Siccità, la Catalogna ha dichiarato lo stato d’emergenza

Da tre anni nella regione spagnola piove pochissimo e ora l'emergenza è diventata critica, le riserve idriche sono scese sotto il livello di guardia del 16%

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

La prolungata siccità, definita “senza precedenti“, ha spinto il governo catalano a dichiarare lo stato di emergenza il 1° febbraio. La misura, in vigore da oggi, impatterà circa 6 milioni di residenti in 200 comuni dell’area metropolitana di Barcellona e Girona.

Le riserve idriche dei bacini del sistema Ter-Llobregat, che forniscono acqua potabile a queste zone, sono scese al livello di guardia del 16% della capacità. Per fronteggiare l’emergenza, il governo ha disposto una serie di misure di razionamento del consumo idrico.

Catalogna: Aragones ringrazia tutti per aver ritardato l’emergenza siccità

Il presidente catalano Pere Aragones ha annunciato l’entrata in vigore del razionamento idrico per 6 milioni di cittadini, sottolineando però come gli sforzi congiunti della comunità abbiano ritardato l’emergenza di 15 mesi.

“Voglio ringraziare i cittadini, il settore industriale e agricolo, e il lavoro di programmazione dei tecnici”, ha dichiarato Aragones. “Grazie agli investimenti e all’uso più efficiente delle risorse, siamo riusciti a posticipare di un anno e mezzo l’entrata in stato di emergenza”.

Siccità in Catalogna: cause, misure e impegno collettivo

Le cause di questa emergenza idrica includono la crisi climatica, con un calo delle precipitazioni e un aumento delle temperature, aggravando la siccità. In aggiunta, la scarsa riserva idrica è evidenziata dai serbatoi al 15,8% della loro capacità, senza previsioni di precipitazioni significative nel medio termine.

Per fronteggiare la situazione, sono state adottate varie misure, tra cui il razionamento dell’acqua con un limite giornaliero di 200 litri per persona. Campagne di sensibilizzazione sono in corso per promuovere un uso responsabile dell’acqua, mentre il governo catalano ha avviato investimenti in infrastrutture focalizzati sulla desalinizzazione e il riutilizzo delle acque reflue.

La siccità colpisce anche l’agricoltura, gli allevamenti e le industrie in Catalogna

In risposta all’emergenza siccità, sono state introdotte limitazioni significative in diversi settori chiave.

  • Agricoltura: prevista una drastica riduzione dell’irrigazione dell’80%
  • Allevamenti: la soglia di riduzione è stata fissata al 50%
  • Industrie: limite del 25% nei consumi idrici
  • Piscine e Centri Sportivi: restrizioni applicate, con la possibilità di eliminare l’uso delle docce in caso di ulteriore aggravamento della situazione

Sono state fissate sanzioni per i comuni che superano i volumi medi di consumo, con segnalazioni di violazioni già registrate in due paesi vicino a Girona. Inoltre, i comuni hanno il potere di ridurre la pressione delle erogazioni o prevedere tagli orari delle forniture per gestire meglio la situazione critica. La gravità della siccità richiede azioni decisive e un’immediata attuazione di misure restrittive.

La siccità più lunga della storia in Catalogna, riserve idriche in pericolo

Il presidente catalano, Pere Aragones, ha dichiarato in conferenza stampa che la Catalogna sta affrontando una siccità senza precedenti, che dura ormai da tre anni e senza pari nella storia dei rilevamenti pluviometrici. Insieme a lui, il consigliere di Azione Climatica, David Mascort, ha sottolineato l’urgente necessità di affrontare questa crisi. Nemmeno le ultime scarse piogge sono riuscite a rimpolpare le riserve idriche prosciugate nei bacini delle conche interne che alimentano il sistema Ter-Llobregat. Attualmente, le riserve consentono di coprire solo i prossimi 15 mesi, sottolineando la gravità della situazione.

La Catalogna si prepara alle sfide idriche future

David Mascort, ha sottolineato i progressi significativi della Catalogna nel prepararsi alle sfide idriche future. Rivendicando l’iniziativa del governo regionale, Mascort ha dichiarato che la Catalogna ha anticipato i compiti per il 2027 e il 2030 in termini di infrastrutture del ciclo idrico.

