Pensione, ricongiunzione dei contributi: quanto costa farla nel 2023

Quanto costa e come funziona la ricongiunzione dei contributi nel 2023. L'Inps ha fornito tutte le indicazioni in una delle ultime circolari

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quanto costa e come funziona effettuare la ricongiunzione dei contributi nel 2023 ed avere una pensione più alta? È una domanda che si pongono molti lavoratori, a fronte di una carriera discontinua e con l’iscrizione presso casse previdenziali differenti. A fornire le tabelle aggiornate e le istruzioni per la ricongiunzione dei contributi per la propria pensione, ci ha pensato direttamente l’Inps con la circolare n. 15 del 7 febbraio 2023.

Il documento ha il pregio di fornire dei chiarimenti sulla rateazione degli oneri di ricongiunzione dei periodi assicurativi, dando una risposta ai dubbi ed alle domande dei liberi professionisti, che hanno presentato la domanda di ricongiunzione nel corso dell’anno.

I contribuenti, che hanno intenzione di procedere con questa operazione, possono saldare gli oneri dovuti ratealmente, con la maggiorazione di un interesse annuo, che è pari al tasso di variazione medio annuo dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie, che, per il 2022, è stato accertato dall’Istat pari all’8,1%.

Ricongiunzione dei contributi, le istruzioni Inps

La circolare n. 15 del 7 febbraio 2023 dell’Inps ha fornito le istruzioni necessarie per effettuare i calcoli degli importi, che devono essere versati per la ricongiunzione dei contributi dei professionisti. I diretti interessati, in questo modo, hanno la possibilità di riunire i contributi versati in anni diversi in un’unica cassa di previdenza, in modo da riuscire ad ottenere un’unica pensione.

Gli oneri di ricongiunzione possono essere saldati ratealmente. È necessario, però, mettere in conto una maggiorazione, dovuta all’applicazione di un interesse annuo composto, che è pari al tasso di variazione medio annuo dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, che viene accertato periodicamente dall’Istat. Per il 2022 il valore è pari all’8,1%.

Nel momento in cui si deve procedere con il calcolo è necessario tenere conto di due voci contenute all’interno di due diverse tabelle, fornite direttamente dall’Inps.

  • la tabella I/2023 relativa all’ammontare della rata mensile costante posticipata per ammortizzare al tasso annuo composto dell’8,1% il capitale unitario da 2 a 120 mensilità (scaricabile direttamente dal sito Inps a questo link);
  • la tabella II/2023 relativa ai coefficienti per la determinazione del debito residuo in caso di sospensione del versamento delle rate mensili prima della estinzione del debito al tasso annuo dell’8,1% (scaricabile direttamente dal sito Inps a questo link).

Un’operazione importante per andare in pensione

La ricongiunzione dei contributi rappresenta un’operazione importante, per i contribuenti che hanno intenzione di semplificare la propria posizione in vista della pensione. Grazie a questa operazione, infatti, è possibile riunire in un’unica gestione previdenziale tutti i versamenti effettuati presso diverse casse previdenziali. La ricongiunzione dei contributi può essere effettuata dai lavoratori dipendenti – del pubblico e del privato – dai lavoratori autonomi e dai liberi professionisti, dotati di partita Iva.

Qual è lo scopo della ricongiunzione? L’obiettivo di questa operazione, ai fini pratici, è quella di ottenere una sola pensione. Nel corso della propria carriera, infatti, può accadere di aver svolto lavori diversi, che hanno portato al versamento di contributi in gestioni differenti. La conseguenza di tutto questo è di ritrovarsi, una volta raggiunta l’età della pensione, molti assegni previdenziali di importo ridotto. Unire la propria posizione contributiva sotto un’unica cassa previdenziale, può servire ad ottimizzare la propria situazione. Questa possibilità viene garantita a tutti i lavoratori dalla Legge n. 45 del 1990.

Come funziona la ricongiunzione dei contributi

Per poter accedere alla ricongiunzione dei contributi è necessario presentare una domanda direttamente all’Inps o alla cassa previdenziale di appartenenza. Come abbiamo anticipato in precedenza, l’obiettivo è quello di concentrare in un’unica gestione previdenziale, tutti i versamenti fatti nelle casse più disparate. Possono accedere a questo strumento:

  • i liberi professionisti;
  • i lavoratori autonomi;
  • i dipendenti del settore privato;
  • i dipendenti del settore pubblico.

La domanda può essere presentata dai diretti interessati o dai superstiti. È necessario pagare un onere (quello che abbiamo visto ad inizio articolo, per intenderci). Il diretto interessato ha la possibilità di richiedere la ricongiunzione dei contributi in qualsiasi momento. Attenzione, però, non è possibile richiedere un trasferimento parziale: l’operazione dovrà coinvolgere sempre e soltanto tutte le somme versate fino a quel momento. È necessario ricordare, inoltre, che la ricongiunzione può essere effettuata solo una volta. Nel caso in cui siano coinvolte delle gestioni differenti, però, è possibile ripresentarla.

Da segnalare, comunque, una particolarità costituita dalla Gestione Separa Inps, i cui contributi non potranno essere ricongiunti. Ma sarà possibile chiedere la somma gratuita attraverso il cumulo e totalizzazione.

I requisiti per mettere a posto la pensione

Quali sono i requisiti necessari per mettere a posto la pensione tramite la ricongiunzione dei contributi? Per poter accedere a questa particolare misura è necessario rispettare alcuni parametri, che variano in base alle categorie di lavoratori a cui si appartiene. Proviamo a vedere quali sono:

  • liberi professionisti: quanti hanno intenzione di procedere con la ricongiunzione dei contributi, devono essere iscritti da almeno cinque anni – avendo effettuato i relativi versamenti – prima di presentare la domanda. Il quinquennio può essere maturato anche in due o più gestioni diverse;
  • lavoratore dipendente: il contribuente, che ha intenzione di ricongiungere i contributi nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, con contributi che provengono dalle gestioni riservate ai lavoratori autonomi, deve aver versato i contributi per almeno cinque anni prima di presentare la domanda. Questo periodo può essere maturato anche in due o più gestioni diverse.

Nel momento in cui si vuole procedere con la ricongiunzione dei contributi, è bene ricordare che si può procedere solo portando la propria storia lavorativa nella gestione in cui si è iscritti nel momento in cui si presenta la domanda e dove ci siano almeno otto anni di contributi versati.