Pochi giorni dopo la presentazione della riforma fiscale che il governo ha in mente, con riduzione da quattro a tre scaglioni sull’Irpef, arriva la bocciatura da parte delle sigle sindacali, che hanno incontrato l’esecutivo nella giornata di mercoledì 14. Cgil, Cisl e Uil, di nuovo compatti, bocciano l’impianto della riforma, contestando innanzitutto il metodo ma anche il merito.
Qui la riforma fiscale e chi ci guadagnerebbe.
La riforma torna ad unire i sindacati
I sindacati non ci stanno: finora, attaccano, e a 48 ore dalla convocazione del Cdm non c’è stato un confronto “vero”, ma solo una “informativa”. E, in assenza di risposte, non solo sul fisco ma anche sugli altri temi aperti – dalle pensioni alla sicurezza sul lavoro – si dicono pronti a valutare iniziative di mobilitazione. Compresa la Cisl. Dopo lo sciopero di Cgil e Uil i loro rapporti erano rimasti più freddi. Ora le posizioni riconvergono verso l’unità di azione.
Sbarra (Cisl): “Governo risponda a nostre priorità o mobilitazione unitaria”
Di fatto non piace loro la strada della riduzione delle aliquote Irpef, da 4 a 3 scaglioni, e l’estensione della flat tax. Al tavolo a Palazzo Chigi con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il viceministro Maurizio Leo e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, non manca un vivace scambio di battute. Per i sindacati ci sono la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi, il leader della Cisl, Luigi Sbarra, il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. Il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, è già a Rimini per preparare l’apertura del congresso, il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a Firenze per un’assemblea già fissata in precedenza.
Fracassi (Cigl): “No alla Flax Tax, no a tagli a scapito dello stato sociale”
L’incontro con il governo “non è andato bene né sul merito né sul metodo. Così non va proprio. E’ mancato il coinvolgimento e non siamo d’accordo né sulla riduzione Irpef, perché va a favorire i redditi alti e altissimi, né sulla flat tax, che è fuori dalla dimensione della progressività prevista dalla Costituzione”, afferma Fracassi all’uscita.
Possibili agitazioni
Cgil, Cisl e Uil, che da tempo hanno una piattaforma unitaria sul fisco, insistono sulla necessità di ridurre le tasse a partire dai redditi medi e bassi da lavoro e da pensione e da “chi le paga sino all’ultimo centesimo”, insiste Sbarra, che rimarca “l’inadeguatezza” del metodo e “l’urgenza” di avere risposte. “Bisogna accelerare il confronto su previdenza, salute e sicurezza, qualità e stabilità del lavoro. Se il governo risponde, bene; diversamente siamo pronti a valutare insieme a Cgil e Uil le iniziative di mobilitazione da mettere in campo”.
Governo aperto al confronto
Il governo, intanto, assicura “la massima apertura al dialogo e al confronto” durante tutto l’iter parlamentare di approvazione della delega fiscale e dei successivi decreti attuativi, considerando che ci sono due anni a disposizione. La questione, per i sindacati, è sul dialogo ma anche sui contenuti, seppur al momento del tutto “sommari”, attaccano.