La soglia di reddito sotto la quale i contribuenti non sono tenuti a versare le tasse viene definita no tax area. Questa particolare agevolazione funziona come i meccanismi utilizzati per calcolare l’imposta sul reddito e le varie detrazioni fiscali. A cui si aggiungono anche altri elementi, come ad esempio la presenza di persone a carico e lo stato civile del contribuente.
Ma perché è stata introdotta la no tax area? Questa misura è strettamente collegata a delle considerazioni di giustizia sociale, sostenibilità economica ed equità fiscale. L’obiettivo della no tax area, sostanzialmente, è quello di andare ad alleviare il peso fiscale delle persone con i redditi più bassi.
Per qualcuno il concetto di no tax area potrebbe apparire complesso. La misura si riferisce a quella porzione di reddito, che può derivare dal lavoro o dalla pensione, sulla quale non viene applicata l’Irpef, ossia l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Sicuramente il primo passo che deve essere compiuto per capire come debba essere applicata la no tax area è calcolare il reddito lordo del contribuente. Per farlo è necessario prendere in considerazione tutte le entrate che derivano direttamente da:
- lavoro dipendente;
- lavoro autonomo;
- pensioni;
- altre fonti di reddito.
Sull’ammontare complessivo di questi redditi sarà necessario applicare le detrazioni fiscali, tra le quali rientrano – solo per fare alcuni esempi – le spese mediche ed i contributi previdenziali. Il passo successivo è il calcolo dell’Irpef, che si dovrà basare direttamente sul reddito netto ottenuto.
Per il 2024 sono state introdotte alcune novità particolarmente importanti, che determinano una sostanziale equiparazione tra i pensionati ed i lavoratori dipendenti. Il legislatore, infatti, ha previsto una no tax area per i dipendenti pari a 8.500 euro, che risulta essere perfettamente in linea con quella prevista per i pensionati.
Indice
No tax area: le caratteristiche del 2023
Come funziona la no tax area nel 2023? Le disposizioni, che risultano essere in vigore in questo momento, prevedono un’esenzione dalle tasse sui redditi da pensione superiore rispetto a quella prevista per i lavoratori dipendenti. L’attuale scenario è stato introdotto dal 2022 e sostanzialmente prevede che le tasse non siano dovute:
- per i redditi da pensione inferiori a 8.500 euro;
- per i redditi dal lavoro dipendenti inferiori a 8.175 euro;
- per i redditi da impresa o da lavoro autonomo inferiori a 5.500 euro.
Questo significa, in estrema sintesi, che la soglia di esenzione dalle tasse per i redditi che provengono da una pensione è superiore a quella stabilità per i lavoratori dipendenti. Le novità introdotte per il 2024 prevedono una serie di cambiamenti che ruotano proprio intorno a questo nodo.
Cosa accadeva prima del 2022
Per quanto riguarda la no tax area proprio a partire dal 2022 è stato introdotto un sostanziale cambio di rotta. In precedenza, infatti, la situazione era completamente diversa. La Legge di Stabilità nel 2016 aveva portato ad un vero e proprio allineamento delle varie regole fiscali: la no tax area era stata sostanzialmente equiparata per i pensionati che avevano un’età superiore a 75 anni con quella dei lavoratori dipendenti. Ed era stata fissata a 7.750 euro. Per quanti stessero percependo una pensione ed avessero avuto un’età inferiore a 55 anni, la soglia di esenzione dalle tasse risultava essere 7.500 euro.
Una modifica, datata 2017, ha fatto sì che venissero equiparati anche i pensionati con meno di 75 anni: a quel punto dipendenti e pensionati avevano diritto alla stessa soglia di agevolazione.
Nel 2022, però, il legislatore è nuovamente intervenuto, andando a togliere l’allineamento tra le due categorie di contribuenti.
Detrazioni fiscali: il loro ruolo cruciale
Come abbiamo visto la no tax area Irpef costituisce una soglia sotto la quale non è necessario versare le tasse. A questo punto, però, bisogna precisare che non si tratta di una completa e totale esenzione fiscale.
A giocare un ruolo decisivo e fondamentale sono le detrazioni fiscali, che aiutano ad abbassare progressivamente le imposte che devono essere versate. E possono determinare l’annullamento, nel momento in cui si rientra in determinati limiti di reddito.
Nel caso in cui l’imposta dovesse essere completamente azzerata grazie alle detrazioni, non è possibile richiedere un rimborso fiscale, perché il contribuente non ha provveduto a versare effettivamente alcune imposte. Siamo davanti, semplicemente, ad un contribuente incapiente: ossia ad un soggetto che, trovandosi al di sotto di una determinata soglia di reddito, non deve pagare le tasse, ma non può nemmeno ottenere un rimborso.
Un contribuente incapiente, in parole povere, non paga le tasse perché è nella no tax area. Ma, allo stesso tempo, non può ricevere dei rimborsi, perché non ha versato delle imposte e non ha potuto usufruire delle detrazioni, che sarebbero potute servire a compensare le spese sostenute nel corso dell’anno.
No tax area: cosa cambia nel 2024
Ad introdurre alcuni cambiamenti sostanziali per la no tax area è la Legge di Bilancio 2024. Viene reintrodotta l’equiparazione tra i pensionati ed i lavoratori dipendenti. Ma soprattutto viene introdotto un sostanziale aggiornamento delle varie dinamiche della no tax area per quanto riguarda l’Irpef.
A partire dal 2024 ci la soglia di esenzione dalle tasse sarà unificata a 8.500 euro. Verranno allineate le detrazioni applicabili ai redditi da pensione e a quelli da lavoro dipendente. Sempre nel corso del prossimo anno si procederà con l’accorpamento delle prime due aliquote irpef: è prevista, infatti, un’unica aliquota del 23% fino alla soglia dei 28.000 euro. È previsto, inoltre, l’aumento della detrazione di 1.955 euro per i redditi che provengono dal lavoro dipendente fino ad un tetto massimo di 15.000 euro. In questo verranno completamente allineati pensionati e lavoratori dipendenti.
La motivazione principale che ha portato a questa no tax unificata è dettata dall’esigenza di semplificare al massimo la normativa fiscale, andando ad uniformare il più possibile le varie categorie di contribuenti.
In estrema sintesi
Attraverso la Legge di Bilancio 2024 – che in questo momento è in discussione in Parlamento – verrà reintrodotta l’equiparazione tra pensionati e lavoratori dipendenti. Questo obiettivo verrà centrato attraverso l’introduzione della no tax area unificata, che a questo punto sarà fissata in 8.500 euro.