Tasse, il piano Meloni per tagliare l’Irpef a 14 milioni di italiani

La riduzione pensata dal governo riguarderebbe 14 milioni di contribuenti, compresi pensionati e autonomi. Ecco come funzionerebbe

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

La Legge di Bilancio 2024 potrebbe includere una conferma del taglio del cuneo fiscale proposto dal governo Meloni, che potrebbe essere accompagnato da una riduzione dell’Irpef. Questa riduzione potrebbe riguardare un numero maggiore di contribuenti, estendendo l’aliquota al 23%. Questa proposta non interessa solo i dipendenti, ma coinvolgerebbe la maggior parte dei contribuenti.

Si starebbe considerando l’idea di unificare i primi due livelli di reddito. Attualmente, si applica un’aliquota del 23% sui primi 15.000 euro di reddito e del 25% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro. Con questa estensione, il numero di aliquote si ridurrebbe a tre. Questa modifica interesserebbe circa 14 milioni di contribuenti, compresi pensionati e lavoratori autonomi. Inoltre, il taglio dell’aliquota avrebbe un impatto anche su coloro che superano la soglia di reddito stabilita.

Modifiche per 14 milioni di contribuenti

Naturalmente, il piano è soggetto alla disponibilità nella Legge di Bilancio. Pertanto, potrebbe esserci una limitazione nell’estensione della prima aliquota rispetto ai 14 milioni di contribuenti menzionati. Il vice-ministro all’economia, Maurizio Leo, sta considerando un graduale abbassamento dell’imposizione fiscale sui guadagni, con l’obiettivo di arrivare al 15% per coloro che effettuano investimenti, soprattutto in macchinari e innovazione, e che creano occupazione. Tuttavia, è importante notare che questo processo richiederà del tempo. Nel frattempo, ci sono delle semplificazioni previste che potranno essere applicate da gennaio e che non comportano costi aggiuntivi.

Ad esempio, una delle semplificazioni riguarda il concordato preventivo per le piccole imprese. Questa misura consente all’Agenzia delle Entrate di valutare il reddito che tali imprese genereranno nei prossimi tre anni e stabilire un accordo preventivo per il pagamento delle imposte dovute, in modo che le imprese non abbiano ulteriori complicazioni.

Inoltre, ci saranno semplificazioni anche per quanto riguarda le sanzioni penali, sebbene non si applichino a casi di frode. Queste semplificazioni potrebbero entrare in gioco quando viene presentata una sola dichiarazione inaccurata o se le imposte dichiarate non vengono versate, magari in attesa del pagamento da parte di un ente pubblico.

Le priorità di Meloni

La manovra ha già definito i suoi principali obiettivi. Ci sono quattro “grandi priorità” identificate da Giorgia Meloni: sostenere i redditi bassi, con un potenziale segnale positivo per le pensioni più basse; promuovere la famiglia e la natalità; migliorare il sistema sanitario, che è una delle principali priorità per l’Italia. Inoltre, si sta lavorando per ridurre i tempi d’attesa nel settore sanitario, che attualmente sono troppo lunghi.

Nel frattempo, ci sono altre questioni da affrontare. Il governo sta cercando soluzioni per affrontare il problema delle aziende con crediti incagliati legati al Superbonus, definito dall'”impatto devastante“, e che dunque rappresenta una sfida significativa per la Legge di Bilancio. Inoltre, la tassa sugli extraprofitti è un argomento di rilievo.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha difeso questa tassa in modo deciso, citando anche il sostegno di un pensionato in una lettera al Corriere della Sera. Tuttavia, ha accennato a possibili modifiche, suggerendo che potrebbe essere perfezionata o migliorata, ma sottolineando che ritiene la tassa giusta.

Poiché al momento ci sono solo emendamenti da parte di un partito di maggioranza sul testo in Parlamento, potrebbero emergere delle novità in arrivo. Il processo per la prossima manovra di bilancio è in pieno svolgimento.