“Questo governo sta aprendo la strada per affrontare le siccità imminenti”, ha affermato Mascort. Tra il 2027 e il 2030, la regione prevede di avere a disposizione circa 160 hm3 di acqua in più. Questo sarà possibile grazie all’ampliamento dell’impianto di desalinizzazione di Tordera, rispettando i tempi previsti dalla sua pianificazione, e all’avvio anticipato della costruzione dell’impianto di desalinizzazione di Foix, con tre anni di anticipo rispetto alla programmazione iniziale.

Inoltre, la Catalogna prevede di realizzare ampliamenti e miglioramenti agli impianti di trattamento dell’acqua potabile di Besòs, Llobregat e Ter. Mascort ha anche evidenziato il varo del Piano nazionale, che mira ad aumentare gli impianti di depurazione nel Paese da 27 a 40, consentendo di avere a disposizione 40 hm3 di acque affinate che altrimenti non sarebbero disponibili.

Ottimizzazione dell’uso dell’acqua in Catalogna

Prima di guardare al futuro, è però necessario affrontare il presente e, come abbiamo già anticipato, sono state introdotte diverse misure per ottimizzare l’uso dell’acqua.

  • Agricoltura: Si prevede l’eliminazione dell’80% dell’irrigazione agricola, consentendo solo l’irrigazione di sopravvivenza per colture legnose e arboree, utilizzando acque rigenerate o sotterranee
  • Allevamenti: La riduzione del 50% dell’uso dell’acqua per usi zootecnici
  • Industria: Riduzione del 25% dei consumi idrici industriali
  • Usi Ricreativi: Riduzione del 25% nei usi paragonabili agli usi urbani e totale eliminazione dell’irrigazione

In tutti questi casi, le dotazioni possono essere integrate con acqua rigenerata proveniente da impianti di depurazione, a carico dell’utente, purché vi sia disponibilità di flussi. Inoltre, i proprietari di tali usi hanno la possibilità di proporre un piano di risparmio all’ACA, che potrebbe deliberare una riduzione percentuale inferiore, considerando le specificità di ciascun utilizzo, le dotazioni e l’efficienza dell’approvvigionamento in condizioni normali, nonché il grado di affettazione o interferenza dei bacini idrografici delle aziende agricole sulle forniture comunali del loro circondario.

Irrigazione pubblica e sportiva in Catalogna

L’emergenza siccità in Catalogna impone restrizioni anche all’irrigazione di giardini, campi sportivi e altri usi non domestici. L’irrigazione pubblica di sopravvivenza per alberi e giardini botanici è consentita solo se effettuata con acqua rigenerata proveniente da un impianto di depurazione o da acque sotterranee, a condizione che ciò non riduca la disponibilità di acqua per l’approvvigionamento domestico.

Per quanto riguarda l’irrigazione dei campi sportivi in erba naturale o di altre superfici necessitanti di irrigazione per la pratica dello sport federato, ciò è possibile solo in presenza di determinate condizioni. Queste includono l’utilizzo di acqua rigenerata o proveniente da falde, a patto che ciò non comporti una diminuzione della disponibilità d’acqua per l’approvvigionamento domestico. Inoltre, è richiesto che, attraverso l’applicazione di ulteriori misure di risparmio nello stesso impianto sportivo, si ottenga un risparmio idrico equivalente al volume d’acqua utilizzato per l’irrigazione.

Normative sull’uso ornamentale dell’acqua in Catalogna

Il governo catalano ha annunciato restrizioni riguardanti l’uso ornamentale dell’acqua, con alcune eccezioni specifiche. Sarà vietato l’uso di fontane ornamentali, laghetti artificiali e altri elementi estetici che coinvolgono l’acqua, con divieto totale o parziale di riempimento, ad eccezione degli stagni che servono da rifugio per la fauna in pericolo di estinzione o per la fauna destinata al recupero di specie autoctone nei corpi idrici. Questi stagni potranno essere riempiti con la minima quantità di acqua essenziale da rigenerazione o dalla falda freatica. Tuttavia, questa pratica è consentita solo dopo una valutazione idrogeologica che garantisca che ciò non comporti una riduzione della disponibilità d’acqua per l’approvvigionamento domestico. Queste disposizioni sono volte a preservare le risorse idriche durante l’emergenza attuale.

