Le fonti di energia rinnovabili costituiscono alternative ai combustibili fossili e contribuiscono a ridurre le emissioni di gas a effetto serra, a diversificare l’approvvigionamento energetico e a ridurre la dipendenza dai mercati volatili e inaffidabili dei combustibili fossili, in particolare del petrolio e del gas. Come si è chiuso il 2023 e quali sono i trend e gli obiettivi per il 2024?
Indice
Come si è chiuso il 2023
Il 2023 si è chiuso con un dato rilevante, riscontrabile sostanzialmente in tutta l’UE: per la prima volta si è registrato una rivoluzione nel mix energetico. L’eolico e il solare hanno raggiunto quota 27%, mentre carbone e gas hanno subito una flessione, a dimostrazione di come i combustibili fossili stiamo giocando un ruolo sempre più di secondo piano nella produzione di energia elettrica nell’UE.
A fronte di un calo di domanda e del fatto che l’UE punta entro il 2040 ad una riduzione del 90% delle emissioni dei gas serra, le energie rinnovabili sembrano aver subito un processo di accelerazione.
Mentre, nel 2023, il gas si è arrestato al 17%, complessivamente le fonti rinnovabili hanno raggiunto quota 44% dell’energia elettrica prodotta in Europa. Le energie rinnovabili svolgono un ruolo fondamentale in quanto:
- contribuiscono a ridurre le emissioni di gas serra del settore energetico
- riducono l’esposizione agli shock dei prezzi rispetto ai combustibili fossili, fornendo quindi anche sostegno nel fronteggiare la povertà energetica
- apportano vantaggi socioeconomici come la creazione di nuovi posti di lavoro e la promozione di industrie locali
Ma, attenzione, altri dati devono essere presi in considerazione per una opportuna valutazione dei trend 2024. Il carbone si sta avvicinando all’eliminazione graduale e, con la crescita dell’eolico e del solare, il gas sarà il prossimo a entrare in definitivo declino.
La domanda di elettricità dell’UE è scesa del 3,4% nel 2023 rispetto al 2022 e del 6,4% rispetto ai livelli del 2021. Il clima mite e la tendenza al risparmio hanno contribuito a ridurre il fabbisogno di elettricità, sebbene l’elettrificazione abbia aumentato la domanda.
Il piano REPowerEU focalizza la sua attenzione sul fatto che il 55% dell’elettricità provenga proprio da eolico e solare entro il 2030. Questa percentuale è ben lontano da quanto registrabile ad oggi. L’energia eolica è lontana dal +15% che dovrebbe centrare ogni anno, fino alla fine del 2030.
L’accelerazione sulle energie rinnovabili vuol dire anche agire e implementare le reti e lo stoccaggio dell’energia a fronte di una disomogeneità di uso delle energie rinnovabili in Europa. Se il 58% dell’elettricità della Danimarca proviene dall’eolico, la Germania genera la quantità più alta in assoluto di energia elettrica da fonti rinnovabili, con 141 TWh, e la Svezia presenta il dato pro capite più alto, nell’Europa centrale e orientale molti paesi sono in ritardo e rischiano di aumentare il divario con altri Paesi europei.
In Italia
L’energia solare ed eolica ha prodotto una quantità record di energia in Italia lo scorso anno. I parchi eolici hanno generato un record di 23,4 Terawattora (TWh) di energia l’anno scorso, mentre i pannelli solari hanno superato il loro precedente totale raggiungendo i 30,6 TWh. Tutte le fonti rinnovabili, compresa l’energia idroelettrica, hanno soddisfatto quasi il 37% della domanda di elettricità del Paese, rispetto al 31% del 2022.
Sebbene questi dati siano rilevanti e incoraggianti il nostro Paese è ancora lontano dal raggiungere l’obiettivo di transizione energetica del 70% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030. Il calo della produzione italiana da combustibili fossili è stato favorito anche da una diminuzione del 2,8% dei consumi elettrici rispetto al 2022, come conseguenza della crisi energetica. In Italia, assistiamo, oltre alla crescita delle rinnovabili, allo sviluppo dell’accumulo di energia elettrica, che risulta in rapido aumento.
Al netto del saldo con l’estero, Germania e Spagna, anch’esse favorite dal crollo della domanda di elettricità, hanno superato la soglia del 50% di rinnovabili, mentre la Gran Bretagna è arrivata al 47%. La Francia è al 27%.
Nel 2024 l’Italia:
- intende registrare un’importante evoluzione nell’utilizzo delle energie rinnovabili
- intende registrare un aumento della diffusione del fotovoltaico, principale fonte di energia rinnovabile in Italia, con una quota di mercato del 37%
- intende registrare un incremento dell’eolico, alla seconda posizione, con una quota di mercato del 25%
- intende registrare una crescita delle energie rinnovabili distribuite, che, nel 2023, hanno rappresentato il 28%
- deve ridurre i costi delle energie rinnovabili, per renderle più competitive rispetto alle fonti tradizionali
- deve migliorare l’integrazione delle energie rinnovabili nel sistema elettrico, per garantire la sicurezza e la stabilità della rete, integrando il dispiegamente delle fonti rinnovabili con reti e accumuli
- deve efficientare e ottimizzare il quadro normativo
- deve valorizzare ulteriormente il ruolo dell’idroelettrico all’interno del mix energetico
- deve favorire le soluzioni tecnologiche green innovative e a forte potenziale. Tra queste ricordiamo l’agrivoltaico e l’eolico offshore.
