Aumentano le tempeste di sabbia: le cause e i rischi

Dall'inizio di aprile 2022, l'Iraq e altre regioni mediorientali sono state colpite da una serie di forti tempeste di sabbia causate dal cambiamento climatico

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Questo mese i cieli da Dubai fino alla Siria si sono colorati di un arancione apocalittico, mentre polvere e sabbia turbinavano nell’aria.

La situazione in Medio Oriente

Migliaia di persone in Medio Oriente hanno affollato gli ospedali, perché non in grado di respirare correttamente a causa delle tempeste di sabbia. In Siria, le unità mediche hanno fatto scorta di bombole di ossigeno. A Baghdad sono state chiuse le attività commerciali e le scuole, mentre Teheran ha sospeso i voli e il Kuwait ha bloccato il traffico marittimo. Le tempeste di sabbia non conoscono confini. Minacciano di creare scompiglio in una regione vitale per l’economia globale.

Gli esperti avvisano che il fenomeno sta peggiorando e questo è dovuto in parte dai cambiamenti climatici che rendono la regione più calda e secca e al tempo stesso modificano i modelli meteorologici che causano tempeste più intense.

Sede di tre vie d’acqua strategiche e di quasi la metà delle riserve petrolifere del mondo, il Medio Oriente è fondamentale per il commercio globale e l’approvvigionamento energetico.

Un assaggio del potere distruttivo delle tempeste si è avuto nel marzo 2021, quando il Canale di Suez è stato bloccato per sei giorni da una nave portata fuori rotta da una tempesta di sabbia, bloccando quasi 60 miliardi di dollari di scambi commerciali. Il 12% del commercio mondiale passa attraverso questo canale.

Le tempeste di sabbia hanno però effetto devastante sulla salute delle popolazioni del Medio Oriente e sulle loro economie. Secondo la Banca Mondiale, il fenomeno costa all’economia della regione 13 miliardi di dollari all’anno.

Sebbene le tempeste di sabbia siano tipiche di questo periodo dell’anno, secondo gli esperti si stanno verificando con una frequenza senza precedenti.

L’Iraq è il paese più colpito

L’Iraq è stato particolarmente colpito, con tempeste che si sono verificate su base quasi settimanale questa primavera. Secondo Ali Attiya, professore di scienze atmosferiche all’Università Mustansiriyah di Baghdad, in una primavera tipica si verificano da una a tre tempeste al mese, ma da aprile si sono abbattute sul Paese almeno nove tempeste importanti e se ne prevedono altre.

Un funzionario iracheno ha dichiarato che quest’anno il Paese sta affrontando quest’anno una media di 272 giorni di tempeste di sabbia e, entro il 2050, sono previsti 300 giorni di tempeste.

Mohammed Mahmoud, direttore del Programma Clima e Acqua del Middle East Institute ha spiegato che, quello che sta accadendo in Iraq, potrebbe essere il segnale di allarme precoce di quello che potrebbe accadere in altre parti della regione mediorientale.

Mahmoud ha aggiunto che gli Sati del Golfo sono particolarmente vulnerabili all’aumento delle tempeste di sabbia, sottolineando che anche Egitto e Libia sono paesi a rischio.

I danni economici vanno dai raccolti agricoli rovinati e dai macchinari danneggiati alla chiusura di porti e aeroporti e alle ore spese per ripulire strade e altre infrastrutture.

Le cause dell’aumento delle tempeste di sabbia

I fattori alla base della crescente frequenza delle tempeste sono complessi: gli esperti attribuiscono alle temperature roventi e all’estrema siccità, combinate con anni di cattiva gestione del territorio e delle acque in Paesi come l’Iraq e l’Iran, l’aumento della desertificazione e dell’erosione del suolo.

Un suolo più secco significa più fonti di polvere che possono essere raccolte dai forti venti che soffiano sul Medio Oriente.

Secondo alcuni esperti, anche gli anni di guerra hanno avuto un ruolo nel degrado dei terreni, portando a un aumento delle fonti di polvere.

Igor Malgrati, consulente per l’acqua e l’habitat in Medio Oriente del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), ha spiegato che i conflitti armati hanno avuto un impatto enorme sull’ambiente, sulla governance e sulla società.

Gli effetti del cambiamento climatico non faranno che intensificare questi problemi. Le temperature in Medio Oriente stanno aumentando a una velocità doppia rispetto alla media globale e i modelli climatici prevedono una diminuzione delle precipitazioni in alcune zone chiave della regione.

Ma parte del problema potrebbe avere origine anche molto più lontano. Diana Francis, responsabile del laboratorio di Scienze Ambientali e Geofisiche dell’Università Khalifa negli Emirati Arabi Uniti, ha scoperto che una grande tempesta di sabbia del 2015 che ha colpito l’Iraq e parti della penisola arabica si è formata a causa dei cambiamenti nella regione polare.

La Francis ha spiegato che lo scioglimento dei ghiacci nell’Artico sta riducendo la temperatura che si crea tra la regione polare e le medie latitudini e questo fa sì che i sistemi meteorologici si muovano lentamente sulla regione mediorientale.

Sebbene i Paesi della regione abbiano tardato a proteggersi dalle tempeste, alcuni stanno prendendo atto dell’intensificarsi di questi fenomeni. Secondo la Francis è necessario aumentare l’approvvigionamento idrico in Iraq e piantare un po’ di vegetazione in modo da ridurre le aree spoglie che sono più esposte ai forti venti.

Le azioni contro le tempeste di sabbia

Ad aprile, l’Iraq ha annunciato che avrebbe riabilitato dieci oasi nel deserto occidentale per combattere l’aumento delle tempeste di polvere. Ma molti di questi progetti si sono arenati in passato a causa di una cattiva gestione finanziaria.

Nel frattempo, l’Arabia Saudita si è impegnata a piantare 10 miliardi di alberi nel Paese e altri 40 miliardi nella regione per combattere le tempeste di sabbia e la desertificazione. Il Paese ospita il più grande deserto di sabbia del mondo.

Nel 2016, l’Istituto Masdar degli Emirati Arabi Uniti ha lanciato un sistema altamente tecnologico in grado di prevedere le tempeste di sabbia. Questo sistema potrebbe essere utilizzato dai Paesi del Medio Oriente per prepararsi meglio alle tempeste più grandi.

Mahmoud ha avvertito che c’è il forte rischio che nelle stagioni estive le tempeste di sabbia diventino la norma e, a lungo termine, se questo livello di frequenza e di entità persiste, si prospettano gravi di salute pubblica per quanto riguarda le malattie respiratorie e i decessi, oltre ai gravi danni economici.