Che differenza c’è tra tassa e imposta patrimoniale?

Cerchiamo di capire quali differenze ci siano tra tassa ed imposta patrimoniale. In cosa consistono e perché devono essere pagate

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quali sono le differenze che intercorrono tra tassa ed imposta patrimoniale. Nel parlare comune si tende a scambiare i due termini, anche se si riferiscono a due concetti diversi. Hanno delle differenze, che spesso possono risultare sfumate e che possono trarre in inganno. Ma è bene conoscere nel dettaglio cosa sia una tassa e cosa la differenzi dall’imposta patrimoniale.

Partiamo con il dare alcune definizioni al volo. Le imposte risultano essere delle obbligazioni finanziarie che, come si può capire dal nome stresso, vengono imposte ai contribuenti in base alla loro capacità contributiva. Servono, sostanzialmente per sostenere lo Stato o qualsiasi altro ente locale. Un esempio in questo senso è costituito dall’IRPEF, ossia l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, dall’IRES, ossia l’Imposta sul Reddito delle Società e dall’IRAP, acronimo di Imposta Regionale sulle Attività Produttive.

Scopriamo cos’è una tassa

Il pagamento delle imposte non risulta essere strettamente collegato ad un servizio specifico che viene fornito da uno Stato. Questa è la differenza sostanziale con le tasse, che, invece, servono a finanziare un determinato servizio, come ad esempio la TARI che serve per coprire i costi della gestione del servizio raccolta dei rifiuti. Ma entriamo nel dettaglio.

Spesso capita di sentire parlare di tassa, imposta o tributo come se fossero termini intercambiabili tra loro. In realtà non è così, e ognuno indica un’attività – da parte dello Stato o del cittadino – diversa. Ad esempio, qual è la differenza tra tassa e imposta? Entrambe rientrano nella categoria dei tributi, ossia prestazioni patrimoniali coattive decise e riscosse dallo Stato tramite leggi, decreti legge e decreti legislativi. Questi però, non sono uguali, ma si differenziano a seconda della situazione in cui si verificano. Non tutti, infatti, sono riscossi alla stessa maniera o quantità, ma dipendono da vari fattori: uno di questi, e il più importante, è la loro nascita.

La tassa è una prestazione patrimoniale che il contribuente deve versare allo Stato in ragione di un servizio pubblico o un’attività statale che ha richiesto. Questi devono essere “divisibili”, ossia devono poter essere forniti a una singola persona. Quali sono le tasse più famose? Quella per la raccolta dei rifiuti, quella scolastica, sulle concessioni governative, sull’occupazione di spazi e aree pubbliche, ecc… Non sono considerate tasse gli importi versati per usufruire di alcuni servizi pubblici come, ad esempio, i trasporti. Qui si tratta solo di pagare per un’attività di cui si ha bisogno e che, seppur regolata dallo Stato, ha natura contrattuale e non legale.

A cosa serve l’imposta patrimoniale

L’imposta, invece, nasce direttamente dal contribuente e non dallo Stato. È il soggetto, infatti, che pone volontariamente in essere la situazione che dà origine a questa prestazione patrimoniale. Ad esempio, chi possiede un immobile dovrà pagare l’imposta sul reddito delle persone fisiche, così come l’imprenditore che dirige un’attività economica che produce profitto. Questa è comunemente nota come IRPEF e costituisce circa un terzo delle entrate dello Stato. Si caratterizza come un tributo progressivo, il cui importo cambia a seconda del reddito delle persone: ha quindi carattere personale, e colpisce anche i possedimenti che il contribuente ha in un altro Stato. Devono pagare l’IRPEF: i residenti in Italia che producono reddito nel nostro paese e all’estero, i non residenti in Italia che producono reddito nel nostro paese e i soggetti passivi impropri.