Il Net-Zero Industry Act è una delle tre principali iniziative legislative del piano industriale del Green Deal, insieme al regolamento sulle materie prime critiche e alla riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica, volte a rafforzare la competitività dell’industria europea a zero emissioni nette e sostenere una rapida transizione verso la neutralità climatica.
Nelle conclusioni del 26 e 27 ottobre 2023, i Capi di Stato o di governo hanno invitato il Consiglio e il Parlamento europeo a raggiungere rapidamente un accordo per quanto riguarda il Net-Zero Industry Act (NZIA), con l’obiettivo di finalizzare il nuovo progetto di normativa prima della fine dell’attuale ciclo legislativo.
La Commissione ha presentato la proposta il 16 marzo 2023. Il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione il 21 novembre 2023 e il Consiglio ha adottato il suo orientamento generale il 7 dicembre 2023.
Indice
Gli obiettivi
Il Net-Zero Industry Act mira ad aumentare la produzione di tecnologie fondamentali per conseguire la neutralità climatica, come i pannelli solari, le batterie e gli elettrolizzatori, o i componenti chiave di tali tecnologie, come le celle fotovoltaiche o le pale delle turbine eoliche.
La normativa semplificherà il quadro normativo per la produzione di tali tecnologie e contribuirà così ad aumentare la competitività dell’industria delle tecnologie a zero emissioni nette in Europa, oltre ad accelerare la capacità di immagazzinare le emissioni di CO2.
Focalizzando l’attenzione sull’accelerazione dello sviluppo e della produzione di tecnologie Net-Zero, il Net-Zero Industry Act mira anche a ridurre il rischio di sostituire la dipendenza dai combustibili fossili russi con altre dipendenze che potrebbero ostacolare l’accesso alle tecnologie e alle componenti chiave per la transizione verde.
Il regolamento comprende prodotti, componenti e attrezzature necessarie per la produzione di tecnologie a zero emissioni nette. Lo stesso atto distingue tra le tecnologie Net-Zero e le tecnologie strategiche Net-Zero.
Le tecnologie Net-Zero e le tecnologie strategiche Net-Zero
Le tecnologie Net-Zero sostengono la transizione energetica garantendo emissioni di gas a effetto serra estremamente basse, nulle o negative durante il loro funzionamento. La normativa sull’industria Net-Zero riguarda le tecnologie Net-Zero essenziali per i nostri obiettivi in materia di decarbonizzazione e competitività.
Tali tecnologie contribuiranno in modo significativo all‘azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 e svolgeranno un ruolo chiave nell’autonomia strategica aperta dell’Unione, garantendo che i cittadini abbiano accesso a un’energia pulita, a prezzi accessibili e sicura.
Le tecnologie strategiche a zero emissioni nette sono state selezionate sulla base degli obiettivi generali della normativa sull’industria a zero emissioni nette, con l’obiettivo di aumentare la capacità di produzione delle tecnologie a zero emissioni nette nell’UE, in particolare quelle che sono disponibili sul mercato e presentano un buon potenziale di rapida espansione. L’attenzione rivolta a queste tecnologie è intesa a orientare le azioni verso i prodotti e i componenti dell’energia pulita oggi maggiormente strategici al fine di garantire la transizione verso questa energia in Europa. Tali tecnologie contribuiranno in modo significativo all’azzeramento delle emissioni nette entro il 2050 e svolgeranno un ruolo chiave nell’autonomia strategica aperta dell’Unione, garantendo che i cittadini abbiano accesso a un’energia pulita, a prezzi accessibili e sicura.
I criteri per la selezione delle tecnologie
La selezione di tali tecnologie si è basata su tre criteri principali:
- il livello di maturità tecnologica. Il criterio della maturità tecnologica riguarda le tecnologie disponibili sul mercato che presentano un buon potenziale di rapida espansione, utilizzando una classificazione elaborata dall’Agenzia internazionale per l’energia.