La Direttiva RED III e le FER
F.E.R. è l’acronimo di Fonte di Energie Rinnovabili e con questa sigla vengono classificate tutte le forme di energia il cui sfruttamento non comporta un impoverimento della loro fonte di origine. Rientrano in questa classificazione:
- l’energia solare
- l’energia eolica
- l’energia idraulica
- l’energia geotermica
- l’energia derivante dalle biomasse (legno e pellet) a condizione che il loro tempo di utilizzo sia compatibile con quello di ripristino.
Le fonti rinnovabili sono, insieme al risparmio energetico e l’uso razionale dell’energia, un elemento importante del circolo virtuoso che permette di produrre e sfruttare in maniera efficace e efficiente energia pulita.
Nel corso del 2023, si è consolidata la consapevolezza riguardo all’importanza delle FER, riconoscendone il loro ruolo nella decarbonizzazione, nella accessibilità economica e nella sicurezza energetica, al punto che gli sviluppi normativi a livello europeo si sono concentrati sul loro maggiore impiego.
La Direttiva RED III, in vigore dal 20 novembre, impone agli Stati membri di promuovere e aumentare la quota di energie rinnovabili almeno al 42,5% entro il 2030 e mira a semplificare gli iter di approvazione per la costruzione di nuovi impianti FER, con limiti temporali chiari. La storia della Direttiva RED ha inizio nel 2009. Venne adottata per garantire una quota minima del 20% di fonti energetiche rinnovabili nel consumo finale di energia lordo dell’UE entro il 2020 (RED I). In una revisione del 2018, venne rivisto l’obiettivo, innalzandolo al 32% da raggiungere entro il 2030 (RED II).
Il 14 luglio 2021 la Commissione europea, tramite il pacchetto “Fit for 55”, nell’intenzione di accelerare la transizione energetica, ha incluso anche una necessaria revisione della RED II.
Il 14 dicembre 2023, il Consiglio Europeo e il Parlamento hanno concordato una riforma del mercato dell’energia elettrica UE per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, proteggere i consumatori dai picchi di prezzo e accelerare l’adozione delle FER.
Il 7 dicembre è stato approvato il Net Zero Industry Act, che rafforza le filiere industriali green strategiche, delineando una produzione interna del 40% per tecnologie come pannelli solari e turbine eoliche, per agevolare la dipendenza tecnologica dell’UE.
Il Decreto Energia 181/2023, pubblicato il 9 dicembre in G.U., mira a potenziare la sicurezza energetica nazionale e introduce incentivi per l’autoproduzione di energia dalle FER, nonché istituisce un fondo per incentivare le Regioni a ospitare impianti FER.
Il Decreto FER X, che ha completato le consultazioni pubbliche il 25 settembre 2023, propone nuovi incentivi per le tecnologie FER più mature, come fotovoltaico, eolico e idroelettrico. Il Decreto Aree Idonee stabilisce obiettivi regionali entro il 2030 per 80 GW totali di FER, con criteri di impatto ambientale e territoriale per la costruzione di impianti di produzione FER.
Cina
A fronte degli sforzi dell’UE vediamo come negli ultimi 2 anni, la Cina ha accelerato così tanto sul carbone da mettere a rischio il raggiungimento degli obiettivi sulle emissioni al 2025 e 2030. Dal 2022, in Cina, sono state autorizzate centrali a carbone per 218 GW complessivi. Tra il 2020 e il 2023 la generazione dalla fonte fossile più inquinante è cresciuta del 12% e ha coperto il 44% dell’aumento totale della generazione nel Paese.
Il tasso di crescita della produzione di energia da carbone è cresciuto del 4% annuo nel 2021-2023, rispetto al 3,5% del periodo 2016-2020. Mentre è aumentata di 8 volte la crescita del consumo totale di carbone, compresi gli usi del settore non energetico.
Gli USA
Il piano di investimenti di Biden per la transizione energetica degli Stati Uniti non sta dando i risultati sperati.
L’Inflaction Reduction Act (IRA), se da una parte sta riportando dati incoraggianti sulle fonti rinnovabili e sulla mobilita’ elettrica, evidenzia che l’ammontare di investimenti reali e le proiezioni di crescita, soprattutto dell’energia pulita, impongono sforzi aggiuntivi per raggiungere il -40% di emissioni di gas serra entro il 2030.
L’IRA ha reso l’elettricità rinnovabile competitiva in termini di costi rispetto al carbone e al gas naturale, ma i principali ostacoli sono:
- l’inflazione dei costi a breve termine
- un ritardo nella pubblicazione di linee guida su alcune disposizioni sul credito d’imposta
- i ritardi nella scelta dei siti e nelle autorizzazioni
- intasamenti per la connessione alla rete e problemi nelle catene di approvvigionamento.