Restrizioni al riempimento delle piscine in Catalogna

Le piscine d’acqua dolce in Catalogna sono soggette a restrizioni riguardanti il riempimento. Ecco le principali disposizioni:

  • Piscine coperte: le piscine coperte registrate nel censimento degli impianti sportivi della Generalitat de Catalunya possono essere riempite solo parzialmente. Tuttavia, devono disporre di un sistema di ricircolo dell’acqua e garantire la qualità sanitaria. È necessario applicare ulteriori misure di risparmio idrico nell’impianto stesso, come la chiusura delle docce, in modo da compensare il volume d’acqua utilizzato per il riempimento.
  • Piscine scoperte per uso sportivo: le piscine scoperte utilizzate durante tutto l’anno per la pratica sportiva federata possono essere riempite parzialmente, sempre a condizione che siano dotate di un sistema di ricircolo dell’acqua. Anche in questo caso, è richiesto un risparmio idrico equivalente al volume utilizzato per il riempimento.
  • Piscine terapeutiche: le piscine ad uso terapeutico situate in ospedali, residenze, centri di educazione speciale e centri della Xarxa de Serveis Socials d’Atenció Pública possono essere riempite senza restrizioni, purché siano necessarie per il benessere dei pazienti.
  • Piscine con acqua di mare: le piscine con acqua di mare possono essere riempite completamente o parzialmente, ma devono essere svuotate senza allacciamento alle reti di alimentazione o igienico-sanitarie.

In sintesi, il riempimento delle piscine in Catalogna è regolamentato in base all’uso e alla disponibilità di sistemi di ricircolo e risparmio idrico.

Pulizia dei veicoli e uso di docce sulle spiagge

Sono vietate la pulizia di qualsiasi tipo di veicolo, ad eccezione di quella effettuata in impianti di pulizia di veicoli commerciali con sistemi di ricircolo dell’acqua. L’uso di docce e strutture per la pulizia dei piedi sulle spiagge è altresì proibito. Eventi ricreativi, pubblici o privati, che implicano l’uso di acqua idonea al consumo umano, come piste di pattinaggio temporanee o giochi d’acqua, sono vietati durante questa emergenza.

Misure d’emergenza dei servizi di approvvigionamento idrico

I soggetti che forniscono il servizio di approvvigionamento idrico applicheranno le misure dei loro Piani di Emergenza, che potrebbero comprendere riduzioni di pressione e la sospensione temporanea nell’erogazione del servizio di approvvigionamento. Le amministrazioni locali possono introdurre ulteriori limitazioni o divieti all’uso dell’acqua negli impianti sportivi e negli spazi ricreativi attraverso i loro piani di emergenza.

Valutazione ambientale dei progetti

La Generalitat de Catalunya avverte che nell’ambito della valutazione ambientale dei progetti e delle attività, l’ACA deve valutare la compatibilità con i vincoli derivanti dallo stato di emergenza secondo il Pla de Sequera. In caso di incompatibilità, l’organismo ambientale può condizionare l’esecuzione del progetto o dell’attività alla dichiarazione di uscita dallo stato di emergenza nell’unità operativa prevista.

Portate di emergenza nei fiumi

L’entrata nello stato di emergenza comporterà l’attuazione di misure d’emergenza nei fiumi Muga, Ter e Llobregat, con l’obiettivo di preservare una maggiore quantità d’acqua nelle riserve idriche dei bacini interni. Durante il periodo di riduzione delle portate, saranno anche pianificati aumenti controllati per garantire il mantenimento delle condizioni ecologiche, mirando al recupero dello stato dei corpi idrici una volta superata la situazione di siccità. Tali interventi idraulici verranno eseguiti due volte a settimana, per un totale di sei ore in ogni operazione.

Analisi approfondita delle misure

La Generalitat de Catalunya ha affermato che “La misura è stata analizzata in modo approfondito sia dal punto di vista tecnico, ottimizzando la gestione dell’acqua, sia dal punto di vista della conservazione ambientale. Lo studio dei parametri proposti non solo assicura la disponibilità di acqua per gli invasi, ma garantisce anche la reversibilità dell’impatto della misura sulla biodiversità delle sezioni fluviali coinvolte”.