- il contributo alla decarbonizzazione. Questo criterio individua le tecnologie a zero emissioni nette che in base alle previsioni dovrebbero apportare un contributo significativo all’impegno giuridico dell’UE di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
- la competitività e i rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento. Quest’ultimo criterio si riferisce alla forte o crescente dipendenza dell’UE dalle importazioni per quanto riguarda la capacità di produzione di determinati componenti o parti della catena del valore delle tecnologie a zero emissioni nette, in particolare nel caso di dipendenze da un unico paese terzo.
La normativa
La normativa prevede sostegni per 8 tecnologie strategiche a zero emissioni nette, ovvero:
- le tecnologie solari fotovoltaiche e termiche
- l’energia eolica onshore e le energie rinnovabili offshore
- le batterie e i mezzi di stoccaggio
- le pompe di calore e l’energia geotermica
- gli elettrolizzatori
- le celle a combustibile
- il biogas/il biometano vi) la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS)
- le tecnologie di rete, che comprendono anche la ricarica intelligente e rapida dei veicoli elettrici.
Cosa prevede l’accordo Net-Zero Industry
Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul regolamento che istituisce un quadro di misure per rafforzare l’ecosistema europeo di produzione di prodotti delle tecnologie Net-Zero.
Il regolamento mira a promuovere la diffusione industriale delle tecnologie Net-Zero, necessarie per conseguire gli obiettivi climatici dell’UE, sfruttando la forza del mercato unico per consolidare la leadership dell’Europa nelle tecnologie verdi industriali.
L’accordo prevede un elenco unico di tecnologie Net-Zero, con criteri per la selezione di progetti strategici nelle tecnologie che contribuiranno in maniera più incisiva alla decarbonizzazione.
Con il Net-Zero Industry Act si vuole sostenere l’ecosistema industriale europeo nella sua transizione.
Questo regolamento rappresenta un passo importante nella creazione dell’ecosistema necessario per promuovere la produzione di tecnologie pulite. L’Europa ha iniziato un percorso verso un futuro più pulito e sostenibile per l’industria europea. Ora è giunto il momento che l’Europa recuperi un ruolo guida sulla scena mondiale in materia di tecnologie pulite e costruisca un settore industriale competitivo, verde e creatore di posti di lavoro.
Principali elementi dell’accordo
L’accordo provvisorio sostiene i principali obiettivi del Net-Zero Industry Act proposti dalla Commissione meno di un anno fa, introducendo, tuttavia, una serie di modifiche migliorative:
- la razionalizzazione delle norme relative alle procedure di autorizzazione
- la realizzazione, la creazione di distretti industriali a zero emissioni nette
- una maggiore chiarezza sui criteri per gli appalti pubblici e le aste.
Ambito di applicazione
Il Net-Zero Industry Act è inteso a offrire certezza e condizioni più semplici agli investitori e ai promotori di progetti di produzione di tecnologie a zero emissioni nette. I progetti che presentano un maggiore potenziale di decarbonizzazione beneficeranno di procedure di autorizzazione accelerate per la loro realizzazione o espansione e di un orientamento nell’accesso ai finanziamenti.
Dato che gli Stati membri hanno il diritto di scegliere tra diverse fonti energetiche, non saranno obbligati a riconoscere come strategici i progetti relativi a una tecnologia non accettata nell’ambito del loro mix energetico.
Procedure rapide per il rilascio delle autorizzazioni
Il termine per il rilascio di un’autorizzazione per la realizzazione o l’espansione di grandi progetti per la produzione di tecnologie a zero emissioni nette, oltre 1 gigawatt, e di progetti non misurati in gigawatt sarà di massimo 18 mesi.
Per i progetti più piccoli, meno di 1 gigawatt, il termine per il rilascio dell’autorizzazione sarà di 12 mesi.
Per i progetti strategici saranno fissate scadenze più brevi. Inoltre, indipendentemente dai termini, la procedura garantirà che tali progetti siano sicuri, sostenibili sotto il profilo ambientale e conformi alle prescrizioni ambientali, sociali e di sicurezza.
Distretti industriali
Il Net-Zero Industry Act promuoverà lo sviluppo di “distretti” di accelerazione per le tecnologie a zero emissioni nette, ovvero territori in cui sono concentrate diverse imprese interessate da una determinata tecnologia.
