Carbon offsetting, nasce il nuovo rating italiano per le aziende

Rete Clima, ente tecnico che da oltre dieci anni realizza progetti di forestazione e decarbonizzazione per le aziende, lancia un nuovo fondamentale servizio per le PMI

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

In Italia non se ne parla ancora tantissimo, eppure esiste anche da noi, tra chi si occupa di sostenibilità aziendale, uno speciale meccanismo che permette alle società di compensare le proprie emissioni di CO2 attraverso il supporto a progetti certificati di riduzione delle emissioni che assorbono o evitano la CO2. Questo sistema si realizza attraverso l’acquisto di crediti di carbonio, dove 1 credito di carbonio corrisponde a 1 tonnellata di CO2 assorbita o evitata dal progetto. Stiamo parlando della cosiddetta compensazione del carbonio, in inglese carbon offsetting.

Come funziona? Semplice: l’azienda acquista un credito di carbonio, quando poi il credito viene utilizzato per la compensazione, viene ritirato permanentemente, in modo che non possa essere riutilizzato. Per trasparenza e responsabilità, ai crediti di carbonio viene persino assegnato un numero di serie. La compensazione delle emissioni residue – carbon offsetting appunto – avviene in pratica tramite l’annullamento di crediti di carbonio generati da progetti internazionali certificati, che possono appartenere a due differenti categorie: carbon avoidance, che riducono o prevengono le emissioni di gas serra, oppure carbon removal, cioè progetti di rimozione della CO2 già presente in atmosfera.

L’obiettivo – che ad oggi sembra decisamente perseguibile e dunque di enorme interesse per il mondo economico – è spingere le imprese ad accelerare le riduzioni interne di anidride carbonica, comprese le emissioni della catena di fornitura, aprendole a nuovi investimenti e innovativi modelli di business a basse emissioni di carbonio.

Il caso Verra, il più grande ente certificatore al mondo carbon neutral

Ma come essere certi che il progetto che si sceglie di supportare per compensare le proprie emissioni di CO2 sia davvero affidabile? Dalle auto alle case alla cucina, tutti parlano di futuro carbon neutral. Ma sarà proprio così?

La questione si pone, in particolare, alla luce di un’indagine pubblicata a gennaio e condotta da Guardian, Die Zeit e SourceMaterial, organizzazione no-profit di giornalismo investigativo, grazie alla quale è stato scoperto che le compensazioni di carbonio delle foreste approvate dal principale certificatore mondiale, Verra, e utilizzate tra gli altri anche da colossi quali Disney, Shell e Gucci, sarebbero in gran parte inutili e potrebbero addirittura peggiorare il riscaldamento globale.

La ricerca su Verra ha rilevato che, sulla base dell’analisi di una percentuale significativa dei progetti, oltre il 90% dei suoi crediti di compensazione della foresta pluviale, tra quelli più comunemente utilizzati dalle aziende, sarebbero probabilmente “crediti fantasma” e non rappresenterebbero vere e proprie riduzioni di carbonio. Lo studio, come ovvio, solleva interrogativi sui crediti acquistati da una serie di aziende internazionali, che hanno “venduto” i loro prodotti come “carbon neutral”, pur forse non essendolo.

Ora, è ovvio che raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050 su scala globale richiede massicci investimenti in pozzi di assorbimento del carbonio biologici o geologici. Un cammino lungo, lento, ma necessario. Finalmente anche da noi qualcosa si muove, tanto che alcune realtà stanno supportando sempre di più le aziende, con risultati evidenti, a raggiungere la carbon neutrality anche tramite la compensazione delle emissioni residue di gas serra, individuando i progetti e le soluzioni più efficaci e sicure.

Cos’è il nuovo rating carbon offsetting

Ma qui torniamo alla domanda di prima: come si fa a valutare un progetto? Come si fa a sapere se il progetto su sui investiamo e che scegliamo è davvero carbon neutral? Per sapere se è davvero efficace, sicuro e sostenibile è appena nato un nuovo servizio di valutazione e rating dei progetti Carbon offset già certificati secondo i più importanti standard tecnici globali. Il servizio, creato da Rete Clima, ente tecnico che da oltre dieci anni realizza progetti di forestazione e decarbonizzazione per le aziende, e più in generale di ESG, si basa su un’innovativa tecnologia satellitare e sull’IoT.

