Patente, arriva la stretta: ritirata a vita per questi reati

Il ministro Matteo Salvini ha annunciato l’inasprimento delle pene per una serie di illeciti relativi alla guida: ecco quando scatta l’ergastolo della patente

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Redazione

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“Chi si mette alla guida ubriaco marcio o drogato deve sapere di rappresentare un potenziale assassino. Questo è un argomento su cui non transigo, finché sarò io il ministro competente farò di tutto affinché le pene siano le più severe possibili. In questi casi serve il ritiro della patente a vita“.

Sono parole durissime quelle pronunciate da Matteo Salvini, titolare del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in occasione della presentazione del rapporto sulla sicurezza stradale. Il segretario della Lega ha voluto porre con forza l’attenzione su questo tema ricordando i numerosi episodi di estrema gravità che da anni riempiono le pagine di quotidiani e notiziari, specialmente durante i fine settimana.

Cos’è l’ergastolo della patente e quando dovrebbe scattare nei confronti del conducente

La questione dell’inasprimento delle pene per chi si mette alla guida in condizioni compromesse occupa il dibattito politico da oltre un decennio. Era il 2010 infatti quando si cominciò a discutere del cosiddetto ergastolo della patente, aspetto di cui si è tornato a parlare di recente anche prima dell’intervento del ministro. L’obiettivo di questo strumento punitivo è quello di arginare il grave fenomeno degli incidenti causati da uno stato di alterazione psicofisica del conducente.

La causa va ovviamente ricercata nell’abuso di bevande alcoliche e nell’assunzione di sostanze stupefacenti, che portano la persona interessata a sottovalutare la propria incapacità alla guida. Una piaga che – come ricordato dallo stesso leader del Carroccio – troppo spesso sfugge alle statistiche ufficiali.

Difatti, le notizie che giungono ad ognuno di noi tramite gli organi di stampa rappresentano solo una minima parte rispetto alla casistica complessiva. Questo avviene principalmente a causa del numero assai limitato di controlli che vengono svolti dagli agenti stradali, una categoria che da anni denuncia un sottodimensionamento degli organici in relazione alla reale necessità di monitoraggio che la materia richiede.

Quali sono gli articoli del Codice stradale che regolamentano la guida in stato di alterazione psicofisica

Ma quali sono gli articoli del Codice stradale (con relative implicazioni su quello penale) a cui fa riferimento Matteo Salvini quando parla degli autisti “ubriachi marci e drogati”? Osservando la normativa attualmente in vigore, possiamo individuare due leggi che – in particolare – si occupano della regolamentazione degli ambiti in oggetto:

  • l’articolo n. 186 del Codice della strada, che disciplina la fattispecie della guida in stato di ebbrezza sotto l’influenza di alcool;
  • l’articolo n. 187 del Codice della strada, che disciplina la fattispecie della guida in stato di alterazione psicofisica a seguito dell’assunzione di sostanze stupefacenti.

Scendendo ancora di più nello specifico, il tasso alcolemico oltre cui scatterebbe l’ergastolo della patente è individuato nella soglia di 1,5 grammi di alcool per ogni litro di sangue. Un limite che già oggi innesca conseguenza penali a carico del trasgressore (cosa che non avviene se il tasso alcolemico rilevato nel sangue rimane al di sotto, ossia tra 0,5 e 1,5 g/l). Per quanto riguarda invece l’uso di stupefacenti, non vi sono particolari indicazioni relative al dosaggio, ma esiste un elenco di sostanze proibite per chi si mette al volante (con scarsa distinzione tra droghe leggere e pesanti).