Dimezzare le bollette? Si può grazie alle comunità energetiche: ecco come

In questo momento di crisi, c'è grande attenzione per le energie alternative più sostenibili, le comunità energetiche rappresentano una grande opportunità

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

La crisi che stiamo vivendo chiede con maggior urgenza una transizione energetica, in modo da costruire un nuovo modello di organizzazione sociale basato sulla produzione e sul consumo di energia proveniente da fonti rinnovabili che ispiri un modo di abitare sostenibile.

In quest’ottica una grande spinta potrà arrivare dalle comunità energetiche che, anche in Italia, grazie all’art.42bis del decreto Milleproroghe 163/2019, potranno svilupparsi sempre di più, diventando un modello da seguire.

Che cos’è una comunità energetica

Una comunità energetica consiste in un’associazione tra cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali o piccole e medie imprese che decidono di unire le proprie forze per dotarsi di uno o più impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia proveniente da fonti rinnovabili.

Le comunità energetiche sono un modello innovativo che fonda i suoi valori sulla lotta allo spreco energetico e sulla condivisione di un bene fondamentale a un prezzo concorrenziale, questo grazie all’innovazione che sta rivoluzionando il mercato dell’energia. Obiettivo delle comunità energetiche è produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione tra le varie realtà coinvolte.

In cosa consiste l’autoconsumo

Per autoconsumo si intende la possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale, proveniente da fonti rinnovabili come impianti eolici o fotovoltaici, per far fronte ai propri fabbisogni energetici.

In questo modo, i vari membri che fanno parte della comunità energetica diventano protagonisti attivi nella gestione dei flussi energetici, e vengono quindi definiti prosumer. Oltre ai benefici derivanti dall’autonomia energetica, il prosumer può godere anche di vantaggi economici. Infatti, possedendo un impianto di produzione energetica, consuma ciò di cui ha bisogno e immette nella rete locale l’energia in esubero in modo da scambiarla con altri membri della rete o immagazzinarla grazie a impianti di accumulo e restituirla solo nel momento del bisogno.

Come si realizza una comunità energetica

Sono essenzialmente tre i livelli di autoconsumo di energia che si possono realizzare: individuale, collettivo e di comunità. L’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche sono riconosciute in Italia a livello legislativo dal 2020.

  • Individuale: in questo caso il cittadino possiede un impianto di produzione di energia rinnovabile e consuma quella che produce.
  • Collettivo: l’autoconsumo collettivo è caratterizzato da una pluralità di consumatori che risiedono all’interno di uno stesso edificio in cui sono presenti uno o più impianti alimentati in maniera esclusiva da fonti rinnovabili. Gli impianti possono essere anche di soggetti terzi e beneficiano di alcuni benefici come ad esempio le detrazioni fiscali.
  • Comunità: i soggetti che partecipano alla comunità devono produrre energia destinata al proprio consumo grazie all’utilizzo di impianti che sfruttano le energie rinnovabili. Gli utenti, per condividere l’energia prodotta, possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti o servirsi di forme di autoconsumo virtuale.

Le comunità energetiche in Italia

Secondo i dati del Politecnico di Milano, al momento in Italia sono già attive una ventina di comunità energetiche, ma secondo le proiezioni, sono destinate a crescere in maniere esponenziale nei prossimi cinque anni. Tra le varie realtà in via di sviluppo sul territorio italiano è possibile citare quella presente a Bologna in via Usodimare. Questa rappresenta il primo esempio cittadino di autoconsumo collettivo condominiale, nato da un accordo firmato con Hera Comm, la società di vendita gas ed energia elettrica del Gruppo Hera. Si tratta di una delle prime esperienze in ambito regionale e tra le poche avviate anche a livello nazionale.

La realizzazione del progetto pilota di Hera Comm porterà all’installazione dell’impianto fotovoltaico e al suo avvio entro fine anno sul tetto della palazzina da 18 appartamenti al civico 5: la società si occuperà della gestione dell’iniziativa in tutte le sue fasi.

L’energia elettrica prodotta alimenterà sia le utenze comuni sia parte del fabbisogno energetico dei singoli nuclei familiari che abitano l’edificio, permettendo una maggiore indipendenza dalla rete con una quota di autoconsumo stimata tra il 55% e il 60% dell’energia prodotta.

I cittadini diventano autoproduttori di energia rinnovabile

L’autoconsumo collettivo è una nuova opportunità che la legge italiana, recependo la normativa europea, mette a disposizione dei cittadini per diventare autoproduttori di energia e ottenere significativi incentivi economici. Per attivarlo, devono essere presenti alcune condizioni: più consumatori presenti all’interno di uno stesso condominio e la realizzazione di uno o più nuovi impianti di produzione di energia rinnovabile, ognuno con una potenza massima di 200 kWp. Si tratta di un modello innovativo di approvvigionamento, distribuzione e consumo che vuole favorire la produzione e lo scambio di energia da fonte rinnovabile.

Benefici economici e ambientali per le famiglie di via Usodimare 5 a Bologna

Il condominio, in questo modo, attinge all’energia prodotta a zero emissioni da un impianto centralizzato che beneficia delle detrazioni fiscali del 50% sul suo costo, anticipate da Hera tramite lo sconto in fattura, risparmiando da subito sulla bolletta degli usi comuni e remunerando l’energia immessa in rete a condizioni di mercato.

In più, le famiglie di via Usodimare 5 a Bologna, grazie all’accordo sottoscritto con Hera, potranno accedere agli incentivi ventennali sull’energia condivisa previsti dalla normativa, smettendo quindi di essere solo consumatori e diventando autoconsumatori di energia rinnovabile. Il risparmio economico per il condominio di Bologna, per i primi vent’anni, è compreso in una forbice che va dai 45 mila ai 70 mila euro in funzione dell’andamento dei prezzi dell’energia nei prossimi anni. Un risparmio che permetterà di rientrare rapidamente dall’investimento effettuato entro al massimo 5 anni, o anche prima, se i prezzi dell’energia resteranno elevati. A questo si sommano i benefici ambientali che in questo caso equivalgono ogni anno al mancato consumo di oltre 29 barili di petrolio e a 11,4 tonnellate di CO2 evitate, pari a quella assorbita da 569 alberi.

Un’app a disposizione dei condomini per controllare produzione e consumi

Hera Comm, oltre a occuparsi dell’installazione e della messa in esercizio dell’impianto fotovoltaico sul tetto del condominio e di tutte le pratiche annesse, comprese quelle per accedere al sistema incentivante e alla detrazione fiscale, verificherà costantemente i risultati, ottimizzando i flussi grazie a informazioni in tempo reale su alcune variabili come il meteo. Metterà inoltre a disposizione delle famiglie una piattaforma – disponibile anche come app – sviluppata da Regalgrid, per monitorare direttamente il funzionamento dell’impianto e i propri consumi, così da massimizzare i benefici.