Questi distretti servono a creare cluster di attività industriali a zero emissioni nette in modo da aumentare l’attrattiva dell’UE come luogo di produzione e razionalizzare ulteriormente le procedure amministrative per la creazione di capacità di produzione a zero emissioni nette, contribuendo alla reindustrializzazione delle regioni.
Appalti pubblici
Le norme che disciplinano il modo in cui le autorità pubbliche acquisteranno beni, opere e servizi connessi alle tecnologie strategiche a zero emissioni nette sono concepite per garantire requisiti più trasparenti, attuabili e armonizzati, nonché la diversificazione dell’approvvigionamento di tali tecnologie per l’UE, salvaguardando una sufficiente flessibilità per le amministrazioni aggiudicatrici.
Il regolamento oggetto dell’accordo disciplina l’uso di sistemi che incentivano l’acquisto di prodotti delle tecnologie a zero emissioni nette e definisce i contributi alla sostenibilità e alla resilienza nelle procedure di appalto.
Il contributo alla sostenibilità ambientale sarà un requisito minimo obbligatorio, mentre il contributo alla resilienza sarà applicato in caso di dipendenza da un paese terzo superiore al 50% per una specifica tecnologia strategica a zero emissioni nette o per i relativi componenti.
Questo criterio sarà preso in considerazione solo se la Commissione avrà prima valutato il livello di dipendenza di ciascuna tecnologia da un determinato paese terzo. Se l’applicazione del contributo alla resilienza e alla sostenibilità comporta una differenza di costo sproporzionata o se non sono state presentate offerte o domande adeguate, le amministrazioni aggiudicatrici possono decidere di non applicare tali criteri.
Aste per la diffusione delle fonti energetiche rinnovabili
L’accordo provvisorio stabilisce che, nel definire un’asta per la diffusione di tecnologie per le energie rinnovabili, gli Stati membri potranno applicare criteri di preselezione e aggiudicazione non legati ai prezzi, quali la sostenibilità ambientale, il contributo all’innovazione o l’integrazione dei sistemi energetici. Tali criteri dovranno essere applicati almeno al 30% del volume messo all’asta ogni anno per Stato membro.
La Commissione definirà i criteri per gli appalti e le aste e riesaminerà il volume messo all’asta sulla base di una valutazione del funzionamento del sistema.
La piattaforma “Europa a zero emissioni”
La piattaforma “Europa a zero emissioni” riunirà gli Stati membri e la Commissione per un’assistenza e consulenza reciproca in merito alle azioni e all’attuazione della normativa sull’industria a zero emissioni nette, nonché per facilitare lo scambio di informazioni tra le parti interessate. Possono essere invitati alla piattaforma rappresentanti dell’industria a zero emissioni nette, organizzazioni o alleanze e partenariati industriali consolidati. La piattaforma contribuirà, inoltre, a coordinare le accademie e i partenariati industriali per tecnologie a zero emissioni nette.
La Banca europea dell’idrogeno
La Banca europea dell’idrogeno è uno strumento di finanziamento che sarà gestito internamente dalla Commissione. Non è concepita per essere un’istituzione fisica, né è previsto che sia un’agenzia dell’UE. Questo strumento agevolerà e sosterrà la produzione e la diffusione dell’idrogeno rinnovabile all’interno dell’UE, nonché le importazioni dai partner internazionali destinate ai consumatori europei.
Annunciato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione europea del 2022, contribuirà al raggiungimento dei traguardi del piano industriale del Green Deal e della normativa sull’industria a zero emissioni nette, nonché all’obiettivo dell’UE di conseguire la neutralità climatica entro il 2050.
Nell’ambito del piano REPowerEU l’UE mira a raggiungere un totale di 20 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030, così suddivise:
- 10 milioni di tonnellate all’interno dell’UE
- altri 10 milioni di tonnellate di importazioni.