“Le aziende sono ormai consapevoli della necessità di selezionare solo crediti di carbonio provenienti da progetti affidabili, che aderiscono a standard riconosciuti a livello internazionale e possibilmente muniti di certificazioni addizionali collegate ad importanti co-benefici generati”, spiega Paolo Viganò, fondatore e presidente Rete Clima. “Il servizio di rating che mettiamo ora in campo intende quindi rispondere alla necessità di dare garanzie alle aziende in un clima di incertezza nei confronti del sistema dei Carbon credits”.

Il risultato è ottimo, perché è in grado di selezionare e proporre alle aziende crediti di carbonio di elevato livello tecnico, che permettano una corretta ed efficace azione e comunicazione nel campo della decarbonizzazione aziendale, tutelando l’azione climatica e l’investimento delle risorse economiche aziendale.

È in questa logica che Rete Clima sta creando un vero e proprio portfoglio di progetti di carbon offset, solidi a livello tecnico ed economico, nonché affidabili dal punto di vista green. “Uno sforzo che – continua Viganò – realizziamo sia per supportare la carbon neutrality delle aziende con progetti di carbon avoidance e carbon removal, sia per raggiungere gli obiettivi di medio termine di Net-Zero, rispetto ai quali saranno valorizzati solo i carbon sink orientati all’assorbimento e al sequestro della CO2”.

Il sistema di rating di Rete Clima per i progetti certificati di carbon offsetting si struttura su una scala di valutazione composta da 8 livelli, da AAA per il giudizio più alto a D come più basso. In pratica, grazie al nuovo servizio, le aziende possono ricevere proposte di progetti internazionali certificati in linea con le proprie esigenze, e soprattutto avere certezze tecniche e comunicative riguardo ai progetti di compensazione proposti. Il continuo monitoraggio permette poi di confermare, osservare, aggiornare, declassare o escludere dal rating i progetti, anche se già certificati per conferire alle aziende crediti di carbonio.

Come funziona il rating carbon offset per le aziende

Il sistema di rating si basa sulla valutazione di tre pilastri fondamentali: carbon score, sistema di verifica dell’addizionalità e permanenza. Questi tre pilastri analizzati a livello quantitativo, uniti a una valutazione qualitativa dei benefici generati dal progetto anche in termini geografici e sociali, forniscono una chiara indicazione di quali progetti carbon siano da preferire nelle decisioni di investimento.

Questo tipo di controllo è essenziale soprattutto nel caso di progetti NBS (Nature Based Solutions), cioè basati su miglioramento e gestione degli ecosistemi naturali, che hanno il valore di operare mitigazione climatica sulla base della tutela di ecosistemi di pregio ma anche il rischio di una potenziale sovrastima dei propri benefici.

L’analisi del carbon score verifica se il progetto sta rendicontando accuratamente le sue attività di riduzione o rimozione di CO2 e altri gas serra, che vengono misurati in termini di CO2 equivalente (CO2e). Questo avviene ad esempio per quanto riguarda la protezione contro la deforestazione, confrontando i valori forniti dagli sviluppatori del progetto con le immagini satellitari.

Il criterio di addizionalità è un requisito basilare per la certificazione del progetto di carbon offset: la valutazione di rating entra dunque nel merito di quale metodologia sia stata scelta per la verifica dell’addizionalità a livello di progetto. In particolare, viene considerato il rischio di una sovrastima – cosiddetto “overcrediting” – delle emissioni evitate o assorbite, valutando la ragionevolezza e l’accuratezza con cui viene scelta la baseline, cioè la situazione emissiva di partenza rispetto alla quale sono valutati i benefici del progetto.

Infine, l’analisi della permanenza valuta quanto sia probabile che i gas serra evitati o rimossi dalle attività del progetto permangano per un periodo di tempo significativo e coerente rispetto alla natura del progetto. Vengono quindi valutati sia i rischi naturali – come incendi, siccità, inondazioni, epidemie, parassiti e uragani – che sociali e normativi – evoluzione normativa della proprietà fondiaria e del diritto di emissione di crediti di carbonio, coinvolgimento e inserimento delle popolazioni indigene, schemi di remunerazione diretta ed indiretta delle comunità indigene, cambiamento di equilibri geopolitici e così via.

Contenuto offerto da Rete Clima