Chi ci guadagna dalla Manovra 2024: in testa famiglie con figli e pensionati

Per un reddito fino a 15mila euro, l’effetto cumulato della riforma dell’Irpef e del taglio del cuneo fiscale porterà a un beneficio di circa mille euro all’anno

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il Senato ha recentemente approvato una manovra che, attualmente in viaggio verso l’approvazione definitiva da parte della Camera, segue criteri prudenti riguardo ai saldi della finanza pubblica. Questa manovra prevede un impiego complessivo di 24 miliardi di euro, di cui 15,7 finanziati tramite deficit. Tuttavia, l’impatto complessivo raggiunge circa 28 miliardi se si considerano anche gli effetti finanziari derivanti dall’accorpamento al 23% delle prime due aliquote dell’Irpef fino a 28mila euro.

Niente da fare invece per la mini-Ires di cui si era parlato molto nei giorni scorsi: a differenza di quanto trapelato fino al giorno prima del Consiglio dei ministri di lunedì 16 ottobre, per il momento l’Esecutivo ha deciso di procedere solo con una super deduzione al 120% riservata a chi assumerà dipendenti, con tanto di maggiorazione al 130% per chi sceglierà le categorie svantaggiate: donne con figli, giovani, ex percettori del Reddito di cittadinanza e disabili.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha commentato che si tratta di una legge di Bilancio conforme alla volontà e al concetto del Governo. Durante l’esame in commissione Bilancio del Senato e successivamente in aula, l’impianto originario della legge sembra essere stato sostanzialmente confermato.

Taglio del cuneo contributivo

La manovra prevede la conferma, per il 2024, del taglio del cuneo contributivo pari a 10,7 miliardi di euro. Questo comporterà una riduzione di sei punti delle tasse sul lavoro per i redditi fino a 35mila euro e fino a sette punti per quelli al di sotto dei 25mila euro. Per i lavoratori dipendenti, ciò si tradurrà in un beneficio stimato di circa 100 euro al mese in busta paga.

È importante notare che anche l’accorpamento al 23% delle prime due aliquote dell’Irpef, del valore di oltre 4 miliardi di euro, è finanziato solo per un anno. L’effetto combinato di cuneo ed Irpef, secondo il Tesoro, influenzerà positivamente le buste paga dei dipendenti fino a 1.298 euro annui.

Tuttavia, con la prossima manovra di bilancio, si ripresenterà la sfida di finanziare le due principali misure della manovra appena approvata dal Senato. Inoltre, in base alle nuove regole del Patto di stabilità concordate in sede Ecofin, non sarà più possibile ricorrere al deficit. Di conseguenza, si dovrà affrontare una base di partenza di circa 15 miliardi di euro da finanziare attraverso tagli alla spesa o aumenti della tassazione.

Lavoro e imprese: i benefici per le mamme e i giovani

Introduce una significativa novità la maxi deduzione per le assunzioni a tempo indeterminato, la quale subisce un ulteriore incremento per specifiche categorie come mamme o donne disoccupate, giovani e ex beneficiari del reddito di cittadinanza, raggiungendo addirittura il 130%. Inoltre, viene confermata la detassazione al 5% per i premi legati alla produttività. Per incentivare la produzione nazionale, le aziende possono beneficiare di uno sconto del 50% sulle tasse nel caso in cui tornino a produrre in Italia.

La data di entrata in vigore delle tasse su plastica e zucchero (plastic e sugar tax) è stata rinviata a luglio 2024. Parallelamente, è introdotto l’obbligo per le imprese di assicurarsi contro le catastrofi, e sono previste multe significative, oscillanti tra 100mila e 500mila euro, per le aziende che eludono tale obbligo.

Per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, è stato stanziato un fondo di 5 miliardi di euro, a cui si aggiungono ulteriori 3 miliardi destinati al fondo sanitario, con l’obiettivo specifico di ridurre le liste d’attesa. Nel dettaglio, per il triennio 2022-2024, gli oneri a carico del bilancio dello Stato ammontano a 3 miliardi di euro per il 2024 e a 5 miliardi di euro annui a partire dal 2025. Questi fondi sono destinati alla contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego e per miglioramenti economici per il personale statale in regime di diritto pubblico.

Pensioni: confermati Ape e Quota 103

La soglia per accedere al pensionamento rimane a quota 103, ossia almeno 62 anni di età anagrafica e 41 anni di contributi. Tuttavia, l’assegno pensionistico sarà ricalcolato utilizzando il metodo contributivo, con un tetto massimo mensile fissato a circa 2.250 euro. Secondo le stime, ciò permetterà la pensione anticipata per circa 17mila persone nel 2024.

È stata confermata l‘Ape sociale, ma con un aumento del requisito, che sarà di 63 anni e 5 mesi. Anche l’Opzione donna subisce una restrizione, con l’età minima che passa da 60 a 61 anni, tuttavia con uno sconto di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due.

La riscrittura dell’articolo 33 sulle pensioni dei medici e di altri dipendenti della Pubblica Amministrazione ha consentito di “salvare” le pensioni di vecchiaia, mentre rimarranno penalizzate quelle anticipate. Salvo i diritti acquisiti entro il 31 dicembre 2023, i professionisti del settore sanitario potranno rimanere in attività anche dopo i 40 anni di servizio, estendendo il limite fino ai 70 anni di età.

