato mercoledì 26 giugno nel corso dell’evento “Rinnovabili, l’ora delle scelte” che si è tenuto all’Ara Pacis e ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Federico Boschi, capo dipartimento energia al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, di Milena Messori, head Italy dell’European Investment Bank e di Giulio Tremonti, presidente commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera.

Investimenti in crescita per le rinnovabili italiane, agrivoltaico in testa, eolico offshore in ascesa

Secondo l’Irex Annual Report 2024, le iniziative nel settore delle rinnovabili in Italia sono aumentate del 23% rispetto al 2022 e del 170% rispetto al 2021, raggiungendo un totale di 1.180 iniziative. La potenza complessiva di queste iniziative è di 50,9 GW, con un valore aggregato di 80,1 miliardi di euro, superando i 41 miliardi del 2022. Principali punti evidenziati dal rapporto:

  • Il 96% delle iniziative si concentra in Italia, dimostrando un forte interesse dei player nazionali nel settore delle rinnovabili
  • L’agrivoltaico è la tecnologia emergente con il maggior numero di iniziative, raggiungendo 368 progetti e una potenza di 15,8 GW, con un valore di 14 miliardi di euro
  • Il fotovoltaico, invece, è in testa per il numero di operazioni, con 12,6 GW di potenza e un valore di 10,4 miliardi di euro
  • L’eolico onshore conta 254 iniziative, con una potenza di 14,1 GW e un valore di 19,2 miliardi di euro
  • L’eolico offshore registra 12 operazioni, con una potenza di 8,4 GW e un valore di 28,1 miliardi di euro
  • Gli investimenti complessivi per i sistemi di accumulo sono aumentati da 3,2 a 8,2 miliardi di euro

Impianti rinnovabili: taglia media in calo e crescita dell’accumulo

Il report Irex 2024 evidenzia una diminuzione della taglia media degli impianti rinnovabili in Italia, passando da 48 MW nel 2022 a 44 MW nel 2023. Aumenta, di conseguenza, il numero di operazioni inferiori a 10 MW, che passano dal 16% al 30% del totale.

Un altro aspetto fondamentale per la transizione energetica è lo sviluppo dei sistemi di accumulo. Alla fine del 2023, in Italia risultano installate 519.000 batterie, con una potenza complessiva di 3.367 MW e una capacità massima di 6.645 MWh. La tecnologia più diffusa rimane quella a base di litio e il 99% degli impianti ha una potenza inferiore ai 20 kW, con la maggior parte (91%) sotto i 10 kW.

Crescita dei sistemi utility scale e introduzione del MACSE in Italia

Il report Irex 2024 evidenzia un aumento del 34% dei sistemi di accumulo utility scale in via di autorizzazione, con una potenza complessiva di 2,4 GW nel 2023. In particolare, l’Italia si distingue in Europa per l’introduzione del meccanismo di approvvigionamento di capacità di stoccaggio elettrico (MACSE).

Il MACSE mira a incentivare la realizzazione di impianti di accumulo che non sarebbero economicamente sostenibili sul mercato libero. Si stima che questo meccanismo favorirà la costruzione di circa 71 dei 95 GWh di nuova capacità di accumulo necessari entro il 2030, con una prevalenza di tecnologie basate su batterie, seguite dagli accumuli idroelettrici.

Distribuzione territoriale e progresso dei processi autorizzativi nelle rinnovabili

Dal punto di vista della distribuzione territoriale, le regioni del Sud Italia continuano a essere le maggiori destinatarie per potenza dei progetti rinnovabili, con una particolare concentrazione in Sicilia, Puglia e Sardegna. Sebbene il processo autorizzativo stia mostrando segni di miglioramento, rimane comunque un nodo critico. Il numero di progetti autorizzati è aumentato del 73% rispetto al 2022, mentre quelli in via di autorizzazione sono cresciuti del 18%.

Il fotovoltaico ha registrato un notevole incremento tra i progetti autorizzati, mentre l’agrivoltaico è rimasto stabile. Invece, per l’eolico a terra, i progetti in via di autorizzazione sono aumentati del 56,5%, superando la crescita dei progetti autorizzati, che è stata del 22,7%, ampliando così il divario tra le due categorie. Tutti gli impianti offshore censiti sono attualmente in fase di autorizzazione.

Tendenze dei prezzi elettrici e LCOE in Europa nel 2023

Nel 2023, dopo l’esplosione dei prezzi dell’anno precedente, si è registrato un significativo calo dei prezzi elettrici in Europa. La media si attesta a 96,1 €/MWh, rappresentando una riduzione del 54% rispetto al 2022. Tuttavia, l’Italia continua a presentare i valori più elevati (127,2 €/MWh), mentre i Paesi scandinavi hanno prezzi più contenuti. Parallelamente, i costi di produzione dell’elettricità (LCOE) sono aumentati notevolmente, rendendo l’aggiornamento delle tariffe essenziale per il successo delle aste in tutta Europa.

Nel settore dell’eolico offshore, il LCOE varia tra 82,1 €/MWh nel Mare del Nord e 121,1 €/MWh nel Mediterraneo. Per quanto riguarda il fotovoltaico, il valore medio del LCOE per gli impianti commerciali è di 107,4 €/MWh (+9,8% rispetto al 2022), mentre gli impianti di taglia industriale presentano un costo medio di 77 €/MWh (+10,6% rispetto al 2022).

Il report offre anche alcune previsioni per il 2024 riguardo ai prezzi delle materie prime utilizzate nella costruzione degli impianti eolici. Si prevede un aumento dei costi per alluminio e rame, mentre i materiali ferrosi dovrebbero diminuire. Questo avrà effetti sul LCOE: una riduzione meno marcata per gli impianti onshore (nulla o fino al 5%) e una maggiore riduzione per quelli offshore (-10%/-15%). Nel caso del fotovoltaico, le pressioni sulla componentistica dovrebbero portare a ulteriori ribassi, con una diminuzione del costo dei moduli del 10-15%.

Riforma del mercato elettrico dell’Ue, impatto sul settore delle rinnovabili

Il panorama del settore energetico, e in particolare quello delle rinnovabili, è destinato a cambiare radicalmente con l’entrata in vigore della riforma del mercato elettrico dell’Unione europea, prevista per quest’anno.

L’obiettivo principale della riforma è quello di stabilizzare i meccanismi di remunerazione per le fonti di energia in grado di garantire la sicurezza energetica, come le rinnovabili e il nucleare. A tal fine, si prevede un ridimensionamento del ruolo dei mercati spot a favore di strumenti più stabili, come la contrattazione per differenza e le aste o i registri gestiti dagli Stati.

Per garantire l’efficacia di queste misure di sostegno alle rinnovabili, sarà fondamentale definire congrue basi d’asta che assicurino agli operatori flussi di ricavi stabili e prevedibili. La riforma rappresenta un passo fondamentale verso un sistema energetico europeo più sostenibile e sicuro, capace di affrontare le sfide della transizione energetica.