Le bioplastiche compostabili stanno cambiando l’economia, la società e l’ambiente

Consorzio Biorepack: "In un anno 410 mila tonnellate di carbonio organico sono tornate nei suoli agricoli e sono state evitate 5,6 milioni di tonnellate di CO2"

Pubblicato: 5 Settembre 2024 17:20

Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il primo Rapporto di sostenibilità di Biorepack, redatto dalla School of Management dell’Università Bocconi, mette in luce risultati rilevanti in termini di impatto ambientale, sociale ed economico della filiera degli imballaggi in bioplastica compostabile. I dati sono straordinari e tracciano un quadro estremamente positivo.

Nel corso dell’anno, sono state raccolte 5 milioni di tonnellate di rifiuti umidi, che hanno permesso di produrre ben 1,9 milioni di tonnellate di compost. Questo compost ha avuto un ruolo cruciale nel miglioramento dei terreni agricoli, con 410.000 tonnellate di carbonio organico restituite al suolo, contribuendo in modo significativo alla fertilità dei terreni.

Un altro risultato significativo è il risparmio di 5,6 milioni di tonnellate di CO2 equivalente all’anno, ottenuto evitando lo smaltimento dei rifiuti in discarica. Questo contributo non solo riduce le emissioni di gas serra, ma rappresenta un passo importante verso la lotta ai cambiamenti climatici.

La gestione dei rifiuti umidi ha anche favorito la produzione di 409 milioni di Nm3 di biogas, che ha generato 411 GWh di energia elettrica e 169 GWh di energia termica, dimostrando un chiaro impegno verso la transizione energetica. A ciò si aggiunge la produzione di 167 milioni di Nm3 di biometano, un biocarburante che può essere utilizzato in vari settori, contribuendo all’economia circolare.

Oltre ai benefici ambientali, il rapporto sottolinea l’importanza delle ricadute economiche e sociali. Ben 9,4 milioni di euro sono stati distribuiti ai Comuni italiani come incentivo per migliorare e incentivare la raccolta differenziata, e 436.000 euro sono stati investiti in ricerca e sviluppo, elemento cruciale per l’innovazione e il miglioramento continuo del settore. In parallelo, 37.000 studenti sono stati coinvolti in attività educative mirate alla sensibilizzazione sulle tematiche della sostenibilità e dell’economia circolare.

Questi risultati testimoniano come la filiera degli imballaggi in bioplastica compostabile non solo offra soluzioni concrete per la gestione sostenibile dei rifiuti, ma contribuisca attivamente a creare valore economico e sociale.

Cosa sono le bioplastiche compostabili?

Le bioplastiche compostabili sono materiali derivati da risorse rinnovabili, come amido di mais, canna da zucchero o patate, e sono progettate per degradarsi naturalmente in condizioni specifiche di compostaggio. A differenza delle plastiche tradizionali, prodotte da derivati del petrolio, le bioplastiche non rilasciano sostanze tossiche nell’ambiente durante il processo di decomposizione, riducendo così l’impatto ambientale.

Come sono fatte le bioplastiche compostabili?

Le bioplastiche compostabili sono realizzate attraverso processi di polimerizzazione di biomasse vegetali, come l’amido o la cellulosa, che permettono di ottenere materiali con caratteristiche simili alle plastiche convenzionali. Durante il compostaggio, queste bioplastiche si decompongono in modo naturale, trasformandosi in compost e restituendo nutrienti al suolo. Questo processo di decomposizione è certificato e avviene in un periodo di tempo limitato, solitamente meno di sei mesi, a differenza delle plastiche tradizionali che richiedono secoli per degradarsi.

Vantaggi delle bioplastiche compostabili

Le bioplastiche compostabili offrono diversi vantaggi ambientali rispetto alle plastiche convenzionali. Tra i più importanti:

L’importanza del Rapporto di sostenibilità

Il Rapporto di sostenibilità rappresenta un documento cruciale per qualsiasi organizzazione che voglia monitorare e comunicare in modo chiaro il proprio impatto su tematiche ambientali, sociali ed economiche. Francesco Bertolini, docente della Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi, con oltre 30 anni di esperienza in insegnamento e ricerca internazionale sulla sostenibilità, ne sottolinea l’importanza.

