Eolico offshore, l’Italia ha il potenziale per diventare il terzo mercato mondiale

In Italia l'eolico offshore galleggiante può valere 1,3 milioni di posti di lavoro può accelerare la transizione verde del Paese, ma il settore è ancora fermo

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Nonostante il paese abbia circa 8.300 km di coste, attualmente ci sono solo 10 pale eoliche in funzione al largo delle sue coste, con una capacità di 30 MW, sufficienti per alimentare 60.000 persone. Tuttavia, questo rappresenta solo una piccola parte del potenziale dell’energia eolica offshore in Italia. Il testo menziona l’importanza di diffondere l’uso di impianti eolici offshore galleggianti, che riducono al minimo l’impatto ambientale, come obiettivo del progetto “Floating offshore wind community”. Questo progetto è stato creato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri ed Acciaierie d’Italia (ex Ilva) e è stato presentato a Cernobbio.

Chiave per la decarbonizzazione in Italia ed Europa

Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti, ha sottolineato che la decarbonizzazione dell’Italia e dell’Europa deve basarsi sul principio della neutralità tecnologica, sfruttando il contributo sinergico di tutte le tecnologie disponibili. In questo contesto, l’eolico offshore galleggiante emerge come un elemento chiave per accelerare la transizione verde, grazie al suo potenziale energetico e ai minimi impatti ambientali e sociali, oltre alle positive ricadute sulla filiera industriale italiana.

L’Italia nella corsa all’eolico offshore: sfide e opportunità

Effettuando un confronto con i principali attori internazionali, emerge che l’Italia affronta una sfida significativa nel settore dell’eolico offshore. Nel 2022, la capacità installata di eolico offshore a fondo fisso nel nostro Paese era di soli 30 MW, mentre l’obiettivo per il 2030 è di raggiungere 2,1 GW, includendo sia impianti a fondo fisso che galleggianti. Questo posiziona l’Italia lontana dai vertici mondiali in questo settore, con la Cina che detiene la leadership con 30 GW, il Regno Unito come secondo mercato mondiale con 14 GW e la Germania in testa all’Unione Europea con 8 GW di capacità installata nel 2022. Questi Paesi hanno obiettivi ambiziosi per il 2030, rispettivamente 60 GW, 50 GW e 30 GW, concentrati principalmente su impianti a fondo fisso.

Mentre le potenze globali investono in modo deciso in questa tecnologia, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 derivi da impianti eolici offshore (a fondo fisso e galleggianti). Questo sottolinea la necessità per l’Italia di affrontare sfide significative ma anche le opportunità di crescita nel settore dell’eolico offshore.

Il potenziale dell’eolico offshore galleggiante in Italia

Grazie alle sue caratteristiche morfologiche e alla conformazione dei fondali marini, l’Italia si distingue come il terzo mercato mondiale potenziale per l’eolico offshore galleggiante. Secondo il Global Wind Energy Council, il nostro paese ha un vasto potenziale in questo settore. Inoltre, il Marine Offshore Renewable Energy Lab (MOREnergy Lab) e il Politecnico di Torino hanno calcolato che l’Italia potrebbe raggiungere una potenza di 207,3 GW e una generazione di 540,8 TWh/anno nell’eolico offshore galleggiante. Questi dati rappresentano rispettivamente 3,4 volte la capacità rinnovabile elettrica installata nel 2022 e 1,7 volte la domanda elettrica del 2022.

Particolarmente promettenti per lo sviluppo di questa tecnologia sono le regioni italiane della Sardegna, della Sicilia e della Puglia, che presentano notevoli opportunità di crescita. In queste regioni, il divario tra la capacità attuale e gli obiettivi energetici al 2030 è significativo, rispettivamente del 128%, del 115% e del 50%, secondo la bozza del Decreto Aree Idonee. La Community ha coinvolto i rappresentanti delle regioni interessate durante i suoi lavori.

L’attivazione della produzione di eolico offshore galleggiante rappresenterebbe un importante impulso per settori chiave dell’industria italiana, tra cui prodotti metallici, materiali da costruzione, meccanica avanzata, naval-meccanica e attrezzature elettriche. Questo potrebbe generare un valore di 255,6 miliardi di Euro (secondo solo alla Germania nell’UE) e creare 1,3 milioni di occupati.

Opportunità e vantaggi per l’Italia

Il contributo della Community ai lavori evidenzia prospettive chiare per lo sviluppo dell’eolico galleggiante in Italia, con un’enfasi speciale su tre caratteristiche distintive rispetto all’eolico tradizionale: l’adozione di piattaforme galleggianti, l’utilizzo di navi e la realizzazione di infrastrutture portuali specifiche.

Le piattaforme galleggianti rappresentano un elemento cruciale, e l’Italia può trarre vantaggio dalla presenza di importanti impianti di produzione di acciaio nell’Unione europea. Inoltre, il paese dispone di un sito siderurgico che si è impegnato in uno sforzo significativo per lo sviluppo sostenibile dell’acciaio, garantendo un approccio “pulito” rispettoso dell’ambiente. La partecipazione del settore siderurgico nello sviluppo e nella costruzione di grandi impianti eolici offshore crea un circolo virtuoso, poiché queste aziende, in quanto consumatori di energia, possono utilizzare la fornitura di energia per ulteriori riduzioni delle emissioni.

Sfide per lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia

La Community ha messo in luce alcune sfide da affrontare per permettere lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia.

  • manca un obiettivo ambizioso: l’Italia dovrebbe fissare un obiettivo di almeno 20 GW di capacità installata entro il 2050, per incoraggiare gli investitori
  • manca una pianificazione strategica: il governo dovrebbe identificare, soprattutto nei mari di Sicilia, Sardegna e Puglia, aree adatte alla realizzazione di parchi eolici offshore
  • gli iter autorizzativi devono essere efficientati: i progetti di eolico offshore richiedono tempi lunghi, che possono essere ridotti tramite una maggiore semplificazione burocratica
  • occorre definire sistemi incentivanti: è necessario creare un contesto competitivo per lo sviluppo dell’eolico offshore, anche attraverso meccanismi di incentivazione
  • è necessario ampliare la capacità di rete: per trasportare l’energia prodotta da questi parchi, è necessario potenziare la rete elettrica nazionale

Queste sfide sono complesse, ma affrontandole l’Italia può sfruttare il potenziale dell’eolico offshore galleggiante per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica.