Il Gruppo Enel continua a investire nel mercato delle rinnovabili, ormai maturo e stabile in tutto il mondo e lontano dalle montagne russe degli albori, sia in Italia che all’estero. Lo fa principalmente tramite la controllata Enel Green Power, che nei primi sei mesi del 2020 si è vista aggiudicare nel nostro Paese circa 160 MW di capacità tra nuovi impianti e rifacimenti al termine delle due aste GSE. Aste che sono il primo passo per l’attuazione del PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico insieme a quello dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Tale piano prevede la creazione di 41 GW di nuova capacità elettrica rinnovabile in Italia entro il 2030, dei quali 32 GW saranno da fonte solare fotovoltaica e i restanti 9 GW da fonte eolica.
Ci sarà da lavorare, quindi, e ci sarà lavoro anche per le aziende manifatturiere italiane, se sapranno cogliere l’occasione. Enel Green Power, da parte sua, ha fatto investimenti strategici già da parecchio tempo, come la rilevazione nel 2015 del 100% del capitale di 3Sun Srl, fabbrica di pannelli fotovoltaici costruita a Catania nel 2011 insieme a Sharp e STMicroelectronics. In questo impianto si producono celle fotovoltaiche in silicio amorfo, una tecnologia particolarmente adatta alle aree con insolazione non molto regolare e con un impatto ambientale inferiore rispetto a quella in silicio cristallino. Dopo l’inaugurazione della seconda linea di produzione da 200 MW annui, a metà 2019, la fabbrica di Catania ha oggi la possibilità di lavorare 24 ore al giorno, per 365 giorni l’anno e produrre 470 mila pannelli fotovoltaici ogni anno. A questa produzione vanno aggiunti gli 80 MW di pannelli solari “bifacciali” prodotti nella linea inaugurata nel 2018.
Adesso che la fase altalenante degli incentivi al fotovoltaico è finita e che questa tecnologia ha raggiunto il suo naturale equilibrio economico, si aprono prospettive di business di lungo periodo come l’esempio catanese di 3Sun sembra proprio dimostrare. L’industria manifatturiera italiana potrebbe entrare nel settore del fotovoltaico ad alta tecnologia, impiegando anche plastica riciclata e implementando i metodi dell’economia circolare. Un aiuto, in questa direzione, potrebbe venire dall’accordo siglato ad agosto tra Enel e Intesa Sanpaolo che prevede finanziamenti rapidi e alle migliori condizioni per le aziende che fanno parte del Programma Sviluppo Fornitori di Enel. Il colosso italiano dell’energia ha già selezionato in tutta Italia le prime 130 aziende fornitrici, quelle che stanno portando avanti i progetti e le tecnologie più interessanti e che hanno bisogno del giusto credito per svilupparli fino in fondo.
Il Gruppo Enel si sta muovendo verso un coinvolgimento degli stakeholder (fornitori, istituzioni, comunità…) sempre piu’ aperto e partecipativo cercando di coglierne le esigenze e trasferire reale supporto in una logica di creazione di valore condiviso. Tramite Enel Green Power, infatti, il Gruppo sta applicando delle iniziative che puntano a far si che la transizione energetica sia equa e giusta per tutti. Le principali linee di sviluppo di questa strategia a lungo termine sono il modello di “Sustainable Construction Site” e “Sustainable Plant“, per tutti gli impianti generazione, e quello “Agrivoltaico“, per il solare elettrico.
I primi due Modelli servono a rendere più sostenibili gli asset durante il loro ciclo di vita, dalla fase iniziale di costruzione a quella di operation: adottando, già in progettazione, le migliori pratiche sostenibili è possibile allo stesso tempo ridurre l’impatto ambientale di un impianto di produzione di energia e massimizzare i benefici sociali per il territorio che lo ospita. Il secondo modello, invece, deriva dal progetto di ricerca InSPIRE realizzato negli Stati Uniti insieme al National Renewable Energy Laboratory (NREL) ed è finalizzato a permettere la convivenza tra fotovoltaico a terra, colture agricole e zootecnia. Per quanto riguarda l’agricoltura, ad esempio sono già stati messi a punto dei metodi per coltivare piante autoctone e orticole e i risultati sembrano molto promettenti: in un campo sperimentale dell’Arizona, ad esempio, si sta coltivando pomodoro ciliegino all’ombra dei pannelli fotovoltaici con una resa doppia rispetto al pieno sole e con un consumo di acqua inferiore.