Perché la parcella del notaio è così alta? Chi non si è mai posto questa domanda? Andando a vedere le voci che contiene, ci si accorge che solo una parte di quello che deve essere pagato costituisce l’onorario del professionista. Al suo interno ci sono voci e oneri che il notaio, a sua volta, deve girare allo Stato e per i quali costituisce, in un certo senso, il sostituto d’imposta. Diciamo che la fetta più consistente di quello che si deve pagare è costituita proprio dalla parte che andrà a finire direttamente nelle tasche dell’Erario: tasse e imposte.
Indice
Di quali voci si compone la parcella del notaio
In Italia la parcella di un notaio è composta da una serie di voci, che possono essere raggruppate in due macro-categorie:
- gli oneri fiscali, che non sono altro che le tasse e le imposte che si devono pagare;
- gli oneri notarili, che comprendono il compenso del professionista e le spese accessorie.
Cosa rientra negli oneri fiscali
Generalmente gli oneri fiscali costituiscono la parte preponderante della parcella del notaio. Ed è importante precisare che non costituiscono un guadagno per il professionista, che funge da vero e proprio sostituto d’imposta.
Riscuote le somme dal cliente e le versa allo Stato. A seconda dell’atto che viene effettuato – compravendita immobiliare o apertura di un’azienda – possono comprendere le seguenti voci:
- imposta di registro, il cui ammontare può essere fisso o proporzionato al valore dell’atto che si sta concludendo – è pari al 2% per la prima casa e al 9% negli altri casi;
- imposta ipotecaria e imposta catastale – anche queste possono essere in misura proporzionale o fissa a seconda dei casi;
- imposta di bollo, che deve essere versata per determinati atti e per una serie di formalità;
- tasse ipotecarie e catastali, che servono per le visure, le trascrizioni e le eventuali volture;
- tassa d’archivio notarile, il cui importo varia a seconda del valore dell’atto.
Oneri notarili
All’interno di questa categoria sono contenuti i costi connessi all’attività professionale del notaio e alla sua struttura organizzativa. Nel dettaglio stiamo parlando delle seguenti voci:
- onorario del notaio;
- spese vive;
- contributi previdenziali;
- Iva.
L’onorario del notaio è il compenso che spetta al professionista per il lavoro che ha svolto (nel caso specifico per la sua prestazione intellettuale). Il suo ammontare è proporzionato alla complessità dell’atto e al fatto che il notaio deve assumersi la responsabilità della pratica.
Le spese vive sono i costi che il notaio ha dovuto sostenere per conto del cliente. Rientrano in questa voce le spese sostenute per adempiere a tutte le formalità preliminari necessarie per stilare l’atto (vi rientrano anche quelle successive). Stiamo pensando, per esempio, alle visure catastali, ai certificati e ai costi di conservatoria.
Il notaio, come ogni altro professionista, deve versare i contributi previdenziali obbligatori a una serie di organismi di categoria, come la Cassa Nazionale del Notariato, il Consiglio Nazionale del Notariato e così via.
C’è poi un’altra imposta da considerare, quella sul valore aggiunto, meglio nota come Iva. Questa va calcolata sul compenso del notaio. Attualmente è al 22%.
Chi ci ha seguito fin qui ha compreso che gli oneri che vengono addebitati sulla parcella del notaio sono diversi, tanto da renderlo un documento complesso sotto molti punti di vista, non solo per la tipologia di servizio che viene reso.
Il professionista deve gestire per legge una serie di oneri fiscali e amministrativi, i cui costi sono ribaltati sui clienti.
Cosa succede se non viene pagata la parcella
Anche se il cliente non ha ancora pagato la parcella il notaio è obbligato legalmente a pagare le imposte per l’atto che redige. Siamo davanti a una responsabilità personale che il pubblico ufficiale ha nei confronti dello Stato.
Questo è il motivo per il quale il notaio ha diritto a rifiutare di accettare l’incarico nel caso in cui prima della stipula non abbia ricevuto dal cliente le somme necessarie.
È importante sottolineare che non siamo davanti a un capriccio, ma più semplicemente a una tutela. Il professionista deve essere sicuro di avere a disposizione i fondi per coprire il proprio compenso e le tasse che è tenuto a versare.
Chi fissa l’onorario del notaio
A regolare il compenso del notaio è una tariffa nazionale stabilità dalla legge. Attraverso questa tariffa vengono definiti i parametri sui quali calcolare l’onorario.
Nel caso in cui un cliente dovesse avere dei dubbi sulla congruità della parcella, ha la possibilità di chiedere dei chiarimenti all’organo di vigilanza territoriale, che è rappresentato dal Consiglio Notarile distrettuale.
Prima di avviare un qualsiasi tipo di contestazione è bene ricordare le voci che compongono la parcella, che contribuiscono a far lievitare i costi non di poco.
Ricordiamo che tra i costi che deve sopportare un notaio ci sono quelli dell’infrastruttura informatica. La trasmissione telematica degli atti ai pubblici registri, come la Conservatoria o il Catasto, è resa sicura da un sistema complesso, che è stato creato e interamente finanziato dalla categoria notarile.
La fattura deve essere dettagliata
Fatte queste premesse il cliente ha sempre diritto a conoscere in modo analitico e trasparente quali sono i costi che sta sostenendo. Anche quando all’interno della fattura vengono indicati gli importi in modo sintetico, il cliente ha diritto ad avere un dettaglio analitico.
Le voci devono specificare dettagliatamente:
- quali sono le imposte e le tasse versate allo Stato;
- a quanto ammonta l’onorario del professionista;
- le prestazioni che sono state versate a terzi, come il compenso riconosciuto a un visurista esterno per effettuare dei controlli ipotecari e catastali.