Addio agli Isa, con la riforma scompaiono le pagelle fiscali

La riforma fiscale prevede di cancellare gli Isa, ossia le pagelle fiscali. Vediamo cosa potrebbe succedere dopo.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Una delle novità più importanti introdotte dalla riforma fiscale è la cancellazione definitiva degli Isa, ossia gli Indicatori Sintetici di Affidabilità, le famose Pagelle Fiscali. Ma cosa significa, tutto questo, in estrema sintesi?

Ad introdurre la cancellazione degli Isa è la legge delega, che ha preannunciato l’eliminazione progressiva dei cosiddetti Sistemi di Affidabilità Fiscale. Introdotti nel 2018, gli Isa hanno sostituito gli studi di settore: il loro scopo, fondamentalmente, è quello di comprovare l’affidabilità dei contribuenti per quanto riguarda gli aspetti tributari e fiscali.

Questa novità, in estrema sintesi, si va ad inserire all’interno di un più ampio ed articolato processo di semplificazione del fisco, ma, soprattutto, costituisce uno dei principi cardine della riforma fiscale voluta dal governo guidato da Giorgia Meloni. A questo punto, però, per i professionisti del settore e per i contribuenti, diventa necessario comprendere quali siano, d’ora in poi, gli strumenti messi a disposizione, attraverso la legge delega, dell’Agenzia delle Entrate e degli altri attori coinvolti. Ovviamente l’intento ed obiettivo finale, è quello di andare a garantire e verificare quale sia l’attendibilità e l’autenticità delle dichiarazioni dei redditi inviate, all’interno di un panorama sicuramente più complesso come quello tributario, per il quale il legislatore ha intenzione di raggiungere degli obiettivi di snellimento e di trasparenza delle procedure burocratiche, almeno nel medio e lungo periodo.

Pagelle fiscali, cosa sono

Cerchiamo di capire e comprendere cosa siano le pagelle fiscali. Gli Isa, ossia gli Indicatori Sintetici di Affidabilità Fiscale, vennero introdotti nel corso del 2018, quando sostituirono gli studi di settore. Sono stati ribattezzati con il nome di pagelle fiscali, perché, in un certo senso, ricordano il funzionamento dei voti che si prendono a scuola.

Le Pagelle Fiscali permettono di garantire un primo controllo sulla veridicità dei dati che il contribuente dichiara. Il Fisco, da parte sua, assegna una sorta di voto ai contribuenti: un po’ come succede a scuola. Successivamente vengono riconosciuti dei vantaggi ai titolari di partita Iva più virtuosi. Vengono effettuati dei minori controlli fiscali, vi è una diminuzione dei termini degli accertamenti e sono previsti dei particolari esoneri per le eventuali compensazioni dei crediti di imposta.

Uno dei punti di forza di questo sistema è quello di garantire una serie di agevolazioni ai contribuenti, che vengono riconosciute attraverso l’analisi incrociata deli Isa, il cui merito è quello si segnalare eventuali irregolarità ed anomalie nei dati che vengono dichiarati al fisco.

Saranno ridimensionati gli Isa

Fino ad oggi, i benefici, che vengono riconosciuti alle partite Iva più virtuose, sono stati sostanzialmente messi in discussione più volte. Gli Isa, nel corso di questi anni, sono stati accusati di essere poco allettanti, ma soprattutto di non spingere in maniera efficace aziende e titolari di partita Iva a fornire tutte le loro informazioni in maniera automatica e trasparente.

Gli Indicatori Sintetici di Affidabilità Fiscale, nel corso dei periodi d’imposta 2020 e 2021, hanno subito una vera e propria frenata. Sono calate le partite Iva obbligate alla compilazione delle cosiddette pagelle fiscali e ad un cambiamento del livello di importi da dichiarare, per riuscire ad ottenere una buona votazione. Ad accelerare questo cambiamento ha contribuito, senza dubbio, la pandemia, anche se il cambiamento di rotta era già in atto. Sono aumentate le categorie esonerate e sono stati esclusi i settori, che sono stati colpiti maggiormente dall’emergenza Covid. Quanti hanno appena aperto la partita Iva, tra l’altro, sono esonerati dall’obbligo di compilazione e trasmissione del Modello Isa.

A mettere in pensione le pagelle fiscali, o quanto meno a prevederne il parziale superamento, è la riforma fiscale. Le pagelle fiscali, infatti, sono ritenute poco incisive: il nuovo esecutivo punta a semplificare, burocraticamente parlando, il sistema fiscale, puntando ad una reale e veritiera lotta contro l’evasione fiscale.

Gli effetti dell’abolizione delle pagelle fiscali

La riforma fiscale voluta dal governo Meloni prevede una graduale superamento delle pagelle fiscale, fino ad arrivare ad una loro totale scomparsa. Nel momento in cui la nuova riforma fiscale sarà completamente a regime, si ipotizza l’esclusione dell’obbligo dagli Isa per almeno due milioni di titolari di partita Iva, che sono ancora sottoposti all’obbligo di redigere la cosiddetta pagella fiscale. Il numero dei soggetti coinvolti dal cambiamento è sicuramente importante: comunque vada, la riforma fiscale di pone degli obiettivi molto precisi, prevedendo una riorganizzazione complessiva del fisco. Il legislatore vuole arrivare ad:

  • uno snellimento delle procedure e ad una diminuzione degli adempimenti fiscali. In questo senso è prevista l’eliminazione progressiva degli Isa;
  • un riconoscimento e ad una valorizzazione delle informazioni che, in questo momento, risultano essere già in possesso dell’Agenzia delle Entrate, passando dalla fattura elettronica ai dati delle liquidazioni periodiche IVA;
  • una ridefinizione dei principi del processo accertativo.

Gli Isa, comunque, non verranno aboliti immediatamente. Vi sarà un processo progressivo, del quale, al momento, non si conoscono ancora le reali tempistiche.

Il concordato preventivo

Sicuramente una delle novità più importanti, previste dalla riforma fiscale, è il cosiddetto concordato preventivo biennale, che riguarda le attività economiche di dimensioni minori. In questo caso, l’Agenzia delle Entrate andrà ad analizzare le informazioni in suo possesso, grazie alle banche, alle liquidazioni Iva, agli scontrini telematici o alle fatture elettroniche.

Grazie a questi dati formulerà una proposta mirata, relativa al versamento delle imposte. Se il contribuente accetterà di versare le imposte in base ai calcoli effettuati dall’Agenzia delle Entrate, sarà esonerato dai controlli per i due anni successivi.