La peggior crisi idrica mai registrata

I prossimi due mesi saranno decisivi per la Spagna, che, come detto, sta affrontando la peggiore siccità da quando esistono sistemi di rilevamento. Con l’avvicinarsi dei mesi estivi, l’aumento costante dell’afflusso turistico potrebbe accelerare l’esaurimento delle riserve idriche.

L’Agencia Catalana del Agua (ACA) ha identificato il 1° dicembre 2020 come l’inizio della “grande sete”, con oltre 38 mesi (oltre mille giorni) senza precipitazioni significative. Nonostante le riserve al 86% alla fine del 2020, alimentate dalla “tormenta Glòria” e dal deficit turistico dovuto alla pandemia, la situazione è peggiorata notevolmente.

Nel febbraio 2022, la Generalitat, il governo regionale, ha lanciato il primo allarme per le riserve del Ter-Llobregat, il sistema che fornisce acqua al capoluogo e alla sua cintura urbana. Le precipitazioni in Catalogna sono crollate drasticamente, ridotte a meno della metà, e i tipici fenomeni atmosferici di Levante, soliti nelle zone di confine con la Francia, sono completamente scomparsi. Gli esperti attribuiscono la mancanza di “pioggia del Levante” nel bacino di Cap de Creus all’instabilità atmosferica, un fenomeno che solitamente si verifica quando l’aria marina carica di umidità arriva nella provincia di Girona, ma che non si è verificato negli ultimi anni.

La siccità mette a rischio l’economia e l’ambiente della Spagna

La Spagna sta affrontando una delle peggiori siccità degli ultimi anni, che minaccia di scatenare una “guerra tra poveri” tra le regioni più colpite dalla scarsità d’acqua. Per evitare questo scenario, i politici locali chiedono l’intervento dell’Unione europea, che dovrebbe fornire aiuti economici e soluzioni alternative.

La siccità ha già avuto ripercussioni negative sul settore turistico, che teme una perdita di clienti, e sui porti commerciali, che devono rivedere le modalità di approvvigionamento idrico per le navi. Anche l’aeroporto di Barcellona, gestito da Aena, ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per i passeggeri, invitandoli a consumare l’acqua in modo responsabile. Inoltre, secondo una ricerca del comune di Barcellona riportata da El Pais, gli ospiti degli hotel a 5 stelle consumano in media 545 litri al giorno, mentre i residenti solo 163 litri.

L’agricoltura, uno dei pilastri dell’economia spagnola, è in grave crisi: molte aziende hanno dovuto ridurre le superfici coltivate a causa della bassa redditività. Il settore agricolo, che costituisce circa l’80% della domanda totale di acqua, è il più colpito. La mancanza di piogge ha distrutto i raccolti di uva e olive, portando a un aumento del 50% del prezzo dell’olio. Alcuni agricoltori delle regioni centrali, come la Castiglia-La Mancia, hanno ricorso a pratiche illecite per aggirare le limitazioni nell’irrigazione dei campi: occultamento di pozzi, derivazioni sotterranee, magneti sui contatori. Queste azioni sono contrastate dal Seprona (Servizio Protezione Natura), un’unità della Guardia civile che usa foto satellitari e ispezioni notturne.

Le emergenze precedenti di siccità

Il presidente della Catalogna, Pere Aragones, ha dichiarato che l’attuale situazione rappresenta la peggiore siccità nella storia moderna del paese, superando anche la crisi del 2007-2008. In risposta a quella emergenza, le autorità costruirono il più grande impianto di desalinizzazione dell’acqua in Europa, contribuendo oggi al 33% delle forniture idriche di Barcellona. Aumentarono anche il riciclo delle acque reflue, responsabile del 25% delle forniture attuali.

Queste misure hanno parzialmente mitigato l’attuale crisi, tanto che le autorità hanno attivato solo la prima delle tre fasi previste per lo stato di emergenza da siccità. Le fasi successive, che vengono implementate quando le riserve idriche scendono sotto il 10%, impongono restrizioni ancor più severe. Tuttavia, l’utilizzo delle acque desalinizzate si rivela oneroso sia dal punto di vista economico che energetico. Senza una completa transizione alle energie rinnovabili, gli impianti contribuiscono all’inquinamento, accentuando la crisi climatica.