Professionisti nel mirino del Fisco: arrivano i “super” controlli

Evadere il Fisco diventa più difficile: la legge di Bilancio 2023 prevede l'istituzione di una super banca dati contro i crimini fiscali. E da gennaio 2024 scatta la stretta dell'Ue sui pagamenti digitali

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il governo aumenta la vigilanza sui crimini finanziari con una stretta antiriciclaggio sui professionisti che prevede un doppio invio di documenti e atti e un aumento della collaborazione fra addetti ai lavori. L’iniziativa è contenuta nella bozza della Manovra che ha trovato la sua forma definitiva e che attende adesso il passaggio parlamentare entro metà dicembre, secondo le intenzioni espresse da Giorgia Meloni.

Controlli da parte del Fisco più stringenti

Resta invariato, naturalmente, l’obbligo di segnalare operazioni sospette all’ente antiriciclaggio istituito presso la Banca d’Italia, cioè all’Unità di informazione finanziaria. Ma si aggiunge una Banca dati informatica centralizzata che i vari ordini professionali hanno facoltà di attivare – come si legge nella Manovra – “al fine di prevenire eventuali attività di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo. Gli organismi di autoregolamentazione possono istituire, previo parere favorevole del Garante per la protezione dei dati personali, una Banca dati informatica centralizzata dei documenti, dei dati e delle informazioni acquisiti dai professionisti nello svolgimento della propria attività professionale che sono tenuti a conservare”.

Un’arma in mano agli ordini professionali

La Banca dati è stata dunque pensata per venire istituita presso i vari ordini professionali, che la gestiscono e che definiscono in autonomia quali documenti e dati vadano trasmessi ai fini di accertamento. Alla Banca dati informatica centralizzata potrà essere applicato un algoritmo che emetta avvisi automatici ogniqualvolta “emergano operatività anomale basate sui parametri quantitativi e qualitativi”. Viene inoltre specificato che “resta ferma la responsabilità del professionista per l’adempimento dell’obbligo di segnalazione delle operazioni sospette, anche nel caso di mancata ricezione dell’avviso”.

L’avviso di difformità potrà essere associato ad attività correlate a persone fisiche o giuridiche come la tipologia di cliente, la capacità economica, la situazione patrimoniale, l’attività svolta, la residenza, la sede in Paesi terzi, le caratteristiche, l’importo, la frequenza, la natura delle prestazioni professionali e così via dicendo.

Revisione degli algoritmi ogni biennio

Gli algoritmi utilizzati dai vari ordini professionali andranno periodicamente verificati, al massimo una volta ogni due anni, al fine di controllarne il corretto funzionamento così da minimizzare il rischio di errori, distorsione dei dati e discriminazioni.

L’accesso alla Banca dati è garantito ai funzionari del ministero dell’Economia e delle Finanze, all’Unità di informazione finanziaria per l’Italia, al Nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza, alla Dia (Direzione investigativa antimafia) e alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. I singoli professionisti (commercialisti, avvocati, ecc…) non potranno accedere.

Stretta dell’Unione europea sui pagamenti digitali

La stretta va ad aggiungersi alle iniziative contro i crimini fiscali messe in atto a suo tempo dal governo Draghi e al giro di vite voluto dell’Unione europea sui pagamenti digitali al fine di un più efficace contrasto all’evasione fiscale e alle truffe sull’Iva. I pagamenti elettronici sono già oggetto di controlli da parte del Fisco, ma dal 2024 sarà più semplice effettuare controlli incrociati a livello comunitario.