L’obiettivo principale della Banca è sbloccare gli investimenti privati nelle catene del valore dell’idrogeno nell’UE e nei paesi terzi affrontando le sfide e le esigenze iniziali in materia di investimenti. La Banca intende coprire e in seguito ridurre il divario di costi tra l’idrogeno rinnovabile e i combustibili fossili per i progetti apripista, garantendo un sostegno all’emergente mercato europeo dell’idrogeno, spalancando nuove opportunità di crescita e creando posti di lavoro di qualità.
La Banca:
- svolgerà un ruolo di coordinamento volto ad aumentare la trasparenza sui flussi, le transazioni e i prezzi dell’idrogeno, raccogliere informazioni sulla domanda e sull’offerta, fornire informazioni trasparenti sui prezzi e sviluppare parametri di riferimento per i prezzi
- agevolerà la combinazione con gli strumenti finanziari esistenti per sostenere i progetti nel settore dell’idrogeno
- supporterà la pianificazione delle infrastrutture e darà visibilità alle esigenze infrastrutturali per l’idrogeno.
Da un punto di vista internazionale, sosterrà il coordinamento della cooperazione e del commercio con i paesi terzi (ad esempio riguardo ai protocolli d’intesa sulle energie rinnovabili, ai capitoli sulle energie rinnovabili negli accordi commerciali, ecc.) e svilupperà iniziative.
Il contributo dell’industria alla neutralità climatica
Il Net-Zero Industry Act mira:
- ad agevolare le condizioni di investimento nelle tecnologie verdi, semplificando le procedure di rilascio delle autorizzazioni e sostenendo progetti strategici
- a facilitare l’accesso al mercato per i prodotti tecnologici strategici
- a migliorare le competenze della forza lavoro europea in questi settori, in particolare attraverso il lancio di accademie dell’industria net-zero
- a creare una piattaforma per coordinare l’azione dell’UE nel settore industriale
- a istituire quadri normativi favorevoli allo sviluppo, alla sperimentazione e alla convalida di tecnologie innovative, i cd. spazi di sperimentazione normativa.
I progressi verso il conseguimento degli obiettivi del Net-Zero Industry Act saranno misurati sulla base di due parametri indicativi:
- il raggiungimento del 40% della produzione richiesta per soddisfare il fabbisogno dell’UE in termini di prodotti tecnologici strategici
- la loro evoluzione rispetto alla produzione mondiale di prodotti, quali pannelli solari fotovoltaici, turbine eoliche, batterie e pompe di calore.
La proposta stabilisce, inoltre, un obiettivo specifico per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, con una capacità di iniezione annua di almeno 50 milioni di tonnellate da raggiungere entro il 2030.
UE climaticamente neutra entro il 2050
La Commissione sta tracciando la strada per raggiungere l’obiettivo di rendere l’Unione europea climaticamente neutra entro il 2050. Raccomanda una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 90 % entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990, in linea con i recenti pareri scientifici e con gli impegni assunti dall’UE nell’ambito dell’accordo di Parigi.
Per raggiungere l’obiettivo di riduzione del 90 % entro il 2040 saranno necessarie le seguenti azioni:
- attuare pienamente le leggi dell’UE esistenti per ridurre le emissioni di almeno il 55 % entro il 2030
- decarbonizzare l’industria facendo affidamento su punti di forza esistenti come l’energia eolica, l’energia idroelettrica e gli elettrolizzatori. Per intensificare questo filone di lavoro, la Commissione ha proposto nuove misure per gestire le emissioni di carbonio da parte dell’industria nell’UE che vedranno investimenti in tecnologie in grado di catturare e immagazzinare il carbonio e riutilizzarlo.
- aumentare la produzione nazionale in settori in crescita come batterie, veicoli elettrici, pompe di calore, celle solari e altri
- mantenere l’equità, la solidarietà e le politiche sociali al centro della transizione, aiutando i cittadini, le regioni, le imprese e i lavoratori vulnerabili attraverso strumenti quali il Fondo sociale per il clima e il Fondo per una transizione giusta
- avviare un dialogo aperto con tutti gli interessati, compresi gli agricoltori, le imprese, le parti sociali e i cittadini
L’accordo provvisorio raggiunto con il Parlamento europeo deve ora essere approvato e formalmente adottato da entrambe le istituzioni.