Secondo Bertolini, il Rapporto di sostenibilità è un documento che riporta le performance dell’organizzazione rispetto a questi temi, fornendo un resoconto dettagliato delle attività e degli impatti dell’azienda in un periodo determinato. Questo documento diventa quindi uno strumento chiave per comunicare in modo trasparente con i diversi stakeholder dell’azienda, che possono includere investitori, dipendenti, clienti, autorità regolatorie, comunità locali e cittadini.

Attraverso il Rapporto di sostenibilità, l’organizzazione può documentare in modo accurato gli sforzi compiuti per operare in maniera responsabile, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale, promuovere il benessere sociale e garantire una governance etica. Tale trasparenza è essenziale per costruire fiducia e consolidare il rapporto con gli stakeholder, dimostrando un impegno concreto verso una gestione aziendale sostenibile e responsabile.

Questo strumento diventa quindi fondamentale non solo per monitorare i progressi, ma anche per comunicare le strategie e i risultati raggiunti, mettendo in luce il contributo dell’azienda nella creazione di un futuro più equo e sostenibile.

Il Rapporto di sostenibilità di Biorepack: uno strumento completo per la valutazione ambientale e sociale

Il Rapporto 2023 realizzato per Biorepack segna una tappa fondamentale nel monitoraggio della sostenibilità all’interno del Consorzio. Questo documento, elaborato dagli analisti della Bocconi, rappresenta il primo strumento completo che affronta il tema della sostenibilità, integrandolo nelle attività specifiche di Biorepack. Il rapporto si concentra prevalentemente sull’anno 2023, o sul 2022 laddove non fossero ancora disponibili dati aggiornati, prendendo come riferimento il 2021 considerato come l’“anno zero” per valutare i progressi fatti nel tempo.

Un aspetto centrale del rapporto è la correlazione tra le attività della filiera delle bioplastiche compostabili e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. Questa analisi evidenzia come l’adozione di packaging biodegradabile e compostabile abbia impatti positivi su diversi fronti, contribuendo in maniera concreta a raggiungere numerosi obiettivi globali.

I benefici del packaging biodegradabile si riflettono in modo particolare su quattro SDGs:

Questi risultati non solo dimostrano la validità delle scelte sostenibili promosse da Biorepack, ma sottolineano anche come l’impegno nella ricerca di soluzioni compostabili e biodegradabili possa favorire un approccio più responsabile alle sfide globali.

Biorepack: tre anni di successi nella gestione delle bioplastiche e nella promozione del riciclo organico

In occasione del bilancio sui primi tre anni di attività, Marco Versari, presidente di Biorepack, sottolinea l’impatto positivo del consorzio nella gestione del riciclo organico degli imballaggi in bioplastiche. “Nei suoi primi 3 anni di attività, il nostro consorzio ha consentito alla filiera delle bioplastiche di gestire al meglio il riciclo organico dei propri imballaggi, contribuendo positivamente ai risultati di riciclo in Italia”, afferma Versari, ponendo l’accento su uno dei successi chiave: il miglioramento delle pratiche di conferimento dei rifiuti da parte dei cittadini.

Uno dei principali obiettivi raggiunti da Biorepack è stato quello di promuovere il corretto conferimento degli imballaggi compostabili nella raccolta differenziata dell’umido domestico, assicurando che tali materiali fossero etichettati e riconoscibili per facilitare il processo di separazione. Questo sforzo ha avuto un impatto diretto nel migliorare la qualità della raccolta dell’umido, un elemento cruciale per la filiera del compostaggio.

Versari evidenzia inoltre l’importanza di valorizzare la frazione umida dei rifiuti, che, attraverso il compostaggio, si trasforma in una risorsa biologica essenziale per la tutela dell’ambiente. “In questo modo abbiamo potuto valorizzare la raccolta della frazione umida dei rifiuti, che, attraverso il compostaggio, diventa una risorsa biologica strategica per mantenere la salute del suolo“, afferma.

Questo approccio consente di trasformare i rifiuti organici in compost di alta qualità, restituendo nutrienti vitali ai terreni agricoli e contribuendo alla rigenerazione del suolo, elemento centrale per un’agricoltura sostenibile e per la salvaguardia dell’ambiente.

Una panoramica sulle performance dei consorziati verso una maggiore sostenibilità

Il Rapporto di sostenibilità di Biorepack ha offerto l’opportunità di analizzare le performance ambientali, sociali ed economiche dei consorziati, fornendo loro una visione completa e dettagliata del contributo che il settore sta apportando alla sostenibilità. Questo strumento si è rivelato fondamentale per restituire un’immagine chiara e misurabile del percorso intrapreso dai membri del consorzio verso pratiche più sostenibili.

