Quando il servizio di raccolta rifiuti non viene effettuato regolarmente, si ha diritto ad uno sconto sulla Tari? E quando non viene effettuato? Quali sono i diritti e i doveri dei contribuenti nei confronti dell’amministrazione comunale? Le famiglie e le imprese hanno diritto a pagare la Tari in forma ridotta quando l’attività di raccolta non viene svolta effettuata fin davanti all’abitazione della famiglia o alla sede di un’azienda.
Nel caso in cui il contribuente sia costretto a chiedere un servizio sostitutivo privato, la Tari non deve essere pagata integralmente. A stabilirlo, con l’ordinanza 5940 del 23 febbraio 2022, è stata direttamente la Corte di Cassazione. Ma cerchiamo di capire meglio e vediamo cosa è successo.
Tari, quando si ha diritto allo sconto
Nel caso in cui la raccolta dei rifiuti non sia effettuata regolarmente, il contribuente ha diritto ad ottenere uno sconto sulla Tari. Nel caso in cui debba provvedere in proprio a smaltire i rifiuti, può evitare di pagare la tassa. Attenzione, però, spetta al contribuente l’onere della prova del mancato servizio, che dia diritto ad una riduzione della tassa sui rifiuti.
I giudici della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5433 del 21 febbraio 2023, hanno affermato che il contribuente è tenuto a dimostrare che il servizio non viene effettuato regolarmente: in presenza di questa prova, lo sconto è obbligatorio, anche se non è stato previsto dal regolamento comunale.
L’articolo 1, comma 656, della Legge n. 147/2013 prevede che la Tari possa essere versata nella misura massima del 20% quando il servizio di raccolta rifiuti è carente o manca completamente. La tariffa è ridotta del 40% in rapporto alla distanza tra gli utenti e il posto di raccolta.
Nel caso preso in considerazione dalla Corte di Cassazione, è stato analizzato un caso molto particolare. Ma grazie al quale sono state fornite delle informazioni particolarmente utili ai contribuenti.
Il caso preso in esame
A finire sul tavolo dei giudici della Suprema Corte è un caso relativo all’impugnazione di una cartella esattoriale per la Tari 2016. I magistrati hanno giudicato la posizione di uno stabilimento per la produzione di polistirene espanso parzialmente, che era stato accolto dalla Commissione Tributaria regionale: l’oggetto del contendere è la mancata raccolta rifiuti speciali prodotti dall'azienda.
Nel momento in cui si procedeva con il ricorso, si sottolineava che l’onere di provare l’istituzione e l’attivazione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani ed assimilati debba essere a carico dell’ente impositore. L’esistenza di questo servizio è il presupposto principale dal quale deriva il successivo potere impositivo. Non essendo stata fornita questa prova da parte dell’ente, il contribuente sarebbe stato esentato dall’obbligo di pagamento della Tari.
I giudici della Corte di Cassazione ritengono che quando vi è il trattamento di rifiuti speciali non assimilabili e non assimilati in via esclusiva al contribuente, escludendo un’eventuale convenzione sottoscritta da quest’ultimo direttamente con l’ente impositore, nessuna inadempienza può essere attribuita dal contribuente all’ente impositore con riguardo alla carenza di istituzione, organizzazione o gestione di tale servizio al fine di essere esentato dal pagamento della Tari.
Gli obblighi in capo al contribuente
Il lettore, che volesse fermarsi a questo punto, rimarrebbe perplesso. Dalle prime indicazioni fornite dalla Corte di Cassazione parrebbe obbligatorio dover pagare la Tari in qualsiasi caso. Ma non è proprio così. I giudici della suprema corte, infatti, confermano la possibilità di beneficiare degli sconti sulla tassa rifiuti in caso di mancato servizio. Ma l’eventuale disservizio deve essere dimostrato dal contribuente: nel caso in cui la raccolta rifiuti non venga effettuata a regola d’arte o abbia delle lacune spetta al contribuente dimostrare le carenze del servizio. E quindi richiedere gli sconti previsti dalla normativa.
La Cassazione, infatti, spiega che:
grava sul contribuente l'onere di provare la sussistenza delle condizioni per beneficiare del diritto ad ottenere una riduzione della superficie tassabile o, addirittura, l'esenzione, costituendo questa un'eccezione alla regola del pagamento del tributo da parte di tutti coloro che occupano o detengono immobili nelle zone del territorio comunale.
Tari, la riduzione degli importi
Quando il servizio di raccolta rifiuti non viene svolto in maniera regolare, la Tari, a questo punto, può essere versata in maniera ridotta. Lo sconto sull’imposta spetta anche quando l’agevolazione non è stata deliberata dall’amministrazione comunale.
Attraverso l’ordinanza 17334/2020, la Corte di Cassazione ha ribadito che, nelle aree nelle quali la raccolta dei rifiuti non viene effettuata, la Tari possa essere versata nella misura massima del 40% della tariffa ordinaria. L’eventuale percentuale di riduzione dovrà essere graduata in funzione della distanza con il punto di raccolta più vicino: questo significa che, benché il servizio venga svolto, non viene fatto nella zona in cui è collocato l’immobile. È necessario, quindi, parametrare la riduzione al peso economico della carenza, parametrato in termini chilometrici.
Nel caso in cui, invece, il servizio di raccolta rifiuti non venga svolto o venga svolto in maniera poco efficiente - non venendosi a costituire le condizioni per le quali il contribuente ne possa usufruire - i diretti interessati hanno la possibilità di pagare in misura ridotta la tassa. Per poter accedere a questo diritto, non è necessario dimostrare una precisa responsabilità dell’amministrazione comunale. È possibile beneficiare dell’agevolazione per il semplice fatto che il servizio non viene svolto rispettando i criteri previsti dalla legge o dal regolamento comunale.
Quando sorge il diritto
Il diritto ad ottenere la riduzione della Tari sorge per il semplice fatto che il servizio di raccolta non venga svolto concretamente. O comunque vada venga svolto in grave difformità rispetto alle modalità previste dalla legge per le distanze e la capacità dei vari contenitori. Ma soprattutto dalla frequenza con la quale la raccolta rifiuti viene effettuata.
Nel momento in cui c’è un disservizio, non hanno alcun rilievo le motivazioni per le quali c’è stato. Quando il comune non sia in grado di garantire il corretto e regolare servizio di raccolta rifiuti - e a questo punto, che il disservizio sia stato documentato dal contribuente - è possibile ottenere la riduzione del pagamento della tassa. Il comune risulta sempre responsabile, al di là delle cause che hanno determinato il disservizio.