Per compensare l’impatto sui conti pubblici, sono previste dilatazioni delle finestre di uscita per tutte le categorie: 3 mesi nel 2024, 4 mesi nel 2025, 5 mesi nel 2026, 7 mesi nel 2027, fino a 9 mesi a partire dal 2028.

Casa, quasi 300 milioni nel Fondo di Garanzia

Con un emendamento dei relatori approvato al Senato, si specifica che l’aliquota ridotta al 21% si applica ai redditi derivanti da contratti di locazione breve relativi a un’unità immobiliare individuata dal contribuente al momento della dichiarazione dei redditi. Per gli altri redditi provenienti da contratti di locazione breve con cedolare secca, rimane l’aliquota al 26%.

La manovra interviene anche sulla disciplina del Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa, prorogando al 31 dicembre 2024 (invece del 31 dicembre 2023) la possibilità di usufruire della garanzia massima dell’80%, a valere sullo stesso Fondo, sulla quota capitale dei mutui destinati alle categorie prioritarie, che soddisfano specifici requisiti di reddito ed età. Inoltre, sono assegnati ulteriori 282 milioni di euro al Fondo di garanzia per l’anno 2024.

Per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, si è proceduto a una rimodulazione delle fonti di investimento, con una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi su un totale stimato di circa 11,6 miliardi. Questa riduzione è stata ottenuta attraverso interventi sul Fondo di sviluppo e coesione, di cui 718 milioni provengono dalla quota destinata alle amministrazioni centrali e 1,6 miliardi dalla quota destinata alle Regioni Calabria e Sicilia.

Per le Regioni interessate, sono stati stanziati 100 milioni di euro nel 2024 per compensare gli effetti del caro-energia registrati nel 2022 e 2023.

Inoltre, per gli enti locali, un emendamento dei relatori, riformulato dal Governo, ha istituito due fondi con una dotazione ciascuno di oltre 13 milioni di euro. Questi fondi sono destinati alla realizzazione di interventi nei settori sociale, infrastrutturale, sportivo e culturale.

Più tempo per i Comuni per le aliquote Imu

Circa 200 Comuni avranno più tempo per determinare le aliquote dell’Imposta Municipale Unica (Imu) per l’anno 2023. Il termine per la pubblicazione delle delibere che disciplinano tali aliquote, necessarie per l’acquisizione della loro efficacia, è stato prorogato fino al 15 gennaio 2024.

Inoltre, è prevista l’inclusione, a partire dal 2024, delle famiglie numerose tra le categorie che godono di priorità per l’accesso al Fondo di garanzia per i mutui destinati all’acquisto della prima casa. Questa misura riguarda i nuclei familiari con tre figli sotto i 21 anni e un Indicatore della Situazione Economica Equivalente (Isee) entro i 40mila euro annui, quelli con quattro figli sotto i 21 anni e un Isee entro i 45mila euro annui, e le famiglie con cinque figli sotto i 21 anni e un Isee non superiore a 50mila euro annui.

Maggiori aiuti a bambini affetti da patologie e per malati di Alzheimer

Arriva anche un incremento del buono per le rette agli asili nido e per il supporto domiciliare ai bambini fino a 3 anni e affetti da gravi patologie croniche. Si istituisce il Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga (con 5 milioni per tre anni) e nasce il Fondo per aiutare gli over 65 con Isee basso a sostenere le spese veterinarie. Per fronteggiare la carenza di personale nelle aziende ed enti del Ssn e ridurre le liste di attesa, si estende fino al 31 dicembre 2026 la facoltà di ricorrere agli incrementi delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive del personale medico. Inoltre, per l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) è vincolata una quota pari a 50 milioni per il 2024 e di 200 milioni dal 2025.

La dotazione del Fondo per l’Alzheimer viene incrementata di circa 35 milioni in tre anni. Viene ridotto il canone Rai in bolletta, che passa da 90 a 70 euro. Sul fronte dell’istruzione, vengono incrementate, con 36 milioni aggiuntivi, le risorse per l’erogazione delle borse di studio per gli studenti. Via libera anche al Fondo per l’Erasmus italiano con un investimento totale di 10 milioni. Il fronte comune delle opposizioni consente di destinare 40 milioni a misure contro la violenza sulle donne. Sale infine dal 5% al 10% l’Iva sui pannolini, così come per il latte in polvere e gli assorbenti femminili. Prorogata fino a febbraio anche l’Iva al 10% sui pellet.

Fringe benefit, cos’è e cosa cambia per i lavoratori

Per il periodo d’imposta 2024, è stata introdotta una disciplina più favorevole in materia di esclusione dal computo del reddito imponibile del lavoratore dipendente per i cosiddetti “fringe benefit” (benefici aggiuntivi).

Le principali modifiche transitorie includono l’aumento del limite di esenzione, aumentato da 258,23 euro a 2.000 euro per i lavoratori dipendenti con figli fiscalmente a carico e a 1.000 euro per gli altri lavoratori dipendenti. All’interno dello stesso limite di esenzione, sono inclusi i benefici costituiti da somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, nonché le spese per il contratto di locazione della prima casa o gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa. Le esenzioni riconosciute si estendono anche alla base imponibile della contribuzione previdenziale.

Queste modifiche sono transitorie e si applicano solo per il periodo d’imposta 2024, rappresentando una disciplina temporaneamente più favorevole rispetto a quella stabilita a regime e precedentemente soggetta a modifiche.