Nell’ambito del rapporto, Biorepack ha distribuito un questionario ai suoi 222 consorziati e ai potenziali utilizzatori finali degli imballaggi compostabili, per comprendere meglio il loro livello di consapevolezza e le azioni messe in atto per migliorare la sostenibilità. Dai risultati raccolti emerge un dato significativo: il 64% dei consorziati dichiara di conoscere gli SDGs (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), un segnale incoraggiante del fatto che molte aziende stanno acquisendo una maggiore consapevolezza dell’importanza di questi obiettivi globali.

In termini di azioni concrete, il 50% dei consorziati ha già adottato strategie volte a ridurre le proprie emissioni di carbonio, un passo importante nella lotta al cambiamento climatico. Inoltre, il 35% delle aziende reintegra gli scarti di lavorazione nei propri processi produttivi, contribuendo a ridurre i rifiuti e promuovendo una gestione più efficiente delle risorse. Un altro dato rilevante è che il 30% delle imprese monitora attivamente le proprie emissioni di CO2, dimostrando un crescente impegno nel calcolo dell’impatto ambientale.

Oltre agli sforzi ambientali, emerge un forte impegno nella gestione delle risorse umane: l’84% dei consorziati adotta infatti buone pratiche per la gestione dei propri dipendenti, ponendo attenzione al benessere e alla qualità del lavoro.

Tuttavia, ci sono ancora margini di miglioramento. Solo il 16% delle aziende ha già predisposto un Rapporto di sostenibilità, mentre un ulteriore 24% ha espresso l’intenzione di elaborarlo a breve. Questo indica che, sebbene la consapevolezza stia crescendo, c’è ancora del lavoro da fare per rendere la rendicontazione trasparente e strutturata una pratica diffusa nel settore.

Questi dati forniscono un quadro preciso delle sfide e dei progressi del settore, evidenziando l’importanza di continuare a investire in strategie di sostenibilità a lungo termine.

Biorepack e la transizione verso un’economia circolare: una sfida complessa ma necessaria

Il passaggio da un’economia lineare a una circolare è ormai iniziato, ma si tratta di un percorso lungo, complesso e articolato. In questo contesto, Biorepack si propone di assumere un ruolo chiave come facilitatore di questo cambiamento. Carmine Pagnozzi, direttore generale di Biorepack, spiega che il consorzio è determinato a contribuire su più fronti: “Da un lato, vogliamo aiutare la crescita di un settore innovativo come quello delle bioplastiche, dall’altro, intendiamo promuovere uno sviluppo dove gli indicatori di performance non siano più esclusivamente economici, ma includano valori compatibili con un equilibrio tra ecosistema e società“.

Il concetto di economia circolare mira a ridurre il consumo di risorse e minimizzare gli sprechi, favorendo il riutilizzo e il riciclo dei materiali per prolungarne il ciclo di vita. Biorepack si colloca in prima linea in questo cambiamento, cercando di essere un motore di innovazione nel settore delle bioplastiche, promuovendo un utilizzo consapevole e sostenibile dei materiali.

Il piano strategico di Biorepack si inserisce all’interno di questa cornice valoriale, puntando a consolidare un approccio che integra non solo la crescita economica, ma anche il rispetto per l’ambiente e il benessere della società. Secondo Pagnozzi, il consorzio è impegnato a sostenere i suoi consorziati, siano essi produttori o utilizzatori di bioplastiche, nel loro percorso verso una maggiore sostenibilità. Questo coinvolgimento è essenziale per guidare il settore delle bioplastiche verso una transizione sostenibile che sia al tempo stesso vantaggiosa per l’ambiente e per la società.

Biorepack vuole quindi assumere un ruolo di guida e supporto, promuovendo soluzioni che non solo riducano l’impatto ambientale, ma che siano anche in grado di creare valore a lungo termine, per garantire uno sviluppo armonico tra l’economia e la sostenibilità.

Un futuro sostenibile grazie alle bioplastiche

I dati del rapporto confermano che la filiera degli imballaggi in bioplastica compostabile non solo offre soluzioni concrete per la gestione sostenibile dei rifiuti, ma contribuisce attivamente a creare valore economico e sociale. Grazie all’impegno nella ricerca di soluzioni biodegradabili, Biorepack continua a promuovere un futuro più sostenibile e responsabile per tutti.

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