Irpef 2024, ecco come cambiano aliquote e scaglioni

Nel 2024 il legislatore ha modificato gli scaglioni e le aliquote Irpef. Ecco come cambiano e quali sono i guadagni previsti per i contribuenti

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Lo scorso 16 ottobre 2023 l’Irpef ha cambiato volto. Il legislatore, in quella data, ha infatti varato una serie di misure molto importanti, tra le quali rientra anche la bozza della Legge di Bilancio 2024. Attraverso un Decreto Legislativo, il Governo Meloni ha provveduto ad implementare un’importante revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Questo si è reso necessario per ottemperare a quanto previsto dalla Delega Fiscali e viene effettuato sotto la guida di Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze. La revisione porterà ad una graduale riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e seguirà alcune direttive ben definite, tra le quali rientra la volontà di preservare il principio di progressività, che costituisce uno dei fondamenti cardine sui quali si basa l’Irpef.

Il principio sul quale si baserà questa imposta nel corso del 2024 è molto semplice: dovrà essere garantito il trattamento equo tra i diversi tipi di reddito. Una particolare attenzione viene posta all’equiparazione tra quelli da lavoro dipendente e quelli da pensione. Il legislatore punta a centrare un obiettivo molto preciso: raggiungere l’equità dei trattamenti fiscali tra le diverse fasce sociali.

Nel corso degli ultimi mesi le aliquote Irpef sono state modificate. I cambiamenti sono stati introdotti nel tentativo di contenere il caro vita. Per cercare di capire meglio come cambino le aliquote Irpef il prossimo anno è bene rivedere quali siano gli scaglioni e le percentuali valide nel 2023:

  • aliquota del 23%: viene applicata al primo scaglione, per i redditi fino a 15.000 euro;
    aliquota del 25%: viene applicata al secondo scaglione per i redditi compresi tra i 15.001 ed i 28.000 euro;
  • aliquota del 35%: viene applicata al terzo scaglione per i redditi compresi tra i 28.001 ed i 50.000 euro;
  • aliquota del 43%: si applica al quarto scaglione, per i redditi oltre i 50.001 euro.

Volendo sintetizzare al massimo, la legislazione prevede quattro scaglioni Irpef e una fascia di esenzione – battezzata no tax area – per i contribuenti con dei redditi inferiori a 8.174 euro. In altre parole i soggetti con un reddito inferiore a questa cifra non sono tenuti al pagamento delle imposte. Per i lavoratori dipendenti la detrazione massima ammontava a 1.880,00 euro.

Ma adesso vediamo quali sono le novità previste.

Irpef: le nuove aliquote del 2024

Il legislatore ha introdotto alcuni cambiamenti per quanto riguarda le aliquote Irpef, che dal prossimo anno diventeranno:

  • al 23% per quanti hanno un reddito fino a 28.000 euro. Tutti i contribuenti con un reddito inferiore a 28.000 euro saranno soggetti ad un’imposta pari al 23%;
  • al 35% per i redditi compresi tra i 28.001 ed i 50.000 euro. I redditi compresi all’interno di questa fascia saranno tassati con l’aliquota che abbiamo appena visto;
  • al 43% per i redditi superiori a 50.001 euro. Per chi supera questa aliquota la tassazione sarà quindi al 43%.

Sono state introdotte, inoltre, alcune novità che riguardano le detrazioni previste per i titolari di redditi da lavoro dipendente – in questo caso sono esclusi i redditi da pensione – che sono aumentate da 1.880 a 1.955 euro.

Trattamenti integrativi

Una delle novità introdotte per il 2024 prevede che i pagamenti che sono effettuati come parte del trattamento integrativo – come è stato previsto dall’articolo 1, comma 1 del Decreto Legge n. 3/202 – vengono concessi ai contribuenti con reddito complessivo che risulti essere inferiore a 15.000 euro. Viene, però, posta una sola condizione: l’imposta lorda deve risultare, in ogni caso, superiore rispetto all’importo della detrazione che è prevista direttamente dall’articolo 13, comma 1, lettera a) del TUIR, ossia il Testo Unico delle imposte sui Redditi, che viene ridotta di 75 euro.

Questa novità, ovviamente, porta ad un aumento della no tax area, che a questo punto passerà da 8.174 euro a 8.500 euro circa. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, inoltre, le norme relative al trattamento integrativo hanno subito delle modifiche in modo da poter continuare a beneficiare delle condizioni attualmente in vigore.

Irpef: confronto tra gli scaglioni 2023 -2024

Volendo fare un confronto tra gli scaglioni Irpef in vigore nel 2023 e quelli del 2024 è possibile notare un’importante semplificazione. La più importante riguarda l’accorpamento dei primi due in uno solo per i redditi inferiori a 28.000 euro.

L’obiettivo della revisione dell’imposta sui redditi delle persone fisiche per il 2024 costituisce, senza dubbio, un passo importante per una riforma fiscale che risulti essere più efficiente ed equa. La riforma ha un obiettivo ben preciso: promuovere la progressività e l’equità orizzontale nel sistema fiscale, andando a contrastare il carovita e l’inflazione.

Le nuove aliquote: alcuni esempi

Attraverso la riduzione delle aliquote Irpef il governo Meloni, sostanzialmente, ha intenzione di supportare le esigenze dei contribuenti con un reddito compreso tra i 15.001 ed i 28.000 euro, ossia quanti sono nella fascia medio bassa. Come il resto della popolazione, questi cittadini si ritrovano a dover affrontare gli aumenti determinati dall’inflazione nel corso del 2023. Ma vediamo nel dettaglio cosa cambia per i contribuenti italiani.

Nel caso in un cui un soggetto abbia un reddito complessivo pari a 26.000 euro, andando ad applicare le aliquote che sono in vigore in questo momento, l’imposta lorda da pagare sarebbe la seguente:

(15.000 x 23%) + (11.000 x 25%) = 3.450 + 2.750 = 6.200 euro.

Grazie alle disposizioni relative alla nuova Irpef, invece, l’imposta da versare risulterebbe essere pari a 5.980 euro: l’aliquota del 23%, infatti, viene calcolata sul reddito complessivo, che in questo caso è pari a 26.000. Nel caso preso in considerazione, il contribuente arriverebbe a risparmiare 220 euro ogni anno.

Come cambiano le detrazioni lorde

Cambiamenti in arrivo anche per le detrazioni lorde. L’articolo 2 della bozza del Decreto prevede che, per le persone fisiche con un reddito complessivo superiore a 50.000, l’importo delle detrazioni venga ridotto di 260 euro rispetto alle detrazioni che spetterebbero complessivamente. In questo caso la riduzione riguarda degli oneri specifici detraibili, per i quali il tasso di detrazione è fissato al 19%.

Per riuscire a calcolare questa decurtazione è necessario prendere in considerazione il reddito complessivo, che deve essere calcolato al netto del reddito dell’unità immobiliare, che viene utilizzata come abitazione principale. La modifica si è resa necessaria per andare a compensare parte della perdita di entrate che si verificherà con la riduzione delle aliquote dell’Irpef.