IPT auto, cos’è l’imposta provinciale di trascrizione e chi la paga

Si tratta di un tributo che è necessario versare con l'acquisto di un veicolo, sia nuovo che usato, e che varia però da provincia a provincia

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quando si acquista un’auto bisogna valutare, oltre il prezzo del veicolo stesso, alcuni fattori che fanno aumentare i costi, come le imposte. Ad esempio l’imposta provinciale di trascrizione, meglio nota con l’acronimo IPT. Si tratta di un tributo che deve essere pagato per tutte le auto immatricolate in Italia per l’iscrizione, la trascrizione e l’annotazione sul Pubblico Registro Automobilistico. Non si applica invece alle moto.

IPT auto, cos’è l’imposta provinciale di trascrizione e come si calcola

L’imposta provinciale di trascrizione è dovuta sia con l’acquisto di una macchina nuova che con l’acquisto di un’auto usata. Il suo importo viene determinato dalla potenza espressa in kilowatt e dall’eventuale maggiorazione applicata dalla Provincia di immatricolazione del veicolo.

Il calcolo dell’IPT è simile a quello del bollo auto, e bisogna prendere in considerazione i seguenti fattori per ottenere l’ammontare esatto della tassa.

  • Fino a una potenza di 53 kilowatt si paga una quota fissa di 151 euro.
  • Per ogni kilowatt supplementare oltre la soglia di 53 bisogna aggiungere 3,51 euro.
  • All’importo ottenuto si applica una maggiorazione fino al 30% dell’importo totale.

IPT, a quanto ammonta la maggiorazione dell’imposta provinciale di trascrizione

Sono molte le provincie che applicano la maggiorazione massima. Vediamo quali sono:

  • maggiorazione dello 0% – Aosta, Bolzano, Trento.
  • maggiorazione del 20% – Arezzo, Avellino, Benevento, Regione Friuli Venezia Giulia, Grosseto, Latina, Reggio Emilia, Vicenza.
  • maggiorazione del 25% – Crotone, Sondrio, Ferrara.
  • maggiorazione del 30% – Agrigento, Alessandria, Ancona, Ascoli Piceno, Asti, Bari, Barletta-Andria-Trani, Belluno, Bergamo, Biella, Bologna, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Caserta, Catania, Catanzaro, Chieti, Como, Cosenza, Cremona, Cuneo, Enna, Firenze, Fermo, Foggia, Forlì-Cesena, Frosinone, Genova, Imperia, Isernia, L’Aquila, La Spezia, Lecce, Lecco, Livorno, Lodi, Lucca, Macerata, Mantova, Massa Carrara, Matera, Messina, Milano, Modena, Monza e Brianza, Napoli, Novara, Nuoro, Oristano, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro Urbino, Pescara, Piacenza, Pisa, Pistoia, Potenza, Prato, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Rieti, Rimini, Roma, Rovigo, Salerno, Sassari, Savona, Siena, Siracusa, Sud Sardegna, Taranto, Teramo, Terni, Torino, Trapani, Treviso, Varese, Venezia, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Verona, Vibo Valentia, Viterbo.

Non pagando l’IPT si incorre in una sanzione del 30% dell’importo dovuto oltre al pagamento dello stesso. Nel caso in cui si dovesse procedere con il versamento della sanzione ridotta, per effetto del cosiddetto ravvedimento operoso, l’operazione deve avvenire contestualmente al pagamento della IPT e al pagamento degli interessi legali dovuti sul solo importo dell’imposta base.

IPT auto, le esenzioni per auto storiche e persone con disabilità

L’imposta provinciale di trascrizione deve essere versata anche per le auto storiche. In questo caso però è prevista un’esenzione. L’ammontare del tributo, in questo caso, è di 51,65 euro.

Ai fini del pagamento dell’IPT in forma ridotta, sono esentate le auto storiche costruite da oltre 30 anni e non adibite a uso professionale, né utilizzate per l’esercizio di attività di impresa, arti o professioni. Nella provincia autonoma di Bolzano è possibile accedere all’esenzione anche con auto costruite 20 anni fa.

Non sono inoltre tenute al pagamento dell’IPT le seguenti categorie.

  • disabili con ridotte o impedite capacità motorie permanenti con veicoli adattati per la loro locomozione.
  • disabili psichici o mentali di tale gravità da aver determinato il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento.
  • disabili con grave limitazione alla capacità di deambulazione o affetti da pluriamputazioni, a prescindere dall’adattamento del veicolo.